Le specializzazioni odontoiatriche secondo i dati del contenzioso

Illustrazione: Vecteezy.com - momentbloom

Analizzando i dati raccolti da un esame svolto su un campione statistico omogeneo significativo di odontoiatri nel triennio 2014/2015/2016, emerge una tendenza del contenzioso in odontoiatria che, per certi versi, pare modificare alcune delle caratteristiche peculiari, e delle relative stime, degli ultimi due decenni del contenzioso stesso.

Va premesso che la distinzione in sottogruppi accorpa alcune situazioni, conservativa ed endodonzia, che meriterebbero forse una trattazione separata, così si verificano le classiche sottocategorie professionali e non, ad esempio, alcune specifiche, ma multidisciplinari, categorie di rischio come la lesione neurologica o la problematica infettivologica.

Ma tant’è. In un contesto dove è sempre estremamente difficile raccogliere informazioni attendibili e poterle elaborare, possedere una statistica non solo rappresentativa, ma completa ed attendibile su un triennio, appare elemento prezioso già in sé.
Esaminiamo quindi i dati e proviamo a dare qualche interpretazione.

In primis è da precisare che i sinistri esaminati nel triennio citato sono circa 1500; da precisare inoltre che, di questi, circa 500 sono quelli giunti a liquidazione
Le percentuali per categorie sono:

Ortodonzia(34)7%
Conservativa(95)19.8%
Chirurgia orale(105)21,9%
Implantologia(129)27%
Protesi(96)20%
Anestesia(11)2%
Altri danni(9)2%
Odontoiatria est.(0)0%
dati del contenzioso

Analizzando tali percentuali possiamo rilevare quanto segue.
L’ortodonzia ha un basso impatto di contenzioso; da sempre gli ortodontisti maneggiano la documentazione, fanno dei check up efficaci, sono bene in grado di documentare la propria attività clinica. Per primi gli studi operanti nell’ambito dell’ortodonzia hanno affrontato la questione dell’informazione e del consenso.

Se valutiamo nell’insieme il dato chirurgia orale ed il dato implantologia, la loro somma percentuale è prossimale al 50% dell’intero gruppo dei sinistri. Ciò dimostra che questo tipo di prestazioni presenta un rischio maggiore di contenzioso, verosimilmente connesso anche (e non solo) al maggior costo delle prestazioni.
Se inseriamo in questa macrofamiglia anche la protesi si giunge, con tre voci su otto, a circa il 70% dell’intero.

Così le lesioni da anestesia, sostanzialmente di carattere neurologico, presentano una percentuale molto bassa.

La conservativa, che accorpa anche l’endodonzia, assolutamente in contro tendenza rispetto al passato, presenta percentuali ragguardevoli; il dato andrà ulteriormente valutato ed interpretato, ma crediamo di poter affermare che il “grosso” di questo capitolo riguardi l’endodonzia.

Infine una annotazione: l’odontoiatria estetica, pratica in grande lancio professionale, che veniva considerata dagli esperti un’area a rischio, giacchè si occupa non tanto di funzione quanto, appunto, di estetica, con tutte le conseguenze in termini di obbligazioni giuridiche, è del tutto priva di contenzioso. Una verifica diretta sui dati prodotti dai colleghi che praticano odontologia forense conferma pienamente questo dato.

C’è da chiedersi se non valga la pena studiare come i colleghi che praticano l’odontoiatria estetica gestiscano il rapporto, formale e non, con il paziente, ovvero se il dato sia frutto solo del tipo di prestazione in sé, sostanzialmente priva di rischio, o anche di qualche particolare modalità di comportamento che abbatta in modo sistematico e significativo il rischio di contenzioso. ●