rassegna bibliografica

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ERGONOMIA E POLTRONA DI LAVORO

Gordon’s Clinical Bottom Line
CR. Clinicians Report
2015; 8(4)

Circa l’80% dei dentisti e del personale di studio lamentano dolori alla schiena e alla nuca. Spesso le poltrone sono disegnate per curare soprattutto il comfort del paziente e non la postura dell’operatore. Ora sembra vi sia un nuovo modo di pensare la progettazione delle poltrone. Il dentista e il paziente devono poter otenere entrambi una posizione confortevole, almeno quando è possibile.

  • Posizione comoda dei tasti di controllo su entrambi i lati di arresto.
  • Variazione di ampiezza della cavità orale: 7, 11 cm.
  • Reclinabilità del sedile: 18, 0 cm.
  • Rapida e facile esecuzione.
  • Diverse opzioni della posizione del capo.
  • Schienale sottile: 8 cm per ottimizzare la posizione sotto lo schienale.
  • Larghezza: 35 cm
  • Comfort per il paziente.

Alcuni consigli per il dentista

  • Stiracchiarsi durante il giorno ed esercitarsi a irrobustire i muscoli della nuca e del dorso allo scopo di evitare il dolore e lo stress.
  • Mantenere una posizione neutrale per lavorare in prossimità del paziente e minimizzare la prolungata inclinazione, curvatura e alzata di spalle e braccia. Eventualmente, riposizionare il paziente sulla poltrona.
  • Scegliere la posizione dell’apparato a un’altezza confortevole ed evitare allungamento o contorsioni.
  • Programmazione delle diverse procedure di ogni giorno, per ridurre la ripetizione delle posizioni, minimizzare la fatica e lasciare la mente libera.

Conclusioni

La poltrona dovrebbe ottenere e mantenere una posizione di lavoro, minimizzando anche il rischio di ripetute lesioni da stanchezza e problemi alla nuca e alla schiena. ●

IMPIANTI MOLARI SINGOLI: PROGNOSI

Kim YK, Kim SW, Yun PY,
Hwang JW, Son MK
Int J Periodontics Restorative Dent 2010; 30

Le aree molari superiori e inferiori contengono importanti strutture ed esercitano forti forze masticatorie. Le forze occlusali sono maggiori negli uomini che nelle donne e aumentano in modo monotonico lungo l’arcata fino al primo molare con rischio:

  • di allentamento della vite;
  • di frattura delle componenti protesiche;
  • perfino di fallimento implantare.

L’impiego di due impianti raddoppierebbe la superficie di ancoraggio e la forza rotazionale. In caso di parafunzioni come bruxismo e serramento, è presente il rischio di complicanze e di fallimenti.

Materiali e metodi

Si inserirono, tra l’inizio del 2004 e il dicembre del 2006, 96 impianti in siti di difetti molari singoli, in soggetti di età compresa fra 22 e 68 anni. Subito dopo l’inserimento, con radiografie, mediante la tecnica di parallelismo a cono corto, si misurò il livello della cresta ossea vicino all’impianto.
In base alle cartelle e alla radiografia del paziente, fu monitorato il livello della cresta ossea, subito dopo l’intervento e ogni anno di seguito, dopo la consegna delle protesi.
Si verificò il riassorbimento della cresta della parte superiore dell’impianto alla prima area di contatto osseo.
Subito dopo aver completato la protesi definitiva, attraverso radiografie panoramiche e periapicali si verificò la presenza di una estensione mesiodistale: gli impianti con una differenza di oltre 2 mm erano considerati in estensione.
L’analisi statistica fu condotta con il sistema SPSS: un valore superiore P< 0,05 era ritenuto significativo.
Complicanze e fallimenti

Il periodo esaminato durò da 12 a 48 mesi. In tema di complicanze, si constatò una deiscenza della ferita in sei casi, in sei pazienti diversi. In due pazienti due impianti fallirono durante l’osteointegrazione.
Si osservò una differenza significativa tra lo sviluppo di complicanze protesiche, fra i gruppi con o senza estensione mesiodistale. ●

SOGLIA DI PERCEZIONE DELLE ASIMMETRIE

Pereira Silva B, Jimenez Castellanos E, Martinez de Fuentes R, Greenberg JR, Chu S
Int J Periodontics Restorative Dent 2014; 33(6)

Si constata che si percepiscono le asimmetrie facciali e dentali in modo diverso.

Scopo

Determinare la soglia di percezione visiva individuale delle asimmetrie facciali e dentali su un Modello della Faccia Simmetrico (SFM).

Materiali e metodi

  • Una fotografia frontale di un viso femminile viene manipolata per renderla simmetrica e allestire il SFM.
  • Si effettuano le modifiche sull’SFM con gli spostamenti della linea mediana dentale e del naso e del mento (Gruppo 1).
  • Si effettuano le modifiche delle inclinazioni della linea mediana dentale e del piano incisale (Gruppo 2).
  • Si ottengono così 24 immagini diverse, divise in due gruppi.
  • Cento persone scelte a caso, divise in due gruppi, analizzano ogni foto secondo i loro criteri di bellezza e di estetica, usando una scala analogica visiva.

Risultati

La soglia della percezione visiva trovata riguarda:

  • lo spostamento della linea mediana dentale di almeno 2 mm;
  • la deviazione del naso di almeno 4 mm;
  • l’inclinazione della linea mediana dentale di almeno 5 gradi;
  • l’inclinazione del piano incisale frontale di almeno 3 gradi;
  • la deviazione del mento quando è più di 6 mm.

Conclusione

In base ai dati emersi da questo studio sperimentale, hanno un impatto sulla percezione di bellezza e di estetica:

  • lo spostamento della linea mediana dentale;
  • la deviazione del naso;
  • l’inclinazione della linea mediana dentale;
  • l’inclinazione del piano incisale.
  • Le minime deviazioni del mento non sono notate. ●
A cura di: Alessandro Canton