Riabilitazione implantoprotesica post estrattiva a carico immediato: un case report

Immediate load post extractive prosthetic implant rehabilitation: a case report

Fig. 1 Estrattore Easy X-trac.
Fig. 1 Estrattore Easy X-trac.
Scopo del lavoro:

L’obiettivo che ci si pone in questo case report è quello di valutare l’efficacia del posizionare un impianto in sede 2.5 post estrattivo con l’avulsione atraumatica tramite l’utilizzo di un estrattore riducendo i tempi per la riabilitazione implantoprotesica, evitando procedure rigenerative e riducendo l’invasività (Fikl et al.).

Materiali e metodi:

La riabilitazione implantoprotesica contestuale all’avulsione dell’elemento dentario compromesso è una pratica chirurgica sempre più diffusa che aumenta l’accettazione del piano di cure da parte del paziente ma che tutt’ora non è presa in considerazione da molti odontoiatri. Tale procedura permette di evitare di dover aspettare i tempi di guarigione post estrattivi, garantire sufficiente supporto osseo intorno alla fixture implantare, abbassando il rischio di dover ricorrere a procedure rigenerative riducendo i rischi di un fallimento associati ad esse (Chen ST).

In questo case report giunge alla nostra attenzione una paziente di 34 anni con la richiesta di riabilitare l’elemento dentario fratturato a seguito di un incidente. All’esame clinico e radiografico è stata riscontrata la presenza dell’elemento dentario 2.5 non recuperabile protesicamente.

Previa anestesia locale si procede all’avulsione del residuo radicolare in maniera atraumantica tramite l’utilizzzo di un estrattore Easy x-Trac→, mantenendo così l’integrità dell’osso alveolare. Successivamente si procede alla revisione della cavità tramite cucchiaio chirurgico e inserimento di un impianto Essenthial→ a più di 37 N/cm di torque. Il giorno successivo è stata posizionata la corona protesica provvisoria.

Risultati:

Nelle visite di controllo si è riscontrato una buona guarigione dei tessuti perimplantari, un’osteointegrazione dell’impianto che ci ha permesso di eseguire il posizionamento della corona definitiva a distanza di 6 mesi.

Conclusioni:

La riabilitazione implantoprotesica a carico immediato in un post estrattivo permette di ottenere un risultato estetico e funzionale equivalente se non superiore rispetto alla tecnica tradizionale. Tale procedura permette inoltre di eseguire interventi meno invasivi, riducendo la durata della riabilitazione e aumentando il comfort del paziente. Posizionare impianti in sedi post estrattive si è dimostrato efficace sia nei settori anteriori che posteriori in pazienti di qualsiasi età (Chen ST).

Introduzione

La pratica chirurgica dell’inserimento immediato di una fixture implantare dopo l’estrazione di un elemento dentario è diventata sempre più comune, non solo per gli Odontoiatri specialisti in chirurgia ma anche per i generici, ma continua a lasciare dubbiose alcuni professionisti riguardo ai suoi rischi (Ferrus J.).

Questa procedura chirurgica è stata introdotta nel 1976 in alternativa al protocollo chirurgico proposto da Branemark. Diversi studi affermano che questo protocollo permette di ottenere un limitiato riassorbimento osseo fisiologico dopo l’estrazione se viene eseguita in maniera più atraumatica possibile (Fikl et al.).

Per eseguire l’avulsione atraumatica di elementi dentari monoradoclati o biradicolati è consigliato e sempre più comune l’utilizzo di un estrattore che permette l’avulsione in assenza di movimenti di rotazione e trazione, evitando l’allargamento dell’alveolo, minimizzando il rischio di danni alle strutture ossee adiacenti, riducendo così il riassorbimento osseo e il gonfiore post-operatorio.

L’obiettivo che ci si pone è andare a valutare l’efficacia della procedura di inserimento di una fixture implantare in un alveolo post estrattivo evitando le procedure rigenerative e favorendo la riduzione di invasività, complicanze intra e post-operatorie grazie anche all’utilizzo di un estrattore per l’esecuzione di un’avulsione atraumatica.

Materiali e metodi

Giunge alla nostra attenzione una paziente di 34 anni chiedendo una riabilitazione estetico-funzionale in tempi brevi per esigenze personali di un elemento dentario fratturato a seguito di un trauma minore. All’esame clinico intra ed extraorale insieme all’ausilio di una rx endorale si è riscontrata la presenza della radice del secondo premolare superiore di sinistra (2.5), avente mobilità di primo grado e sanguinamento al sondaggio parodontale. In accordo con la paziente, dopo averle enunciato le possibili alternative con i relativi pro e contro, si programma la seduta per l’avulsione atraumatica dell’elemento dentario fratturato, il posizionamento di una fixture implantare nell’alveolo post estrattivo e la sua protesizzazione provvisoria il giorno successivo.

Fig. 1 Estrattore Easy X-trac.
Fig. 1 Estrattore Easy X-trac.

Si procede in anestesia locale all’avulsione atraumatica del residuo radicolare tramite l’impiego dell’estrattore Easy X-trac→ (fig. 1). Tale strumento permette l’avulsione, impegnandosi al centro della radice, in modo atraumatico senza la necessità dello scollamento di un lembo e senza il compattamento dell’osso alveolare durante la mobilizzazione dell’elemento dentario in quanto elimina tutti le forze di rotazione e di traslazione che comportano una modifica dell’osso alveolare. Tale tecnica permette inoltre di garantire l’integrità delle pareti ossee alveolari, utili per il successivo posizionamento implantare senza necessità di inserire sostituti ossei. Una volta terminata l’avulsione è stata effettuata la revisione dell’alveolo tramite cucchiaio chirurgico, al fine di rimuovere residui di tessuti molli che potrebbero compromettere l’osteointegrazione della fixture implantare, ed è stato effettuato un lavaggio abbondante con soluzione fisiologica. Successivamente si procede alla preparazione del sito implantare in sede 2.5 e all’inserimento implantare a bassi giri ottenendo un torque di inserimento di 37 N/cm di torque.

Fig. 2 Preparazione sito implantare.
Fig. 2 Preparazione sito implantare.
Fig. 3 Posizionamento fixture implantare.
Fig. 3 Posizionamento fixture implantare.

Infine, si è controllata la giusta emergenza implantare, sono state rilevate le impronte con uno scanner intraorale al fine di protesizzare tramite provvisorio il giorno seguente. Prima delle dimissioni della paziente, è stata posizionata una vite di guarigione (fig. 4) e sono state prescritte la terapia antibiotica con amoxicillina per 6 giorni, terapia analgesica al bisogno e terapia antisettica locale con clorexidina.

Fig. 4 Rx endorale post chirurgica.
Fig. 4 Rx endorale post chirurgica.

Risultati

Il giorno successivo l’intervento è stata posizionata la corona protesica provvisoria. A distanza di 6 mesi dall’intervento è stata posizionata la corona definitiva.

Nei vari follow-up clinici e radiografici si evidenzia una buona stabilità implantare e dei tessuti peri-implantari anche dopo il carico funzionale, con un riassorbimento osseo inferiore ad 1 mm, in accordo con i risultati clinici che si trovano in letteratura. (Paolantonio M., Araujo MG.) (fig. 5).

Fig. 5 Rx endorale di controllo a 1 anno.
Fig. 5 Rx endorale di controllo a 1 anno.

Discussione

Sono numerosi gli articoli e le evidenze scientifiche a supporto del grande vantaggio che si può ottenere con l’inserimento di una fixture implantare in un alveolo post estrattivo, sebbene vi siano ancora delle scietticità e dei follow-up di maggior durata. Tra i principali vantaggi bisogna ricordare:

  • riduzione dei tempi e delle fasi chirurgiche (Caneva M.);
  • riduzione dell’assorbimento osseo fisiologico a seguito dell’avulsione se eseguita in maniera atraumatica (Caneva M.);
  • riduzione/eliminazione della necessità d’impiego di innesti per fronteggiare il rimodellamento osseo (Ferrus J.);
  • maggior comfort per il paziente, poiché non dovrà incorrere all’utilizzo di apparecchi mobili per il periodo di guarigione ed osteointegrazione (Chen ST.);
  • successo implantare superiore al 96% (Berglundh T.).

Conclusioni

Anche se il posizionamento di fixture implantari contestuale all’avulsione dell’elemento dentario è una pratica chirurgica che necessita grande esperienza e conoscenza, l’utilizzo di strumentario apposito, dove possibile, per eseguire avulsioni atraumatiche è il gold strandard per qualsiasi situazione clinica e qualunque sia il piano di trattamento e dovrebbe diventare una pratica abituale per tutti gli odontoiatri, anche per chi non si occupa di chirurgia orale.

Bibliografia:

1. Araujo MG, Sukekava F, Wennstrom JL & Lindhe J. s.d. «Tissue modeling following implant placement in fresh extraction sockets.» (Clin Oral Implants Res 2006a;17:615-624).

2. Berglundh T, Abrahamsson I, Welander M, Lange NP, Lindhe J. s.d. «De novo alveolar bone formation adjacent to endosseous implants.» (Clin Oral Implants res 2003; Vol. 14 (3) pp. 252-262).

3. Caneva M, Botticelli D, Salata LA, Souza SL, Bressan E & Lang NP. s.d. «Flap vs. “flapless” surgical approach at immediate implants: a histomorphometric study in dogs.» (Clin Oral Implants Res 2010b;21:1314-1319).

4. Chen ST, Darby IB, Reynolds EC, Clement JG. s.d. «Immediate implant placement postextraction without flap elevation.» (J Periodontol 2009, vol. 80 (1) pp. 163-72).

5. Ferrus J, Cecchinato D, Pjetursson EB, Lang NP, Sanz M & Lindhe J. s.d. «Factors influencing ridge alterations following immediate implant placement into extraction sockets.» (Clin Oral implants Res 2010;21:22-29).

6. Fikl, S, O Zuhr, H Wachtel, W Bolz, e M Huerzeler. s.d. «Tissue alterations after tooth extraction with and without surgical trauma: a volumetric study in the beagle dog.» (J Clin Periodontol 2008;35:356-363).

7. Paolantonio M, Dolci M, Scarano A, d’Archivio D, di Placido G, Tumini V & Piattelli A. s.d. «Immediate implantation in fresh extraction sockets. A controlled clinical and histological study in man.» (J Periodontol 2011;72:1560-1571).

8. PI, Branemark. s.d. «Osseointegration and its experimental background.» (J Prosthet dent 1983;50:399-410).

Materials and methods:

Implant-prosthetic rehabilitation concurrent with avulsion of the compromised tooth element is an increasingly common surgical practice that increases patient acceptance of the treatment plan but is still not considered by many dentists. This procedure avoids having to wait for postextractive healing time, ensures sufficient bone support around the implant fixture, and lowers the risk of having to resort to regenerative procedures by reducing the risks of failure associated with them (Chen ST).

In this case report, a 34-year-old patient comes to our attention with a request to rehabilitate her fractured tooth element following an accident. On clinical and radiographic examination, dental element 2.5 was found to be unrecoverable prosthetically.

After local anesthesia, avulsion of the root remnant is performed atraumatically using an Easy x-Trac→ extractor, thus maintaining the integrity of the alveolar bone. Next, the cavity was revised by surgical spooning and implant placement Essenthial→ at more than 37 N/cm torque. The next day, the provisional prosthetic crown was placed.

Aim of the work:

The aim in this case report is to go to evaluate the effectiveness of placing an implant in the 2.5 post-extraction site with atraumatic avulsion using an extractor reducing the time for implant-prosthetic rehabilitation, avoiding regenerative procedures and reducing invasiveness (Fikl et al.).

Results:

At follow-up visits, good healing of the peri-implant tissues, osseointegration of the implant was noted, allowing us to perform the placement of the definitive crown 6 months later.

Conclusion:

Immediate-load implant-prosthetic rehabilitation in a post-extraction setting allows for an equivalent if not superior esthetic and functional result compared with the traditional technique. This procedure also allows for less invasive procedures, reducing the duration of rehabilitation and increasing patient comfort. Placing implants in post extractive sites has been shown to be effective in both the anterior and posterior sectors in patients of all ages (Chen ST).