Malattia parodontale e stili di vita

malattia parodontale

Negli ultimi decenni stiamo assistendo a un invecchiamento della popolazione italiana con un relativo aumento della prevalenza di alcune patologie croniche, malattia parodontale compresa.

Tra queste diabete e ipertensione sono le prime a comportare un incremento dei trattamenti farmacologici cui si è sottoposti.

È, ormai, noto il legame esistente tra l’infiammazione dei tessuti di sostegno dei denti e le malattie del cuore, il diabete e quelle autoimmuni.

Così come è noto che la prevenzione delle malattie del cavo orale rappresenti un elemento chiave per il controllo di patologie estese all’intero organismo.

Proprio queste le tematiche affrontate in occasione del congresso SIDP, svoltosi a Rimini con il professor Tomasi.

Parodontite: monitorarla e controllarla

La malattia parodontale è considerata la sesta complicanza, in ambito di cura e controllo del diabete, vista la sua stretta correlazione con i meccanismi biologico funzionali, quali stress ossidativo e disfunzione del sistema immunitario.

Aspetti che generano una serie di conseguenze in termini di parodontite e viceversa.

Le conseguenze, di cui parliamo, indipendentemente dal tipo di diabete, sono legate alla formazione dei composti glicosilati. Così come si possono manifestare una serie di complicanze quali retinopatia, nefropatia, ipertensione ed eventi cardiovascolari.

Il tasso glicemico viene misurato in 3 modi

In assenza dei sintomi tipici della malattia la diagnosi di diabete deve essere posta con il riscontro, confermato in almeno due diverse occasioni di:

  • glicemia a digiuno ≥126 mg/dl (per digiuno si intende almeno 8 ore di astensione dal cibo) oppure
  • glicemia ≥200 mg/dl 2 ore dopo carico orale di glucosio (eseguito con 75 g) oppure
  • HbA1c ≥48 mmol/mol (6,5%) (a condizione che il dosaggio dell’HbA1c sia standardizzato, allineato IFCC (International Federation of Clinical Chemistry and Laboratory Medicine) e che si tenga conto dei fattori che possono interferire con il dosaggio).

Oltre al diabete sono conosciuti altri stati di disglicemia.

Per definire queste condizioni deve tuttavia essere evitato l’uso del termine “pre-diabete”:

  • glicemia a digiuno 100-125 mg/dl (alterata glicemia a digiuno o impaired fasting glucose, IFG);
  • glicemia 2 ore dopo carico orale di glucosio 140-199 mg/dl (ridotta tolleranza al glucosio o impaired glucose tolerance, IGT);
  • HbA1c 42-48 mmol/mol (6,00-6,49%) (solo con dosaggio allineato IFCC).

 

collegamento tra malattia parodontale e diabeteMalattia parodontale e paziente diabetico

La revisione sistematica della letteratura ha dimostrato che la terapia non chirurgica ha un effetto sul controllo glicemico dei pazienti con diabete di tipo 2.

Nel paziente diabetico, infatti, bisogna tenere sotto controllo l’infezione parodontale per evitare lo scompenso (controllo del biofilm sopra gengivale con l’ausilio dello scovolino).

Andare a disorganizzare prima il biofilm nel sotto gengiva, significa liberare moltissimi fattori infiammatori. Situazione particolarmente deleteria proprio in presenza di diabete.

Così, in virtù di queste correlazioni, è stato redatto un documento congiunto tra AMD-SID – SidP nel 2015 e una consensus internazionale tra EFP e IDF nel febbraio 2017.

Si tratta di un accordo tra parodontologi e diabetologi, sia a livello italiano che internazionale. Da questo documento sono emerse linee guida utili per odontoiatri, diabetologi e medici di medicina generale.

In sostanza è importante che il paziente diabetico sappia di essere un soggetto con un maggiore rischio legato alla possibilità di sviluppare una parodontite.

Così come è fondamentale che sappia che la parodontite, non curata, potrà avere effetto sulla patologia diabetica.

Un impegno lungo 20 anni

Una valutazione attenta delle condizioni sistemiche del paziente e una conoscenza approfondita dei potenziali risultati clinici dei diversi approcci, come si evincono dalla letteratura, possono aiutare ad adottare le decisioni più corrette per ogni paziente.

Sunstar GUM è impegnata, da oltre 20 anni, nello studio della correlazione tra malattia parodontale e  malattie sistemiche e loro relativa prevenzione. Attività portata avanti attraverso l’operato della sua Fondazione.

Elemento fortemente innovativo, in tal senso, è stata la partecipazione all’evento benefico Sciare col Cuore, a favore di ADMO – Associazione Donatori Midollo Osseo.

Sabato 24 marzo, infatti, si è tenuto un convegno Sport&Salute dal titolo: “La prevenzione parte dalla bocca”, presso la Sala della Cultura, Centro Rainalter di Madonna di Campiglio.

Grandi nomi del settore parodontologico e dell’igiene dentale (professor Filippo Graziani Presidente della Federazione Europea di Parodontologia, il dottor Luca Lione – diabetologo, il dottor Nicola Marco Sforza Vice Presidente Società Italiana di Parodontologia e Implantologia ed Elisabetta Ferrara, Igienista Dentale Università di Chieti) hanno affrontato il tema legato all’importanza della salute orale sugli gli stili di vita per gli atleti nella attività agonistica e sportiva.

Il convegno, aperto ad atleti, stampa, allenatori e ai genitori degli sportivi è stato seguito, nella giornata di domenica 25 marzo da una gara benefica alla quale hanno partecipato i bambini.

I piccoli atleti hanno ricevuto, in omaggio, un kit per imparare – fin da piccoli – a fare della prevenzione un’arma vincente contro molte malattie.