Riabilitazione protesica di due incisivi centrali con tecnica B.O.P.T.

discolorazione dell’elemento 21
Fig. 1 Situazione clinica iniziale caratterizzata da discolorazione dell’elemento 21 (devitalizzato), otturazione non congrua dell’elemento 11, abrasione del terzo incisale di entrambi gli incisivi centrali. Visione frontale.

Nelle riabilitazioni protesiche fisse supportate da denti naturali, uno degli obiettivi più importanti è la biointegrazione tra il manufatto protesico e i tessuti parodontali.
Uno dei problemi che possono verificarsi a livello dell’interfaccia perio-protesica è la migrazione apicale del margine gengivale che determina un inestetismo più o meno rilevante a seconda degli elementi dentari coinvolti.

In questo caso clinico è stata utilizzata la tecnica B.O.P.T., una nuova tecnica protesica descritta per la prima volta dal Dott. Ignazio Loi, che ha lo scopo di migliorare il rapporto tra il manufatto protesico e i tessuti parodontali. Il dente viene preparato in modo che la gengiva aderente possa conformarsi al profilo di emergenza protesico, sfruttando l’alto potenziale di adattamento dei tessuti.

legenda

discolorazione dell’elemento 21
Fig. 1 Situazione clinica iniziale caratterizzata da discolorazione dell’elemento 21 (devitalizzato), otturazione non congrua dell’elemento 11, abrasione del terzo incisale di entrambi gli incisivi centrali. Visione frontale.
Figg. 2, 3 Prima di iniziare la preparazione dei denti si effettua un accurato sondaggio per valutare il livello dell’attacco epiteliale. Dopo il sondaggio si procede alla preparazione dei denti. La preparazione non ha linee di finitura e si estende sotto gengiva fino all’attacco epiteliale. In questo modo il profilo di emergenza in corrispondenza della CEJ (giunzione amelo-cementizia) del dente viene annullato.
Figg. 4-6 Il provvisorio pre-limatura che è stato preparato leggermente largo e con i bordi iuxta gengivali, viene ribasato in modo che la resina vada anche nello spazio sotto gengivale. Il provvisorio così ribasato avrà una parte sotto-gengivale ed una sopra-gengivale che vengono raccordate riempiendo gli spazi con la stessa resina (pepe e sale).
Fig. 7, 8 Il provvisorio viene conformato con dei nuovi profili che saranno i riferimenti per la conformazione dei tessuti molli. Segnando la zona del solco con una matita si posiziona il provvisorio mezzo millimetro sotto gengiva.
Fig. 9 Provvisorio cementato.
Fig. 10-12 Dopo un mese dal posizionamento del provvisorio, a guarigione avvenuta dei tessuti parodontali vengono prese le impronte con tecnica a doppio filo, il primo di profondità (000) ed il secondo più grosso e superficiale (0) con la funzione di allargare i tessuti e permettere l’ingresso del materiale da impronta.
Figg. 13, 14 Il laboratorio prepara il manufatto protesico definitivo utilizzando due modelli, uno senza le gengive allo scopo di posizionare i margini di chiusura all’interno del solco gengivale e un modello con le gengive allo scopo di verificare il rispetto da parte del manufatto dei tessuti parodontali.
Fig. 15, 16 Il definitivo il giorno della cementazione.
Figg. 17, 18 Nel controllo a 6 mesi si nota l’adattamento dei tessuti alle nuove forme protesiche, la gengiva aderente è priva di infiammazione e ha mantenuto la conformazione a buccia d’arancia. Inoltre si può notare il completamento della papilla fino al punto di contatto rispetto al giorno della cementazione.
Figg. 19, 20 La situazione iniziale prima del restauro protesico e dopo 6 mesi dalla cementazione degli elementi definitivi, si può notare lungo i profili di emergenza delle protesi la formazione di uno spesso collare di gengiva aderente.