Miscela di protossido di azoto: miti e realtà

sedazione

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Ultimamente si è molto parlato dell’utilizzo della miscela di protossido d’azoto/ossigeno negli ambulatori odontoiatrici privati e molto spesso circolano notizie con basi scientifiche, accanto ad altre da vagliare con più attenzione. Come spesso accade, ogni proposta terapeutica è utile se funziona e se rappresenta una valida alternativa a quello che si faceva tempo prima, quindi la domanda potrebbe essere: “È indispensabile che uno studio odontoiatrico abbia la possibilità di proporre terapie in sedazione con protossido d’azoto/ossigeno?”. Non è indispensabile sempre, ma lo è se vogliamo affrontare con successo tutti i pazienti e le problematiche che si possono presentare. Pensiamo prima di tutto all’odontofobia che secondo Armfield JM (2013) interessa il 30% degli adulti, cioè 3 persone su 10, che sono grosso modo i pazienti di una normale giornata di lavoro in studio. Come sono questi adulti? Secondo Armfield JM (2013) e Jankovic (2014) sono fumatori, presentano scarsa igiene orale, poche capacità di trovare soluzioni ai propri problemi personali, mal sopportano la visita odontoiatrica, ignorano tutto quello che riguarda il loro programma di cure ed i relativi costi, fanno poche visite di controllo e solo per problemi gravi, non cambiano spesso lo spazzolino ed hanno soprattutto problemi di salute cronici. Sono quei pazienti che pesano di più sui costi dei nostri studi sia perché non si presentano agli appuntamenti (li dimenticano in modo “freudiano”), sia perché si curano poco e quindi si deve continuamente reintervenire sulle terapie. Ma si può comunque rivalutare questo 30 % di pazienti? Sì, se insegniamo loro a controllare la paura e dimostriamo loro che è possibile affrontare delle cure dentali con una gestione della loro ansia facilitata, come accade con l’uso di una sedazione con una miscela N2O/O2. Per questi adulti non sarà facile rinunciare alle terapie in sedazione, le loro paure sono antiche e radicate, ma almeno cureranno la loro bocca in modo adeguato.
Per i bambini l’opportunità è ancora migliore: la paura del dentista tra i bambini in Italia si aggira sul 20%. Ciò detto, per un bambino, che essendo più giovane ha una mente più plastica ed una grande capacità di elaborare le proprie paure più recenti, la possibilità di sperimentare qualche terapia senza ansia gli permette di superare brillantemente il problema e diventare un potenziale paziente modello anche senza più sedazione. Un recente studio di Boka V (2014) dimostra come con il passare degli anni nell’opinione pubblica la compliance nei confronti della sedazione con protossido d’azoto migliori fino a scavalcare ogni forma di costrizione fisica (anche il semplice “trattenerli un attimo”) che non è più ritenuto accettabile. Sono numerose le telefonate di genitori che prima di fissare un appuntamento chiedono se nello studio si effettuano terapie in sedazione per i bambini (figura 1).
Infine parliamo di altre due caratteristiche della sedazione con una miscela N2O/O2 che sono la capacità analgesica e quella di annullare il riflesso del vomito sui recettori posteriori della bocca. Nel primo caso le capacità analgesiche proprie del protossido d’azoto non sono molto alte, secondo Bonafé-MonzóN (2015) si realizzano sul 15,8% dei soggetti con miscele al 50% (scendono all’8,2% con miscele al 30%), ma siamo autorizzati ad integrare l’effetto analgesico con l’anestesia locale che però possiamo eseguire sul paziente già sedato, che così non vive l’esperienza della puntura di per sé fortemente ansiogena.
Mentre, invece, sul versante del controllo dell’ipersensibilità al vomito siamo veramente aiutati, perché la miscela protossido d’azoto/ossigeno inibisce il riflesso. Secondo De Veaux CK et al (2016) bastano 10 secondi di miscela al 50% (meglio con punte del 70% su alcuni pazienti) per eseguire una radiografia nei quadranti posteriori inferiori in ogni tipo di paziente, anche i più sensibili. Questo vale anche per le impronte, ancora più se sono impronte di precisione complesse, come quelle necessarie per grossi lavori protesici su impianti, e vale per otturazioni o terapie canalari sui secondi molari inferiori o superiori. Per questi tipi di pazienti spesso non c’era alternativa al rischiare di vomitare.
Quindi, l’utilità è anche supportata da dati scientifici che si riassumono in una grossa ricerca che Hennequin M et al. (2012) effettuano su una casistica molto ampia: 549 pazienti extraospedalieri (età compresa tra 1-80 anni) in 638 sedute, seguiti da 33 diversi odontoiatri generici nei propri studi privati, con l’utilizzo di una bombola premiscelata al 50% O2/N2O. Il 91% dei pazienti vorrebbero essere trattati ancora con la sedazione, non si è riscontrato nessun grave effetto avverso e le procedure sono state portate a termine con successo nel 93,7% dei casi.
Per concludere, proviamo a riproporre la stessa domanda iniziale: “È indispensabile che uno studio odontoiatrico abbia la possibilità di proporre terapie in sedazione con protossido d’azoto/ossigeno?” No, non lo è, ma avere questa possibilità è un valore aggiunto per lo studio e ci permette di risolvere una maggiore percentuale di problemi sulla quasi totalità dei pazienti, naturalmente insieme ad una corretta gestione delle tecniche comportamentali, sempre indispensabili.
Come visto nei vari studi, la percentuale di miscela al 50% tra protossido d’azoto ed ossigeno, sembra essere quella a più ampio spettro.edical students. Vojnosanit Pregl. 2014 Jan;71(1):16-21.

Bibliografia:
  1. Armfield JM Predicting dental avoidance among dentally fearful Australian adults. Eur J Oral Sci. 2013 Jun;121(3 Pt 2):240-6. doi: 10.1111/eos.12036. Epub 2013 Apr 5.
  2. Boka V, ArapostathisK, Vretos N, Kotsanos N. (2014) Parental acceptance of behaviour-management techniques used in paediatric dentistry and its relation to parental dental anxiety and experience.Eur Arch Paediatr Dent. 2014 Oct;15(5):333-9. doi: 10.1007/s40368-014-0119-y. E pub 2014 Mar 28.
  3. Bonafé-MonzóN, Rojo-Moreno J, Catalá-Pizarro M (2015) Analgesic and physiological effects in conscious sedation with different nitrous oxide concentrations. J Clin Exp Dent. 2015 Feb 1;7(1):e63-8. doi: 10.4317/jced.52034. e Collection 2015.
  4. De Veaux CK, Montagnese TA, Heima M, Aminoshariae A, Mickel A (2016). The Effect of Various Concentrations of Nitrous Oxide and Oxygen on the Hypersensitive Gag Reflex Anesth Prog. 2016 Winter;63(4):181-184.
  5. Hennequin M et al. (2012) A clinical trial of efficacy and safety of inhalation sedation with a 50% nitrous oxide/oxygen premix (Kalinox™) in general practice. Clin Oral Invest (2012) 16:633–642
  6. Jankovi SM, et al Risk factors for severe dental anxiety among medical students. Vojnosanit Pregl. 2014 Jan;71(1):16-21.