Nei giorni 15 e 16 aprile 2016 si è svolto a Madrid il II Congresso Europeo di Storia dell’Odontoiatria, presso la magnifica sede della Real Academia Nacional de Medicina.
L’evento, patrocinato dalle tre più importanti società di Storia dell’Odontoiatria in Europa (spagnola, presieduta Prof. Javier Sanz, francese, presieduta dal Dott. Pierre Baron, e italiana, presieduta dal Prof. P. Zampetti), ha riscosso un grande successo di pubblico, che è intervenuto numeroso per le importanti tematiche trattate. I contenuti delle numerose relazioni presentate (43) non si sono limitati ad essere pure descrizioni aneddotiche del passato di uomini e situazioni, ma hanno saputo trasmettere ciò che fra le righe si voleva evidenziare: l’Umanesimo nell’Odontoiatria.
Infatti, in un periodo come quello attuale in cui in medicina l’eccessivo tecnicismo porta il medico a formulare diagnosi e a somministrare le relative terapie sulla scorta di freddi dati strumentali o laboratoristici, di fatto quasi senza visitare il paziente (non dimentichiamoci che anche la burocrazia si antepone alla vera semeiotica), il necessario recupero dell’arte medica passando dal “to cure” al “to care” (nell’etimologia anglosassone dal curare al prendersi cura), in quella auspicabile “medicina basata sulla persona” che riporta l’umanesimo nella nostra professione con recupero dei precetti di etica e deontologia che più di duemila anno fa Ippocrate aveva codificato, deve essere il paradigma che dovrà guidarci nel futuro prossimo.
In questa ottica non può non essere ricompresa l’Ars Dentaria, anche se interessi economici, che nulla hanno a che vedere con l’odontoiatria, in nome del profitto stanno cercando di trasformare quella che è libera professione in pura attività commerciale.
Basti ricordare come l’Evidence Based (Dentistry) ha regolamentato e standardizzato il modo di fare il medico (odontoiatra) che ha così perso quella sua autorevolezza, acquisita nel ciclo degli studi accademici, nei confronti del paziente che non gli si rivolge più come ad un “bonus pater familiae” bensì da lui pretende di essere guarito nel nome di una scienza ormai ai suoi occhi onnipotente: in altre parole prevale nell’immaginario collettivo il concetto di “uomo macchina” che il medico deve saper riparare.
Tuttavia in un recupero dei ruoli va sottolineata l’importanza dell’esperienza del passato, senza la quale il volersi riappropriare dell’etica medica diventa impresa quasi impossibile.
Citando una frase di Indro Montanelli, non bisogna dimenticare che “un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente”.
La Società Italiana di Storia dell’Odontostomatologia (SISOS) è stata ben rappresentata con 11 relazioni, sicuramente di argomenti eterogenei, pur tuttavia rispondenti al reale significato che il congresso richiedeva e più sopra ribadito; il passaggio dal “tecnicismo” all’“etica” della professione.
In dettaglio le relazioni italiane presentati da cultori della materia storica sono state: P. Zampetti (Pavia) “L’eredità storica di Vincenzo Guerini (1859-1955)”; G.C. Barbon (Monza) “Enrico Bottini: primo ideatore dell’antisepsi chirurgica e precursore di Lister”; V. Burello, G. Preti (Torino) “Storia nella Storia. Il museo luogo di memoria”; P. Carcieri (Torino) “Il Museo di Odontoiatria di Torino: la collezione di Igiene dentale”; G. Gassino (Torino) “La protesi facciale da Ambroise Parè ad oggi. L’evoluzione dei materiali”; L. Dal Carlo (Venezia) “Il carico immediato ed il suo perfezionamento”; M.E. Pasqualini (Milano) “L’origine italiana dell’Osteointegrazione (Ugo Pasqualini, 1962)”; R. Tempestini (Firenze) “La collezione di strumenti odontoiatrici del Museo Galileo di Firenze”; M. Pezzoli (Torino) “La magia della bocca”; F. Corradini (Trento) “Un frammento per la Storia dell’Odontoiatria”.
Alla chiusura il Prof. Zampetti ha ricordato che il prossimo Congresso Europeo di Storia dell’Odontoiatria (la terza edizione) si terrà a Torino nel 2019. ●
II Congresso Europeo di Storia dell’Odontoiatria
A cura di: Paolo Zampetti