Per analizzare il comparto dentale, è opportuno considerare parallelamente due differenti mondi, correlati ma non sempre strettamente dipendenti: quello del “mercato nazionale” e quello della “produzione italiana”.
Il primo riguarda i consumi e gli investimenti di studi odontoiatrici e laboratori odontotecnici del nostro Paese, mentre il secondo si riferisce alla produzione di dispositivi da parte di fabbricanti italiani, tesa a soddisfare la domanda interna e parzialmente diretta all’esportazione.

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Il mercato dentale in Italia

Il valore complessivo del mercato sfiora 1,2 miliardi di Euro, avvicinandosi per la prima volta al record storico che era stato del 2011. Il valore è determinato a prezzi di “retail” ovvero di acquisto dei dispositivi da parte di dentisti e odontotecnici.
Il business, così come il Paese in generale, vive un periodo positivo e anche la congiunturale del primo trimestre 2016 su base annua conferma una crescita lenta dei consumi e un forte incremento degli investimenti in attrezzature.
Come si può osservare nel grafico, l’andamento dei consumi (linea rossa) è piuttosto omogeneo e strutturale, mentre il comparto delle attrezzature (linea azzurra) è caratterizzato da curve repentine, dovute ad una maggiore ciclicità degli investimenti da parte degli operatori.
Rimanendo nell’ambito delle apparecchiature, dopo un andamento stagnante e negativo nel biennio 2014-2015, a partire dalla seconda metà dello scorso anno e i primi mesi 2016 si nota un’impennata delle vendite con una chiusura del +10% a fine marzo.
Come anticipato, più omogeneo l’andamento dei consumi che chiude a +3,2% ed è direttamente collegato alla mole di lavoro (numero pazienti e trattamenti), a differenza degli investimenti in tecnologie, strettamente dipendenti dall’opinione degli operatori rispetto al futuro e dal loro stato di fiducia.
Sulla scia positiva di questo primo trimestre, il 2016 potrebbe rivelarsi l’anno del risveglio del settore, auspicando che alla ripresa delle vendite si accompagni un aumento del numero di prestazioni erogate e di pazienti.
I segnali positivi provenienti dalla vendita di apparecchiature odontoiatriche e odontotecniche derivano senza dubbio dallo sviluppo del digitale e da alcuni fattori influenzanti quali un ritrovato “sentiment” positivo, le agevolazioni fiscali e i nuovi modelli di odontoiatria.
Dopo la crisi strutturale che aveva colpito il settore nel 2012, risulta confortante la ritrovata fiducia nel futuro degli operatori, che ritornano a fare importanti acquisti innovando la propria attività; in particolare i laboratori, considerando la rivoluzione digitale dei metodi produttivi in atto, risultano coinvolti da questo rinnovamento necessario per sopravvivere alla competizione. Le ricerche Key-Stone rivelano, infatti, che il 60% dei laboratori italiani indica la possibilità di offrire ai dentisti dispositivi realizzati al digitale.
Le agevolazioni fiscali previste dalla Legge di Stabilità 2016 permettono di concretizzare questo ciclo di rinnovamento: il bonus fiscale, infatti, si dimostra un ottimo aiuto nell’acquisto di beni strumentali e una opportunità per i professionisti di attrezzarsi anche in ambito digitale, con un ammortizzamento delle spese negli anni successivi.
Il terzo driver è rappresentato dal forte sviluppo di studi dentistici appartenenti a “catene” che si è avuto negli ultimi anni: raddoppiato dal 2012 a oggi il numero delle cliniche dentistiche, oggi più di 600. Si nota uno sviluppo più marcato di queste realtà tra il 2012 e il 2013, recuperato nuovamente nel 2015, nonostante diverse chiusure. Da monitorare il 2016 per le ulteriori “prossime aperture” dichiarate, un anno che per ora vede un rallentamento della crescita.

La produzione in Italia

La produzione italiana nel dentale è da sempre fiore all’occhiello del nostro comparto manifatturiero, con forte presenza in quasi tutti i paesi del mondo e il suo andamento è costantemente monitorato grazie allo studio che Key-Stone realizza da un decennio per conto di UNIDI.
Guardando quindi al settore produttivo, ricordiamo che l’Italia rappresenta uno dei maggiori poli di fabbricazione di dispositivi medici per il dentale, con un andamento quasi sempre virtuoso: escludendo la crisi improvvisa del 2009 (-3,5%), dopo un biennio 2010/2011 straordinariamente positivo, seguito da un rallentamento della crescita, il 2015 si è rivelato l’anno del risveglio del dentale con una confortante crescita del 4,1% che assesta il settore dentale italiano a 802 milioni di euro.
Il dato positivo dell’industria italiana deve la sua performance soprattutto al mercato delle esportazioni, che nel 2015 ha raggiuto i 490 milioni circa, con una crescita del 40% dal 2009 a oggi (trend medio composto del periodo di 5,8%). Una conferma dell’apprezzamento e dell’importanza del made in Italy dentale a livello mondiale. ●