Campagna social per l’utilizzo del casco integrale

#salviamocilafaccia

utilizzo del casco integrale

Il 70% dei ragazzi coinvolti in incidenti con casco non integrale riporta infatti lesioni permanenti, contro il 5% di quelli che indossano il casco integrale.

Il veloce rinnovamento cui è soggetta la moderna società non deve abbandonare iniziative di sensibilizzazione e prevenzione sui giovani che, anzi, possono essere effettuate con un’impostazione attuale e “social friendly”.

Il tema della prevenzione tocca con costanza quotidiana l’operato di noi sanitari.

Grandi conquiste sono stata raggiunte con l’attuazione di alcune semplici norme precauzionali, di conseguenza risulta particolarmente gravoso riconoscere il fallimento, anche se parziale, di semplici quanto preziose abitudini preventive.

A maggior ragione se tale fallimento riguarda la popolazione in età pediatrica.

La raccolta dati inerenti i minori vittime di trauma motociclistico, effettuata presso le Unità di Chirurgia Maxillo Facciale degli Ospedali Sant’Anna di Como, San Gerardo di Monza e Niguarda di Milano, ha dimostrato un progressivo anche se lieve incremento della gravità e del numero dei traumi facciali e cranio-facciali a carico dei minori alla guida di motocicli.

Pubblicazioni internazionali, oltre a confermare l’incremento dedotto dalle nostre banche dati, hanno dimostrato che indossare il casco integrale consente di ridurre del 50% il rischio di lesioni cerebrali e del 25% il rischio di fratture facciali.

Il 70% dei ragazzi coinvolti in incidenti con casco non integrale riporta infatti lesioni permanenti, contro il 5% di quelli che indossano il casco integrale.

Inoltre, il 5-10% dei traumi con casco jet, cioè aperto, anche in caso di dinamiche a moderata energia, comporta lesioni irreversibili che anche la chirurgia non può risolvere. Infine, da colloqui diretti con i pazienti traumatizzati, il 100% delle vittime di trauma stradale avrebbe preferito, alla luce dei danni subiti, indossare un casco integrale al momento del trauma. (Cochrane Database Syst Rev. 2008 Jan 23;(1) Helmets for preventing injury in motorcycle riders. Liu BC, Ivers R, Norton R, Boufous S, Blows S, Lo SK. – Registro Traumi “Trauma Center”, Dip. Emergenza Urgenza Ospedale di Niguarda)
Questi dati risultano ancor più allarmanti se analizzati alla luce degli esiti fisici spesso invalidanti, dei drammatici risvolti sulla sfera psicosociale dei giovani pazienti, frequentemente sottovalutati, e della lunga aspettativa di vita residua.

Da queste considerazioni e dall’esperienza diretta maturata sul campo, sia da parte dei curanti che dei pazienti, è nata la necessità di veicolare ai giovani, in maniera comprensibile e penetrante, il concetto di prevenzione e l’importanza dell’uso del casco, soprattutto se integrale.

Si è quindi formato, inizialmente in seno all’Asst Comasca, un gruppo di lavoro multidisciplinare costituito da pediatri, chirurghi maxillo-facciali, odontoiatri, rianimatori, psicopedagogisti: le varie figure hanno così potuto affrontare l’argomento per quanto ad ognuno di competenza, con a supporto il bagaglio di esperienza di aziende produttrici di caschi oltre che di piloti professionisti, attivi nel Motomondiale e nella Dakar.

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L’incontro con 300 ragazzi delle scuole comasche è andato in scena presso l’Ospedale Sant’Anna di Como: limitando la componente scientifico-epidemiologica a quanto strettamente necessario, sono stati messi in risalto i risvolti emozionali, così come la necessità di responsabilizzazione attiva da parte del minore.

Particolare attenzione è stata inoltre posta all’importanza del sorriso, sia come strumento di comunicazione sia come epifenomeno di uno stato interiore.

Come ampiamente riportato in letteratura, i traumi facciali, anche di modesta entità, presentano spesso una componente dento-alveolare, facilmente riscontrabile anche da un osservatore esterno al settore.

L’espressività del sorriso può non variare, ma la preservazione dello stesso, attraverso la salvaguardia dell’intera persona, è di fondamentale importanza nella vita relazione.

Un sorriso sincero non necessita infatti di parole aggiuntive, poiché il messaggio implicito è codificato e universalmente compreso: primo tra i gesti del corpo con il quale “incontriamo” l’essere umano che ci sta di fronte e a lui veicoliamo il significato “che piacere averti qui”.

Analogamente il sorriso mantiene un’importante funzione di sostegno terapeutico, con effetti dimostrati di natura antidepressiva ed antidolorifica: può durare solo un istante ma talvolta il suo ricordo benefico è eterno.

Merita infine particolare menzione la partecipazione di Ian Sagar, di grande impatto emotivo: di nascita inglese, a 17 anni subiva un incidente stradale, provocato dalla perdita di visuale per lo spostamento del casco non allacciato.

La conseguente frattura del rachide dorsale comprometteva l’utilizzo degli arti inferiori, ma la grande forza di volontà del futuro campione olimpico gli apriva la strada nella pratica agonistica del basket in sedia a rotelle.

Il palmares di un titolo paralimpico e quattro degli ultimi cinque titoli italiani, ottenuti militando nella squadra Briantea 84 di Cantù, stanno a testimonianza della grande valenza e professionalità del campione sportivo.

L’iniziativa ha generato grande curiosità, ottenendo attenzione a livello sia locale sia nazionale, con il prezioso patrocinio di società e associazioni di settore quali la Società Italiana di Chirurgia Maxillo Facciale, la Società Italiana di Pediatria, la Federazione Nazionale delle Commissioni Albo Odontoiatri, l’AREU 118, la Società Iialiana di Traumatologia della Strada, la sezione ANDI di Como e Lecco, l’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta sezione di Como, oltre ad istituzioni di grande rilievo locale come il Comune di Como, il Rotary Club Como Baradello, il Rotaract Como, il Monticello Lions Club, il LEO Como, il Kiwanis Club Como, l’ Associazione Internazionale Progetto Sorriso nel Mondo – ONLUS ed infine, non ultimo, il Moto Club di Como.

Un plauso particolare è giunto dalla Società Italiana di Chirurgia Maxillo Facciale, sempre molto attenta alle attività di prevenzione sul territorio; dati i riscontri estremamente positivi, l’ampio risalto mediatico e le numerose richieste da parte di istituti scolastici e di genitori, la singola iniziativa si è trasformata in corso d’opera in un format, con un proprio logo, un linguaggio grafico e finalità specifiche, da replicare sul territorio nazionale con particolare attenzione alla comunicazione verso il pubblico minorenne, privilegiando i canali dei social media.