rassegna bibliografica

TERAPIA PARODONTALE O IMPIANTI IN SCIENZA E COSCIENZA 

Nevis M, Langher B
Int J Periodontics Restorative Dent 2014; 33(6) Editoriale

Spesso le parodontopatie sono trascurate, da quando in molti studi è entrata l’implantologia. Si assiste al fatto increscioso che parodontopatie moderate siano trascurate, quando potrebbero essere curate con successo. Siamo convinti che tutti preferiamo mantenere i nostri denti e affronteremmo volentieri un intervento chirurgico parodontale, piuttosto che l’estrazione e l’impianto.
Oggi la parodontologia rigenerativa offre molte possibilità di ricupero, impensabili dieci anni fa. Primum non nocere! E l’avulsione di un dente è una menomazione molto grave, (perseguibile anche penalmente) quando vi è la possibilità di evitarla.
La nostra coscienza ci impegna a comportamenti integerrimi. La “piorrea alveolare” è diventata una malattia curabile da quando Sygmund Socransky nel 1988 dimostrò che le parodontopatie sono dovute alla presenza di una flora batterica specifica, il red complex, costituita da numerosi batteri tra i quali Porphyromonas gengivalis, Tennerela fosyts e Treponema denticola.
Mettendo in atto semplici regole di igiene professionale e domiciliare si possono già ottenere buoni risultati e, con antibiotici e chirurgia parodontale, i denti interessati possono durare in bocca per diversi anni.
L’obiettivo è che il paziente e l’igienista siano in grado di mantenere un ambiente orale sano. Però se il paziente non riesce a usare il filo nella profondità indicata dalla sonda e l’igienista non rimuove il tartaro sottogengivale, non basta.
Alcuni dentisti obiettano che è impossibile ottenere tutto ciò. A questo punto in coscienza, dovrebbero valutare se conoscono tutte le nuove terapie, infatti negli ultimi anni si sono fatti molti progressi. ●

DIMENSIONI DELLA MANDIBOLA NEI SITI EDENTULI

Braut V, Borstein MM, Kuchler U, Buser D
Int J Periodontics Restorative Dent 2014; 34(5)

La stabilità di un impianto dentale richiede: l’adeguata larghezza della cresta; l’altezza dell’osso disponibile, che può essere limitata dal numero alveolare inferiore.
Le immagini in 3D della tomografia computerizzata (TC) o della tomografia computerizzata a fascio conico (CBCT)sono necessarie per la pianificazione preoperatoria della chirurgia implantare, perché le immagini in 3D ad alta risoluzione sono migliori dell’immagine panoramica.
Scopo
Analizzare con uno studio retrospettivo le dimensioni dell’osso locale dei siti edentuli nella mandibola posteriore, sui dati forniti dalla CBCT in dotazione alla Facoltà di Odontoiatria dell’Università di Berna (CH).
Materiali e metodi
Tutte le CBCT dei pazienti inviati dal dicembre 2009 per una terapia implantare furono esaminate riguardo alla larghezza della cresta, all’altezza dell’osso disponibile e alla presenza di sottosquadri linguali al di sopra del canale mandibolare.
Risultati
Il campione consisteva in 56 pazienti di cui 22 uomini e 34 donne, età media 54,5 (da 17 a 82 anni), per 127 sezioni trasversali di siti implantari.
Su 127 sezioni trasversali, 56 CBCT soddisfacevano i criteri di inclusione per ampiezza della cresta mandibolare, altezza dell’osso disponibile e presenza di sottosquadri.
Globalmente si valutò che 54 siti edentuli (42,5%) presentavano sottosquadri linguali visibili, ma solo 13 siti (10,2%) influivano sull’inserimento di impianti.
È noto che l’esatta posizione del canale mandibolare è importante per evitare disturbi neurosensoriali; infatti la lesione può causare anestesia, dolore o entrambi ed è una complicanza operatoria grave (il sottosquadro linguale è un fattore di rischio!).
Quando non fosse disponibile l’ampiezza minima per inserire impianti di 4-5 mm di diametro, il chirurgo può fare un incremento locale d’osso mediante la rigenerazione ossea guidata (GBR).
Conclusioni
Prima di inserire impianti nella zona posteriore edentula mandibolare è indispensabile la valutazione precisa della cresta alveolare; si possono valutare i sottosquadri linguali.
Gli autori consigliano la valutazione 3D dei potenziali siti implantari posteriori, per evitare complicanze come disturbi neurosensoriali, insuccessi e l’inevitabile contenzioso. ●

A cura di: Alessandro Canton