Giuseppe Renzo (presidente Cao) scrive al ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Giuseppe Renzo, Presidente CAO
Giuseppe Renzo, Presidente CAO

Non usa giri di parole Giuseppe Renzo, presidente della Commissione albo odontoiatri (Cao), nella lettera aperta indirizzata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin per denunciare le troppe incongruenze e inefficienze della burocrazia italiana, che prevede, tra i tanti cavilli, anche iter autorizzativi differenti per ciascuna regione relativi all'apertura degli studi odontoiatrici, nonostante da mesi sia pronto un regolamento univoco non ancora attuato.

E' questo uno dei tanti aspetti critici richiamati nella missiva di Renzo, attraverso la quale si spiegano i motivi per cui gli odontoiatri italiani hanno deciso di aderire con convinzione alla manifestazione di protesta degli Stati generali della professione medica e odontoiatrica prevista per il prossimo 28 novembre a Roma.

Il presidente Renzo non rinuncia però al dialogo, e ribadisce con forza la necessità di dover portare avanti un confronto costruttivo e diretto con chi detiene il potere decisionale. In tale direzione viene rinnovato l'invito al ministro Lorenzin a voler partecipare all'assemblea della categoria prevista a Taormina nelle giornate del 3-4-5 dicembre, durante la quale verranno affrontate e dibattute le questioni più urgenti che interessano la professione.

Allo stato attuale delle cose, Giuseppe Renzo rivolgendosi alla Lorenzin si dice pronto: "a rassegnare le dimissioni nelle sue mani, non ritenendo più di contribuire alla perdita di valori fino ad oggi rappresentati in nome dell'etica e della deontologia, e di farci strumento di inganno delle persone che a noi affidano la loro salute!".

 

Di seguito il testo integrale della lettera aperta del presidente Cao Giuseppe Renzo indirizzata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

"La professione odontoiatrica non può più accettare che esistano, per l’apertura degli studi, 21 sistemi sanitari diversi, 21 inutili regolamenti e 21 diverse modalità di garantire i servizi sanitari!

Questo è uno dei perché più decisivi per cui tutti i dentisti italiani si uniscono con convinzione e rabbia alla protesta degli Stati Generali della professione medica e odontoiatrica che darà luogo alla manifestazione del 28 Novembre p.v.

Nell’assoluta assenza di migliaia di doverosi e necessari controlli a strutture sanitarie abusive che propagano e diffondono "cure" e gravi malattie, si chiudono gli studi medici, regolarmente gestiti, per cavilli burocratici!

Niente regole comuni che mancano per una colpevole inefficienza, se non per interessi, del sistema burocratico ministeriale.

Un regolamento univoco, da mesi predisposto al tavolo ministeriale, dopo una lunga e annosa gestazione, non trova la luce.

Perché?

Chi ha interessi da difendere, per bloccare un atto regolamentare necessario, opportuno, atteso, per combattere l'evasione e l'abusivismo?

Si tratta soltanto di inefficienza?

L’ultimo caso accaduto a Napoli dimostra quanto da noi paventato e denunciato: per assurdo, ai medici occorre l’autorizzazione amministrativa per poter esercitare, rilasciata oltretutto da chi non ha alcun potere di legge!

L'esercizio della professione, dice la legge, è consentito a chi è in possesso del diploma di laurea, dell’abilitazione e dell’iscrizione all'albo, e nel pieno possesso dei diritti civili!

Signor Ministro, Lei ha ricevuto il nostro invito a prendere parte ai lavori dell’Assemblea di TUTTA la professione odontoiatrica che si confronta, tra l’altro, anche sul tema delle autorizzazioni.

Il 3/4/5 dicembre a Taormina tutti i dentisti si interrogheranno sui migliori metodi per prevenire gravi malattie (non solo del cavo orale), curare con una rete di "dentisti sentinella" i nostri connazionali meno abbienti e i soggetti più deboli in forma volontaristica.

Signor Ministro, è un'occasione, ci permettiamo di sottolineare, forse unica che potrà consentire a Lei di fugare ogni preoccupazione attraverso il confronto con chi si occupa del rapporto con i pazienti, rendendoLe possibile parlare direttamente con chi rappresenta l'Istituzione Ordinistica - organo ausiliario della Pubblica Amministrazione - e con i portatori di legittimi interessi.

E' l'occasione migliore per garantire il riallacciarsi di un rapporto sempre più sfilacciato tra chi sta nel “palazzo” e chi opera in prima linea surrogando, a volte, anche le inefficienze del sistema pubblico.

Siamo pronti, ed io per primo, a rassegnare le dimissioni nelle Sue mani, non ritenendo più di contribuire alla perdita di valori fino ad oggi rappresentati in nome dell'etica e della deontologia, e di farci strumento di inganno delle persone che a noi affidano la loro salute!

Noi riteniamo legittima la battaglia comune dei medici a difesa del "ruolo medico" e su questo ed altri temi intendiamo confrontarci con Lei pubblicamente.

Riteniamo non più accettabile l'atteggiamento di chi non ha compreso e continua ad osteggiare l’attuale sistema imbrigliato nella burocrazia forse per conservare incarichi e prebende.

Sig. Ministro, ritengo a nome dei 60.000 dentisti, e interpretando il pensiero di tutti i medici, che Lei non si possa esimere dal fornire risposte mediante un confronto pubblico".

 

Giuseppe Renzo