Congresso CDUO, riflessioni a 360° sull’odontoiatria del futuro

Dal 20 al 22 aprile si terrà per la prima volta in Sicilia, a Catania, organizzato in sinergia dalle tre sedi universitarie siciliane, il XXX° Congresso nazionale del Collegio dei Docenti Universitari di discipline Odontostomatologiche (CDUO) dal titolo: “La moderna odontoiatria tra tecnologie avanzate e umanizzazione”, a cui partecipano tutte le sedi universitarie italiane. Tanto più crescono le potenzialità della tecnologia, tanto maggiore è il rischio di perdere di vista il paziente nella sua complessità ma anche nella sua unicità E se si perde la capacità di presa in carico in modo globale della persona che soffre, si corre il rischio che i pazienti rifuggano dalla medicina cosiddetta “ufficiale” e si affidino a (pseudo) “professionisti” che danno l’impressione di farsi carico in modo “olistico” del paziente, ma lo fanno spesso in modo irrazionale, arazionale e/o antiscientifico. Tradurre nella pratica clinica l’umanizzazione delle cure significa quindi farsi carico del paziente nelle sue aspettative, esigenze, fragilità, priorità e disponibilità. E il piano di cura che deve essere proposto non deve essere il piano di cura dell’odontoiatra (quando va bene) o per l’odontoiatra ma del paziente e per il paziente. L’impegno sarà quello di confrontarsi su questi temi anche nell’ottica del percorso formativo delle nuove generazioni di professionisti.

Il fattore umano sarà sempre decisivo, sia in relazione all’operatore che al paziente. L’innalzamento qualitativo determinato dalle sempre più sofisticate tecnologie diagnostiche, i sempre più raffinati ausili terapeutici, l’affidabilità straordinaria di materiali e manufatti oggettivamente tendono a uniformare – ed è un bene se avviene verso l’alto – il livello delle cure che vengono garantite ai nostri pazienti. A questo punto la differenza tra gli operatori sarà data dalla capacità di capire di cosa necessita il paziente, di come lo desidera, di cosa ha bisogno per accettarlo. Nel congresso del Collegio di quest’anno abbiamo quindi pensato di aprire e chiudere la main session (per cui abbiamo previsto un programma che riteniamo di grande attrattività anche per i liberi professionisti) con due lectio magistralis apparentemente di segno opposto ma sinergiche: “Diagnosi e relazione: le tecniche e l’umanità”, tenuta da Vittorio Lingiardi, per aprire il programma venerdì mattina e “Revolutionizing il futuro con gli ultimi avanzamenti della semiconductor technology”, di Enrico Alessi per chiuderlo sabato. All’interno relazioni di forte impatto clinico e di ricerca traslazionale oltre alla consueta e sempre affollatissima sessione poster, con il record assoluto di proposte: saranno presenti, tra le altre, le sessioni delle scuole di specializzazione, dei corsi di laurea in igiene dentale, delle ASO e, per la prima volta, la presentazione del master delle università italiane in campo parodontale.

Durante l’assemblea e negli altri momenti di confronto “politico” si parlerà di odontoiatria pubblica e del ruolo che può/deve svolgere l’università in questo ambito, di riforme dei concorsi universitari, di etica della ricerca (tema su cui prenderemo una posizione molto forte), di ricerca e potenzialità del PNRR anche nel nostro ambito disciplinare, ma soprattutto di laurea abilitante. L’introduzione della laurea abilitante è un’occasione storica e forse irripetibile per consentire ai nostri corsi di laurea di fare l’ultimo salto qualitativo di cui necessitano. Il corso di laurea in odontoiatria, nato nel 1980, da molti anni garantisce un livello di preparazione teorica ottimo. A partire almeno dai primi anni duemila numerosi sono i corsi di laurea che in Italia hanno sviluppato una attività di tirocinio adeguata per quantità e qualità pur nelle specificità dell’impostazione delle singole sedi. Purtroppo però ciò non è accaduto con la medesima efficacia in tutte le sedi, e paradossalmente (ma forse no) la numerosità degli iscrivibili soprattutto nei corsi più in difficoltà non è stata calcolata limitandosi alle reali potenzialità di tirocinio.  Ciò non è più accettabile. E, con la laurea abilitante, non sarà più possibile.

Con il tirocinio pratico valutativo, ogni laureando dovrà svolgere al sesto anno di corso almeno 600 ore di tirocinio come primo operatore in tutte le specialità prima di poter sostenere l’esame abilitante. E la sua attività sarà ufficialmente validata. Ci siamo impegnati, con il ministero dell’Università, con la CAO, ma soprattutto con gli studenti, a effettuare una rilevazione annuale delle strutture disponibili (riuniti), del personale per il tutoraggio e delle prestazioni erogate e a condividere queste informazioni tra le sedi e le istituzioni. Ritengo molto significativo il rinnovato ruolo di stimolo e controllo cui sono chiamati i nostri studenti, nell’anno in cui celebriamo il 40° anniversario dell’AISO. Alcune università attiveranno la laurea abilitante a partire dal prossimo anno accademico. Ma l’attivazione è obbligatoria a partire dal 2027/28: in questo modo diamo tempo a tutte le sedi di adeguare strutture, organizzazione e attività clinica alle necessità formative, con il supporto convinto del CDUO e della Conferenza Permanente dei Corsi di Laurea in Odontoiatria. È una sfida impegnativa ma fattibile, al termine della quale tutti saremo orgogliosi del percorso di qualità che l’accademia ha deciso di percorrere con serietà e lungimiranza. 

Vi aspettiamo numerosi.

Durante l’assemblea e negli altri momenti di confronto “politico” si parlerà di odontoiatria pubblica e del ruolo che può/deve svolgere l’università in questo ambito, di riforme dei concorsi universitari, di etica della ricerca (tema su cui prenderemo una posizione molto forte), di ricerca e potenzialità del PNRR anche nel nostro ambito disciplinare, ma soprattutto di laurea abilitante.

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