Riabilitazione chirurgica implantare a carico immediato con provvisorio avvitato su paziente parodontopatico

1450
Fig. 1 TAC superiore preoperatoria.

Diagnosi

Studio

Trattamento

Controllo

L’obiettivo di questo caso clinico è quello di spiegare una tecnica chirurgica in estese riabilitazioni implantoprotesiche che permette, rispetto all’implantologia convenzionale, di ridurre i tempi, il numero di sedute e i disagi per il paziente.

MATERIALI E METODI

Paziente di 52 anni, di sesso femminile, si presenta alla visita odontoiatrica perché lamenta dolore, mobilità generalizzata sui denti superiori e inferiori e, inoltre, percepisce una certa insoddisfazione estetica stante la presenza di una esposizione radicolare di tutti gli elementi anteriori.

La paziente ci comunica che precedentemente è stata sottoposta a vari trattamenti di levigatura radicolare e di chirurgia mucogengivale negli ultimi 10 anni.

In sede di anamnesi generale verifichiamo che non ci sono particolari controindicazioni al trattamento chirurgico e implantare.

Dall’esame radiografico si nota una distruzione ossea estesa fino al terzo medio radicolare e un importante riassorbimento delle corticali, con ciò spiegandosi la mobilità e il dolore alla masticazione riferitoci dalla paziente.

Durante l’esame clinico si nota la presenza di un ponte di 3 elementi su 2 impianti in sede 2.4-2.5-2.6, e due impianti singoli in sede 3.6 e 4.6, tutti in ottime condizioni.

Dal punto di vista parodontale si rileva la presenza importanti recessioni gengivali e di tasche parodontali da 5 a 7 mm su elementi con mobilità di grado 2 e 3 su 1.1 – 1.2 – 1.3 – 1.4 – 1.5 – 1.6 – 1.7 – 2.1 – 2.2 – 2.3 – 3.1 – 3.2 – 3.3 – 3.4 – 3.5 – 4.1 – 4.2 – 4.3 – 4.4 – 4.5.
Il piano di cura prevede anzitutto l’estrazione degli elementi dolenti parodontalmente compromessi (1.1 – 1.2 – 1.3 – 1.4 – 1.5 – 1.6 – 1.7 – 2.1 – 2.2 – 2.3), e, successivamente, il posteriore posizionamento di impianti su 1.6 – 1.4 – 1.2 – 2.2 – 2.3 sull’arcata superiore, e su 4.5 – 4.2 – 3.2 – 3.5 sull’arcata inferiore.

La paziente accetta il nostro piano di cura, ma ci interroga circa la possibilità di realizzare l’intervento chirurgico in un solo giorno e in anestesia generale.

FASE OPERATIVA

In anestesia generale, previa visita anestesiologica e esami preoperatori, si decide di iniziare partendo dall’arcata superiore e si procede con le avulsioni degli elementi 1.1 – 1.2 – 1.3 – 1.4 – 1.5 – 1.6 – 1.7 – 2.1 – 2.2 – 2.3. Si esegue, prima di tutto, l’incisione dei tessuti molli sulla cresta ossea da 1.6 a 2.3 ai fini di allestire un lembo per accedere alla cresta ossea, e si esegue un rimodellamento osseo minimo con strumenti rotanti.

A questo punto si inizia la preparazione degli alveoli implantari eseguendo il passaggio della fresa lanceolata e della fresa pilota a 15mm di profondità, mantenendo un’angolazione di 17° in sede 1.2 – 1.4 – 2.2 – 2.3 e un’angolazione di 0° in sede 1.6. Successivamente si verifica il parallelismo posizionando dei segnali sugli alveoli implantari e si procede con il passaggio delle frese di Ø 3.30 e Ø 3.75 a 15mm di profondità sulla cresta ossea negli alveoli implantari strumentati precedentemente.

Al termine della preparazione degli alveoli implantari si procede con l’inserimento degli impianti e il posizionamento dei corrispondenti dei mua e transfer su tutti gli impianti posizionati.

Dopo aver posizionato i transfer si esegue la chiusura dei lembi con punti di sutura e si rimuovono gli eccessi di tessuto molle.

Una volta finita la parte chirurgica dell’arcata superiore si passa all’arcata inferiore iniziando con le avulsioni degli elementi 3.1 – 3.2 – 3.3 – 3.4 – 3.5 – 4.1 – 4.2 – 4.3 – 4.4 – 4.5, e, di seguito, si esegue un lembo a spessore totale dove si presta molto attenzione al nervo alveolare destro e sinistro.

Con una fresa si esegue un rimodellamento della cresta ossea ai fini di eliminare le creste aguzze. A questo punto si preparano gli alveoli del 3.2 e del 4.2 a 15 mm di profondità con un’angolazione di 0°, al termine della preparazione si procede con Inserimento degli impianti Ø 3.75 x 15mm e il posizionamento dei corrispondenti dei mua e transfer.

In sede chirurgica si decide di posizionare il 3.5 e il 4.5 con un’inclinazione di 30° per evitare lesioni al nervo alveolare e, quindi, si procede con la preparazione dei due alveoli implantari, l’inserimento di due impianti 3.75 x 15 mm negli alveoli precedentemente preparati e, infine, il posizionamento di mua angolati a 30° e dei transfer.

In fine si esegue la sutura dei lembi nell’ arcata inferiore e si prendono le impronte per le arcate provvisorie a carico immediato.

La paziente resta in ospedale ricoverata per 24h e viene sottoposta a una terapia farmacologica post-operatoria per via endovenosa.

Alle 24h dall’intervento avviene il posizionamento delle 2 arcate provvisorie a carico immediato, dopo 10 giorni vengono rimossi i punti di sutura e a partire dai 3 mesi si procede con le arcate definitive.

RISULTATI

Nel post operatorio non si è verificata nessuna complicanza a carico degli impianti o della protesi. Al follow-up a 4 mesi si nota un’ottima stabilità dei tessuti molli e dall’esame radiografico di controllo si apprezza un’ottima stabilità dei tessuti duri perimplantari.

Dal punto di vista estetico la paziente ci comunica che la protesi soddisfa le aspettative da lei richieste.

CONCLUSIONE

Da questo caso clinico si può dedurre che la riabilitazione chirurgica implantare a carico immediato con provvisorio avvitato risulta essere una soluzione predicibile da eseguire su pazienti con gravi parodontopatie, in quanto permette di ridurre notevolmente in tempi rispetto all’implantologia convenzionale e di garantire una buona funzionalità, diminuendo i disagi di una protesi provvisoria mobile.


legenda
legenda