Le “manovre fiscali” estive e le novità per gli odontoiatri

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manovre ficali estive

Fino a qualche anno fa era il periodo di fine anno a vedere concentrate le principali novità fiscali con l’approvazione della ormai desueta “Legge Finanziaria”. Con l’avvento della crisi del 2011 in poi è aumentato il ritmo passando a due manovre fiscali all’anno: una in inverno e una in estate. Ad oggi siamo ormai arrivati a manovre fiscali quasi mensili con una conseguente confusione per i non addetti ai lavori tra bozze di disegni legge, emendamenti non confermati, decreti non convertiti. Data però la frenetica produzione normativa del legislatore fiscale negli ultimi periodi, è bene fare chiarezza sulle novità introdotte con la “collezione primavera-estate” di norme fiscali.

Due sono stati gli interventi legislativi che hanno impattato/impatteranno pesantemente sugli odontoiatri: il “Jobs Act dei lavoratori autonomi” e la “manovra correttiva” rispettivamente del mese di maggio e giugno scorso.

Le novità del Jobs Act

Il fratello minore del più conosciuto “Jobs Act dei lavoratori dipendenti” ha introdotto alcune significative novità favorevoli per gli odontoiatri.

1- Piena deducibilità per le spese di formazione dal 2017

È stato finalmente previsto che le spese per:

  • l’iscrizione a master
  • l’iscrizione a corsi di formazione o di aggiornamento professionale
  • l’iscrizione a convegni e congressi

siano deducibili al 100% dal reddito dell’odontoiatra, sia che operi con partita Iva individuale sia con studio associato. Vi è però un limite quantitativo: le spese per la formazione non possono superare i 10.000 € su base annua.

In questo importo rientrano anche le spese di viaggio e di soggiorno (quali, ad esempio, quelle sostenute per gli alberghi e ristoranti) che però rispetto al passato possono quindi essere “scaricate” interamente.

Giudizio: finalmente! È stata abolita una norma illogica che tendeva ad agevolare le società odontoiatriche penalizzando pesantemente professionisti.

2 - Rimborso non tassato dal 2017 delle spese per alberghi ristoranti rimborsate dal cliente

Questa novità ha un impatto sicuramente positivo in termini di risparmio di imposta, correggendo un abominio fiscale del passato.

Il punto è che riguarda situazioni poco frequenti per gli odontoiatri: a beneficiarne sono essenzialmente coloro che hanno collaborazioni presso altri studi (le cosiddette “consulenze odontoiatriche”) o svolgono attività di consulenza scientifica per imprese e organizzazioni.
In buona sostanza, a differenza di quanto accadeva in passato, nel caso di spese per alberghi e ristoranti o di viaggio e trasporto prepagate dal cliente dell’odontoiatra, queste non dovranno essere più riaddebitate in fattura dall’odontoiatra e, pertanto, non saranno tassate come un reddito professionale.

Qualora poi venissero sostenute dall’odontoiatra e addebitate analiticamente insieme alle prestazioni professionali, sarebbero deducibili al 100% e non più al 75% nel limite del 2% degli incassi complessivi annuali (compensi percepiti).

Giudizio: sicuramente positivo, soprattutto in riferimento alle spese per alberghi e ristoranti parzialmente indeducibili, ma di interesse per pochi.

3 - Novità residuali

È stata prevista la piena deducibilità delle spese sostenute per polizze assicurative contro il rischio di mancati incassi per prestazioni professionali: non si sentiva una particolare esigenza di questa conferma, ma sicuramente non può che essere accolta con favore.

È stata poi introdotta la disciplina per contrastare le clausole contrattuali “abusive”: di interesse per l’odontoiatria vi è l’impossibilità per il paziente di interrompere il rapporto professionale senza un congruo preavviso nel caso di prestazioni odontoiatriche continuative (esempio, l’ortodonzia o terapie con lunghi cicli di cura).

Infine, è stata estesa anche ai professionisti la disciplina che li tutela contro i ritardi nei pagamenti. Queste disposizioni erano finora in vigore solo per le imprese.

In buona sostanza, i termini di pagamento anche per le prestazioni dei professionisti, odontoiatri inclusi, sono ridotti, a seconda dei casi, a 30 o 60 giorni dalla data di ricevimento da parte del paziente della fattura o di una richiesta di pagamento assimilabile. Scaduto il termine, sarà possibile applicare sull’importo dovuto gli interessi legali di mora pari al tasso di riferimento della BCE maggiorato dell’8%.

Giudizio: tutte e tre le novità teoricamente sono positive, ma, a nostro giudizio, di scarsa utilità conoscendo l’operatività degli studi odontoiatrici.

La novità della manovra correttiva

L’altra disposizione che ha infiammato l’estate dei contribuenti italiani, odontoiatra inclusi, è stata la manovra correttiva approvata a fine aprile ma pienamente operativa solo da fine giugno. Le disposizioni introdotte, numerose, rispondono alla necessità del Fisco italiano di rientrare nei parametri europei e pertanto, come vedremo, non sono foriere di buone notizie o sconti fiscali.

1 - Blocchi sulle compensazioni dei crediti tributari

Questa è stata in assoluto una delle misure che più ha creato problemi ai contribuenti con partita Iva. La materia è molto tecnica e pertanto si consiglia vivamente di approfondire l’argomento con il proprio commercialista.

In sintesi però è stato introdotto l’obbligo di “certificazione” della dichiarazione dei redditi qualora emerga un credito di imposta superiore a 5.000 € e lo si voglia utilizzare per compensare altri tributi. È il caso ad esempio di un credito Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) che viene compensato con un debito Irap (imposta regionale sulle attività produttive). Questa novità comporta maggiori costi per i professionisti odontoiatri perché dovranno farsi rilasciare il “visto di conformità” dal proprio commercialista, che ne risponderà per l’eventuale infedeltà.

Ma vi è di più: dallo scorso 24 aprile gli odontoiatri, gli studi associati e le cliniche odontoiatriche, tutti soggetti dotati di partita Iva, dovranno obbligatoriamente utilizzare per le compensazioni analizzate qualche riga sopra (ad esempio, compensazione dell’Irap con un credito Irpef) i servizi telematici di pagamento dell’Agenzia delle Entrate, rispettivamente Fisconline o Entratel. Questa disposizione ha avuto un impatto devastante sulla operatività dei professionisti abituati da sempre a compensare quasi liberamente i crediti tributari. Anche perché, spesso, i tempi tecnici e l’iter burocratico necessario per ottenere le credenziali di abilitazione per i servizi Fisconline o Entratel sono stati molto lunghi e complessi.

Giudizio: un disastro! Lo scopo che ha spinto l’introduzione di questa ennesima complicazione era sicuramente nobile, evitare cioè l’utilizzo di crediti tributari inesistenti. Si è però scelta una strada molto complessa e spesso anche costosa che a ridosso delle scadenze annuali per il pagamento delle imposte (giugno – luglio) ha comportato pesanti disagi e blocchi di liquidità.

2 - Split payment anche per gli odontoiatri

Questa è un’ulteriore importante novità che sta avendo un impatto sulla categoria odontoiatrica, anche se in misura ridotta. Di fatto, consiste nell’obbligo di applicare il meccanismo dello split payment anche per le attività di consulenza scientifica (non quindi “odontoiatrica”), docenza o altre attività di carattere formativo rese da odontoiatri a favore dei seguenti soggetti:

  • Pubblica Amministrazione;
  • Società controllate direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri o dai Ministeri, dalle Regioni, dalle Province e dalle Città metropolitane, dai Comuni e dalle Unioni di comuni;
  • Società quotate alla Borsa italiana.

Il meccanismo, in vigore dello scorso 1 luglio, è abbastanza articolato: in buona sostanza, però, l’odontoiatra che fatturerà queste attività ai soggetti di cui sopra, emetterà la fattura con Iva trattandosi di prestazioni “non sanitarie” eseguite su pazienti.

L’imposta però non gli verrà pagata direttamente ma sarà versata all’erario direttamente dal suo cliente. La vera novità sta nel fatto che in precedenza i professionisti erano esonerati da questo regime per ragioni di semplificazione, motivazioni ora accantonate per esigenze di quadratura di bilancio.

Giudizio:  negativo! Sebbene l’impatto sia limitato ad alcune particolari prestazioni, le complicazioni burocratico amministrative che lo split payment si porta dietro sono notevoli e difficilmente gestibili da chi svolge questa attività in modo saltuario.

Conclusioni

Se il Jobs Act dei lavoratori autonomi aveva apportato modifiche potenzialmente favorevoli per gli odontoiatri, la manovra correttiva farà ricordare la campagna estiva delle norme fiscali come un momento particolarmente negativo nel già difficile rapporto tra contribuenti e Fisco. Per chi non si fosse ancora scontrato con i vincoli e nuovi limiti introdotti, è opportuno un approfondimento con il proprio commercialista per andare a valutare con una figura esperta i possibili impatti negativi sull’operatività quotidiana del proprio studio odontoiatrico.