Un’importante mole di materiale didattico, preparato dagli insegnanti della Dental Equipe School, in anni di lavoro e utilizzato per la formazione degli ASO, ha preso finalmente consistenza nel “Manuale per Assistenti di Studio Odontoiatrico. nuova qualifica professionale ASO”, grazie al sostegno di Andi e pubblicato dalla casa editrice Ariesdue.

Il volume è stato concepito e costruito come uno strumento di apprendimento di un’attività lavorativa fino a ieri non adeguatamente valorizzata, ma che finalmente oggi ha preso la piena dignità con il riconoscimento dello Stato come “profilo d’interesse sanitario”.

il curatore del Manuale: Paride Zappavigna

Il manuale si è arricchito, inoltre, del contributo esterno alla scuola di altre competenze dal mondo della libera professione, dell’università, della sanità pubblica, delle istituzioni, della cultura e di Andi nazionale. Nella lettura dei testi si potranno cogliere i punti di vista diversi degli autori, che costituiscono una pluralità di voci per un dialogo interdisciplinare.

Carlo Guastamacchia
il Prof. Carlo Guastamacchia

Nel manuale non poteva non esserci il contributo di Carlo Guastamacchia, voce libera e autorevole, che ha fatto la storia dell’ergonomia odontoiatrica italiana e internazionale e che ha dato valore al ruolo degli assistenti dentali quando ancora nessuno se ne occupava.
Gli odontoiatri oggi hanno preso coscienza che non possono esprimere da soli la loro professionalità: il ruolo dell’assistente dentale è fondamentale. Coloro che sapranno rivitalizzare il loro team – attraverso la conoscenza e la motivazione – potranno evitare quel pericoloso declino tendente alla loro estinzione, per la competizione nel nuovo panorama sanitario.

Oggi più che mai è diventato insostituibile il lavoro di squadra del team odontoiatrico, nel quale ogni profilo professionale che interagisce ha bisogno di un’idonea formazione per perseguire con sinergia l’obiettivo comune.

L’iter di approvazione del decreto ministeriale per l’istituzione della figura di Aso è stato l’occasione che ha spinto il sottoscritto, curatore dell’opera, a organizzare i contenuti delle diverse materie d’insegnamento e a strutturarli secondo criteri di propedeuticità in 42 capitoli, attenendosi il più possibile ai criteri dell’odontoiatria contemporanea e alle relative linee guida.

Il volume è sviluppato in quattro blocchi, che hanno affinità con le competenze richieste al profilo dell’Aso, secondo abilità minime, ed è corredato di un corposo supporto iconografico per facilitare gli studenti.

Il primo riguarda l’interazione con le persone assistite, i membri dell’equipe professionale, i fornitori e i collaboratori esterni; il secondo si occupa dell’allestimento e delle strumentazioni per il trattamento odontoiatrico, secondo protocolli e procedure standard; il terzo entra nel merito dell’operatività dell’assistenza all’odontoiatra; il quarto e ultimo del trattamento della documentazione clinica e amministrativo-contabile. La suddivisione non è stata semplice, per la complessità delle materie che afferiscono contestualmente a diverse competenze; in questi casi si è data rilevanza al principio della propedeuticità.

Si è cercato di utilizzare un’esposizione chiara, coinvolgente e comprensibile a un più vasto pubblico, eterogeneo per formazione culturale, che consentisse l’attuazione secondo protocolli semplificati, per poter lavorare in sicurezza nell’ambiente di lavoro.
L’obiettivo è stato quello di creare insieme agli autori/docenti uno strumento utile a favorire nella scuola un “ambiente di apprendimento” per accompagnare gli allievi nella costruzione dei loro saperi, inclusivi di “abilità”, motivazioni e atteggiamenti etici.

Oggi siamo di fronte a una svolta epocale in cui l’odontoiatria ha visto cambiare i paradigmi dell’organizzazione del lavoro e della comunicazione, perché è cambiata la società, con i suoi comportamenti, bisogni e desideri.

Le strutture odontoiatriche sono in mezzo ad una trasformazione senza precedenti e devono adattarsi ai cambiamenti. Stiamo assistendo a un tentativo diffuso e pericoloso di trasformare il rapporto medico-paziente – relazione interpersonale basato sulla fiducia, che pone la cura al centro – in rapporto brand-cliente, che ha invece come oggetto l’erogazione di servizi.

Oltre a questo, viviamo in un momento di crisi di fiducia delle persone. La supremazia della tecnologia ci illude di compensare questa carenza. Le super specializzazioni mediche hanno portato invece a disintegrare il corpo in frammenti di organi e apparati, perdendo di vista la visione unitaria soma-psiche.

L’immagine della copertina del manuale è la fotografia che rappresenta quattro mani (due coppie di mani) che lavorano nell’operatività clinica sul paziente. Siamo partiti da qui per rappresentare metaforicamente il lavoro dell’assistente dentale che collabora con l’odontoiatra.

Le mani sono lo strumento, potentissimo, più importante dell’uomo. Possono costruire, ma possono anche distruggere. Le mani esprimono interazione, coordinazione, cooperazione, finalizzazione, armonia ed efficacia dei movimenti, come nella danza. Sono l’icona della costituzione del team di lavoro.

ASOLe mani raccontano tanto, non solo del lavoro: la vita vissuta, la gioia, la sofferenza, la condizione delle persone. Descrivono il carattere dei protagonisti e le emozioni, esprimono forza o debolezza, avvolgono, delineano, dirigono.

Ma delle mani a noi interessa una caratteristica identitaria delle persone: attraverso il loro utilizzo sapiente si esprime la “manualità”. Per manualità intendiamo non solo l’abilità nell’uso delle mani nelle attività umane e professionali, ma soprattutto l’attuazione di competenze specifiche.

E la scuola ha un ruolo fondamentale nell’accogliere questo aspetto, per formare persone che sappiano gioire, crescere e apprendere attraverso l’esperienza delle loro mani. Solo così la manualità diventa abilità. E’ su questa abilità che ci siamo soffermati e che ci ha fatto denominare il libro “manuale”.

Le attività umane, che hanno caratterizzato la cultura occidentale, da Aristotele in poi, sono state ripartire in tre generi: la teoria, l’azione e la creazione. Nel pensiero e nel linguaggio comune questa visione tricotomica oggi si è semplificata a bipartita: teoria e prassi.

Il rapporto teoria-prassi rappresenta uno dei nodi cruciali nella didattica, dove la scienza si preoccupa della teoria e la tecnica della prassi. Una ha bisogno dell’altra in un rapporto dialogante. La teoria che non si relaziona con i problemi della pratica finisce per risultare astratta, inefficace, vuota; ma anche la prassi senza la teoria vaga nel buio, andando per tentativi. In questo manuale si è cercato pertanto di fare convivere in modo armonico queste due visioni.

Nel mondo antico la tecnica (dal greco τέχνη “téchne” e dal latino “ars”) era intesa come “arte” nel senso di “perizia”, “saper fare”, “saper operare”. Tutte le abilità relative alla tecnica erano dette arti (medicicina, scultura, architettura, matematica ecc).

L’arte di un’attività (intellettuale o manuale) è possibile solo applicando delle “regole”. Galeno definì l’arte un “insieme di norme universali”, adeguate e utili poste al servizio di un fine definito. La tecnica implica l’adozione di un metodo e di una strategia nell’identificazione precisa degli obiettivi e dei mezzi più opportuni per raggiungerli.

Tra le diverse arti ci fu proprio lo sviluppo dell’arte medica, forse tra le più sublimi. Proprio l’arte ippocratica fornisce il più interessante modello teorico di metodo, in cui ogni nuova scoperta utile tiene conto delle precedenti, a cui è legata e dalle quali è resa possibile.
La medicina non è quindi una scienza, ma una pratica basata su scienze, che opera in un mondo di valori.

È una tecnica – nel senso ippocratico di techne – dotata di un suo proprio sapere e che differisce dalle altre tecniche perché il suo oggetto è un soggetto: l’uomo. Dobbiamo partire da qui. L’arte medica pone al centro del progetto di cura la relazione medico-paziente, che è una relazione tra persone prima ancora che una relazione professionale. Il ruolo dell’assistente dentale si inserisce in modo determinante proprio in questa relazione.

Vorremmo, pertanto, attraverso la divulgazione di questo manuale, prender parte a quello di cui oggi abbiamo tanta necessità: il recupero di valori più immateriali e umani per un nuovo umanesimo della medicina e quindi dell’odontoiatria, nelle quali la tecnologia si sta imponendo sia sul versante diagnostico che terapeutico; ma la compressione tra un crescente tecnicismo e le necessità organizzative e di competizione, non devono far perdere di vista questa relazione.