L’importanza dei canoni estetici nella pianificazione terapeutica

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canoni estetici

Nella precedente relazione sono stati sommariamente analizzati i parametri clinici che guidano una corretta pianificazione terapeutica.

Ad ogni modo, una perfetta relazione intermascellare non sempre è sufficiente a garantire una adeguata armonia facciale: è l’apparenza del volto che definisce realmente il successo o il fallimento di una terapia ortodontico-chirurgica.

In collaborazione con Francesco Daleffe, specialista in chirurgia maxillo facciale


A seguito del primo tema, affrontato nello scorso numero della rivista, relativo al rapporto tra chirurgo maxillo facciale e ortodontista, affrontiamo ora il tema dei rapporti tra la chirurgia del viso e l’estetica.

Nel precedente numero premettevamo: “Accogliamo il contributo di un giovane e promettente collega medico chirurgo, specialista in chirurgia maxillo facciale, che da subito, nella propria pratica professionale, si è interessato di aspetti “forensi” e che in tale ambito collabora con lo scrivente all’esame tecnico di casi multidisciplinari.

È indubbio che le patologie di confine rappresentino frequente casistica medico legale, coinvolgendo odontoiatri, chirurghi maxillo facciali, otorinolaringoiatri, neurologi, etc.

È necessario quindi creare spazi dove i ruoli dei singoli specialisti possano essere esaminati confrontando i rispettivi approcci: ciò non solo con finalità di accertamento di responsabilità/non responsabilità, ma anche come approccio preventivo ai problemi eventuali, allo scopo di individuare percorsi condivisi sulla diagnosi, sull’informazione, sulla gestione clinica…”

Per approfondimento dei temi trattati: dottor Francesco Daleffe:
francescodaleffe@yahoo.it

A seguito del primo tema, affrontato nello scorso numero della rivista, relativo al rapporto tra chirurgo maxillo facciale e ortodontista, affrontiamo ora il tema dei rapporti tra la chirurgia del viso e l’estetica.
Nel precedente numero premettevamo: “Accogliamo il contributo di un giovane e promettente collega medico chirurgo, specialista in chirurgia maxillo facciale, che da subito, nella propria pratica professionale, si è interessato di aspetti “forensi” e che in tale ambito collabora con lo scrivente all’esame tecnico di casi multidisciplinari.
È indubbio che le patologie di confine rappresentino frequente casistica medico legale, coinvolgendo odontoiatri, chirurghi maxillo facciali, otorinolaringoiatri, neurologi, etc. È necessario quindi creare spazi dove i ruoli dei singoli specialisti possano essere esaminati confrontando i rispettivi approcci: ciò non solo con finalità di accertamento di responsabilità/non responsabilità, ma anche come approccio preventivo ai problemi eventuali, allo scopo di individuare percorsi condivisi sulla diagnosi, sull’informazione, sulla gestione clinica…”

Per approfondimento dei temi trattati: dottor Francesco Daleffe:
francescodaleffe@yahoo.it

Questo paradigma estetico è ben individuato dal dr. Profitt negli anni a cavallo del millennio: secondo l’ortodontista infatti “è evidente che sarà la porzione “facciale” di una deformità dento-facciale a definire il piano di cura nel 21° secolo”.

Il vecchio concetto di normalizzazione dei parametri numerici rilevati dalla differenti analisi cefalometriche viene integrato all’analisi estetica dei tessuti molli (sec. Arnett, Halfaro, Raineke, Proffit, ecc.). Dalla diagnosi in termini di esclusive discrepanze dento-scheletriche, si è passati ad una attenta analisi del volto a tutto tondo, associando alle mere misurazioni di angoli e distanze, parametri estetici, funzionali e non da ultimo, valutando le richieste del paziente.

La pianificazione terapeutica si apre di conseguenza alle ripercussioni del trattamento sulla sfera psicosociale del paziente: risulta fondamentale intraprendere l’iter terapeutico quando non solo l’obiettivo a lungo termine ma anche gli obiettivi dei passaggi intermedi sono ben chiari al chirurgo, all’ortodontista, e soprattutto all’assistito.

Ruoli e responsabilità

La ricerca ha dimostrato che i fattori psicosociali hanno un peso preponderante nella scelta delle opzioni terapeutiche da parte del paziente.

Questo pone l’accento sulla necessità di analizzare a fondo la sfera psicosociale, con particolare attenzione a ciò che riguarda l’immagine del proprio corpo. Alcuni assistiti attribuiranno maggiore enfasi all’estetica del sorriso, altri alle proporzioni del volto, altri ancora alla funzione.

Risulta quindi fondamentale aiutare il paziente in questo processo di scelta, fornendo la miglior qualità di informazioni possibile: “The most important piece of information that the patient should receive as accurately as possible is what to expect in terms of facial outlook at the end of the treatment” * (Hunt et al. The psychosocial impact of orthognathic surgery: a systematic review. Am J Orthod Dentofacial Orthop. 2001).

Questo genere di comunicazione può essere grandemente facilitata dall’impiego dei moderni software di pianificazione chirurgica, con particolare attenzione alla tuttora scarsa predicibilità delle simulazioni a carico dei tessuti molli.