Il ministero della Salute, agli inizi del 2017, ha accolto la proposta del Tavolo tecnico di odontoiatria ed ha istituito un gruppo di lavoro per la messa a punto di Linee guida nazionali per la diagnostica radiologica odontoiatrica in età evolutiva. Così da disciplinare la materia legata alla radiologia odontoiatrica.

Tale argomento era stato infatti proposto come di grande interesse nei percorsi odontoiatrici attuali.

Mi piace ricordare l’antefatto che ha suscitato questo interesse.

La Regione Lombardia, un po’ di anni fa, ha finanziato una ricerca, a mio parere molto interessante e molto utile, sull’utilizzo nella regione citata della tomografia computerizzata (CT) sulla popolazione adulta e infantile.

Gli autori della ricerca sono stati numerosi, appartenenti al mondo della radiologia, della fisica medica, della neuroradiologia, della pediatria ed anche dell’odontoiatria pediatrica.

Sono state analizzate le prestazioni radiologiche eseguite in Regione Lombardia nel periodo compreso tra il 2004 e il 2014.

I risultati di questo lavoro sono stati pubblicati sulla rivista European Radiology, nella sezione radiological education, a gennaio del 2018 (Computed tomography use in a large Italian region: trend analysis 2004-2014 of emergency and outpatient CT examinations in children and adults).

radiologia odontoiatricaRadiologia odontoiatrica, dati interessanti

Dall’analisi dei risultati, tutti molto interessanti, è emerso un rilevante incremento dell’esecuzione di tali prestazioni diagnostiche, in particolare nel campo odontoiatrico. Questo dato di prevalenza del fenomeno ha evidenziato come l’odontoiatra esprima comportamenti diagnostici diversi e forse non concordati con i tecnici radiologici ed i radiologi.

Tale fenomeno ha suscitato una forte esigenza di messa a punto di linee guida condivise tra i vari specialisti, nell’assoluto rispetto della sicurezza e di quanto i percorsi diagnostici certificati dalla ricerca scientifica debbano essere raccolti, evidenziati, usati nella formazione dell’odontoiatra e parimenti nella formazione degli studenti delle discipline odontostomatologiche.

Le linee guida nazionali, che si sono concluse con l’approvazione del Consiglio superiore di sanità, sono state messe a punto da un gruppo polispecialistico di ricercatori, distribuiti in varie sedi nazionali e con varie competenze specialistiche.

Il lavoro è stato molto impegnativo, ha seguito la metodologia indicata dal ministero della Salute per l’approntamento delle linee guida, ha recepito il quadro normativo vigente in questo settore, ha analizzato l’aspetto dei rischi radiologici e delle strategie di contenimento del rischio stesso nell’esecuzione degli esami diagnostici e ha poi declinato la diagnostica radiologica odontoiatrica nei vari campi dell’odontostomatologia e nello specifico in presenza di malattia cariosa e di malattia parodontale, di problematiche ortognatodontiche e gnatologiche, di patologie malformative cranio-maxillo-facciali, di anomalie dentarie e di traumi dentali.

Aver dedicato queste linee guida alla popolazione pediatrica è stata un scelta sanitaria molto precisa.

Si ritiene infatti che le problematiche del rischio e del contenimento dello stesso nei bambini e nei giovani adolescenti siano i primi bisogni a cui rispondere, senza nulla togliere ad analoghe problematiche che riguardano l’adulto e l’anziano.

Le linee guida sono difficilmente raccontabili nell’elenco di raccomandazioni proposte.

Vanno infatti studiate, analizzate con serietà e tempo a disposizione e recepite per il significato che hanno, che è quello di esprimere ciò che la ricerca scientifica fino ad oggi ha prodotto e che quindi mette a disposizione del clinico.

Non tutti gli argomenti trattati trovano risposte chiare nella letteratura scientifica disponibile; nelle pubblicazioni internazionali infatti i ricercatori non sempre riescono a rispondere in modo metodologicamente corretto alle problematiche diagnostiche che il clinico si trova ad affrontare.

Noi però, se siamo sanitari aggiornati e corretti, non possiamo permetterci di fare di testa nostra e quindi dobbiamo ogni volta pensare che la nostra esigenza diagnostica va coniugata con la sicurezza del paziente e dell’operatore, quindi le linee guida vanno studiate e applicate in modo rigido a garanzia che il nostro operato sia il più corretto possibile.

 

Come sanitari aggiornati e corretti non possiamo permetterci di fare di testa nostra e quindi dobbiamo ogni volta pensare che la nostra esigenza diagnostica va coniugata con la sicurezza del paziente e dell’operatore, quindi le linee guida vanno studiate e applicate in modo rigido a garanzia che il nostro operato sia il più corretto possibile”