Amazon e il dentale

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amazon e il deposito dentale

La collaborazione con il fornitore, qui inteso come deposito dentale, non è che uno dei fattori esogeni dello studio odontoiatrico con il quale è arrivato definitivamente il momento di colloquiare in trasparenza, per riuscire ad avviare un nuovo processo volto alla creazione di un vero valore aggiunto.

Allargare il proprio business con Amazon

Nessuno è obbligato a cambiare nulla e, visto che il mercato odontoiatrico è andato in deregulation da diversi anni, chi vuole è liberissimo di continuare a trattare con il venditore del proprio fornitore alla vecchia maniera, ovvero a suon di pacche sulle spalle e solo ed esclusivamente sulla base dello street price, quando non addirittura preferirgli il cherry picking durante il fine settimana, per meglio destreggiarsi tra offerte cartacee o web che siano, ed essere sempre aggiornati sul miglior prezzo.

Il tutto, salvo poi amaramente accorgersi che i risultati di questo tradizionale approccio non abbiano mai fornito vantaggio competitivo rispetto ai colleghi ed ai vituperati concorrenti, né mai glielo forniranno in futuro.

Vedo però profilarsi all’orizzonte il momento in cui lo studio può finalmente alzare il tiro per costruire qualcosa di diverso con il distributore, creando un reale valore aggiunto del tipo win-win dove nessuno perde, anzi, dove tutti e due gli attori vincono e nessuno brucia più energie e tempo per rincorrere i prezzi.

Diciamo subito grazie ad Amazon per questo stimolo che ci ha voluto dare, annunciandoci di voler allargare il proprio business al settore odontoiatrico, Italia inclusa, ovvero a noi che siamo quel mercato europeo un po’ diverso dagli altri, perché fatto da professionisti egregi, ovvero ex grege/fuori dal gregge, che rappresentano l’eccellenza a livello mondiale.

È ovvio che Amazon, così come ha già fatto in altri settori, banalizzerà i prodotti di ogni tipo, indifferenziandoli definitivamente anche come prezzo, pur di allineare tutto ed appiattire tutti, professionisti inclusi, per trarne il proprio vantaggio economico.

È però già da subito evidente che, in questo piattume, il prezzo dei materiali rivendichi il diritto di urlare che “il re è nudo”, dimostrando finalmente a tutti che il vantaggio competitivo di uno studio non si costruisce sullo street price, ma su modelli di impresa chiari e precisi che devono essere costruiti in modo sartoriale sulle proprie misure, con un interlocutore professionale ed affidabile, per razionalizzare gli acquisti che devono essere inseriti nella rotta che lo studio si è dato in base ai risultati che vuole ottenere.

La stessa cosa non può che ritrovarsi nel citato rapporto che deve legare e contraddistinguere i due protagonisti quando si procede parlando di strumenti, metodi e procedure, per affrontare e vincere la sfida dell’evoluzione digitale attraverso la costruzione di workflow, guarda caso, sempre personalizzati pur di arrivare ad utilizzare rapidamente i vari sistemi che si è scelto di acquistare, cercando di ottenerne sempre il massimo, e sempre senza perdere di vista la rotta che lo studio si è voluto dare.

Cherry picking, dunque?

No grazie, se si è ancora fermi a parlare di prezzi alla vecchia maniera.

Sì, assolutamente sì, parlando ovviamente anche di prezzi, ma seguendo la via del marketing strategico.