Doctor Os ha raccolto le dichiarazioni del Professor Roberto Weinstein, Direttore del dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche, Università di Milano, sul tema al centro del prossimo 3D DAY: la perimplantite

Professor Weinstein, durante il prossimo evento 3D DAY, giunto alla sua ottava edizione, di cui lei è responsabile scientifico si dibatterà di perimplantite. Quali aspetti verranno presentati? Vuole darci qualche anticipazione?

Durante l’evento 3D Day l’argomento della perimplantite verrà sviluppato a 360 gradi esaminando le più recenti acquisizioni scientifiche relative alla eziopatogenesi, alla diagnosi e alle modalità di prevenzione e trattamento.

I relatori proporranno diverse metodiche di prevenzione e terapia ed esporranno i risultati delle loro ricerche e della loro casistica clinica.

Avremo una lezione introduttiva del professor Massimo Del Fabbro, il quale farà il punto su quella che è la situazione nell’ambito della letteratura scientifica in tema di perimplantite. Successivamente tre clinici di grande rilevanza, vale a dire il professor Massimo Simion, il professor Eugenio Romeo e il dottor Tiziano Testori, svolgeranno ciascuno dal suo punto di vista il tema della diagnosi, del trattamento e della prognosi nella perimplantite.

Tre punti di vista, ovviamente basati sui dati scientifici, perché molti aspetti che contraddistinguono la patologia sono controversi e quindi a seconda della rispettiva esperienza clinica i relatori forniranno il proprio parere.

In tema di efficacia ed efficienza del trattamento chirurgico della perimplantite oggi, cosa possiamo dire? Quali consapevolezze sono in nostro possesso?

Negli anni sono state proposte diverse metodiche per il trattamento della perimplantite, che hanno dimostrato differenti livelli di efficacia.

Le cause della perimplantite sono molteplici, molte ancora poco definite ovvero del tutto ignote. Diventa pertanto difficile poter individuare in modo univoco la strategia ideale di trattamento.

A tal proposito esistono, dunque, molte controversie, non disponiamo della ricetta universale per la cura della malattia. Abbiamo informazioni precise che attestano quanto la terapia resettiva funzioni, ma al tempo stesso risulta essere devastante in termini morfo-estetici. Non siamo in possesso, purtroppo, di grandi consapevolezze, se non che dobbiamo mettere in campo tutto ciò che in nostra conoscenza per far sì che la perimplantite non si instauri.

In tal senso l’unica certezza è quella che la prevenzione è imprescindibile, non solo relativamente all’igiene orale domiciliare da parte del paziente ma anche prevenzione in termini protesici.

Infatti ormai è assodato che se noi non utilizziamo componenti di adeguata precisione che si incastrino in modo perfetto con l’impianto, il gap che inevitabilmente viene a crearsi, legato proprio alle imprecisioni delle componenti protesiche, porta alla formazione di perimplantite. Trattasi dunque di una prevenzione complessa ed eterogenea.

Ritiene che la ricerca traslazionale in odontoiatria debba essere maggiormente supportata? A suo avviso quali azioni dovrebbero essere messe in campo per agevolare il passaggio delle conoscenze dai laboratori alla pratica clinica?

Le rispondo con una tipica frase fatta: molto è stato fatto e molto resta da fare. E’ innegabile che la realtà italiana, se di questa vogliamo parlare, stia vivendo un periodo fortunato, ricco di sviluppi importanti e di una crescita che anni fa era impensabile.

Merito dei ricercatori, dell’Università, delle industrie e, perché no, dello Stato che, pur nelle difficoltà economiche attuali, dedica comunque dei fondi alla ricerca. Tutto può e deve essere migliorato, ma ci sono le premesse per osservare con ottimismo il divenire delle prospettive della ricerca anche in Italia.

Implantologia moderna: vuole illustrarci lo stato dell’arte? Cosa auspica per il futuro di tale branca specialistica?

Domanda complessa: la risposta può essere fatta con un’altra domanda. Lei crede che la percentuale di successo degli impianti in tutte le realtà cliniche sia quella riportata dagli studi effettuati nei più moderni ed avanzati centri di implantologia di tutto il mondo?

O le percentuali nei piccoli centri sono diverse e più basse? Ecco, credo che il futuro sia questo: realizzare metodiche implantari adeguate, tali da consentire a chiunque di ottenere alte percentuali di successo.

Quali consigli e suggerimenti vorrebbe rivolgere ai professionisti del futuro?

Studiate, studiate, studiate. E non accontentatevi dei risultati che ottenete. Si può, e si deve, sempre migliorare.

E poi cercate di salvaguardare in tutti i modi l’elemento dentario, orientatevi per quanto più possibile verso un’odontoiatria maggiormente conservativa, perché sappiamo tutti quanto sia devastante il fallimento di un impianto nella bocca del paziente. ●

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3D Day SIRIO VIII edizione

Le perimplantiti: i grandi esperti si confrontano

SABATO 25 NOVEMBRE 2017
The Westin Palace – Milano
Piazza della Repubblica, 20

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tel. 02 20.47.610 r.a.