Pulizia delle protesi dentarie e rischi per la salute orale: l’analisi di GSK sulle abitudini dei pazienti e il ruolo chiave del dentista

I pazienti chiedono consiglio al proprio dentista sull’igiene e la cura della propria protesi? E il dentista offre loro supporto e indicazioni adeguati? Esiste una prassi di informazione‐educazione efficace nei confronti dei pazienti rispetto alla gestione quotidiana delle protesi dentali? Questi e altri aspetti sono stati al centro dell’analisi scientifica e sociologica moderata da Norberto Maccagno, giornalista e direttore editoriale di Odontoiatria33.it, svoltasi in occasione del 58° Congresso Amici di Brugg e che ha visto l’intervento di Lilia Bortolotti, odontoiatra, e Maria Gaggiani, Head Expert Marketing GlaxoSmithKline.
Un appuntamento importante per approfondire i temi della gestione, cura e igiene delle protesi dentali, delle aspettative dei pazienti e per esaminare le possibili implicazioni e i rischi per la salute orale di una pulizia scorretta.
I dati di un’indagine internazionale, oggetto dell’analisi di GSK, azienda che commercializza il marchio Polident, evidenziano come le raccomandazioni del dentista possono avere un impatto chiave sull’utilizzo di pulitori specifici per le protesi dentali, ma anche come non esistano raccomandazioni chiare e condivise dai professionisti del settore Oral Care sulla pulizia delle protesi.
Negli Stati Uniti, il 35% delle indicazioni dei dentisti identifica il dentifricio come il prodotto più corretto e adeguato per la pulizia delle protesi, anche se alcune evidenze scientifiche hanno dimostrato che il normale dentifricio non è in grado di eliminare alcuni batteri, causa di stomatiti da protesi; inoltre, l’uso di un comune dentifricio così come l’uso di alcuni collutori può causare graffi o danneggiare il materiale delle protesi. A questo bisogna aggiungere che, nonostante il parere di un professionista sia fondamentale nella scelta di un pulitore per la protesi, l’88% dei pazienti preferisce utilizzare 8 o 9 diversi metodi di pulizia, contrariamente a quanto espressamente indicato loro dal dentista.
Dalla ricerca emerge infatti che molti pazienti adottano proprie routine di pulizia, spesso utilizzando soluzioni pulenti combinate con altre sostanze inclusi dentifricio, aceto, collutorio e sapone.
Una scarsa e inadeguata cura delle protesi potrebbe generare rischi non trascurabili non solo per la salute della bocca, ma anche per il benessere generale del paziente contribuendo a: un aumento del rischio di stomatiti, dovute al proliferare di funghi e batteri a causa dello scarso controllo microbico; un aumento del danno alle protesi, maggiormente esposte alla possibilità di abrasioni, ossidazione, corrosioni e danni chimici; generare nel complesso un’esperienza negativa, spesso fonte di disagio per i portatori di protesi, a causa della formazione di cattivi odori e macchie persistenti che impattano sulla vita personale e sociale.
Risulta quindi evidente il valore di una corretta informazione ed educazione all’utilizzo e manutenzione delle protesi, siano esse totali o parziali.
“Più dell’80% dei pazienti utilizza il normale dentifricio per pulire la propria protesi, nonostante essa sia 10 volte più delicata dello smalto dentale. Questo indica che resta ancora molto da fare nell’ambito dell’educazione a una corretta igiene orale, specie in presenza di protesi dentali” commenta Lilia Bortolotti, odontoiatra. “È fondamentale che tutti gli esperti del settore agiscano in modo mirato per formare - e non solo informare - i pazienti sulle buone abitudini di igiene e pulizia delle protesi dentali. Si può cominciare raccomandando l’utilizzo di prodotti specifici, come le compresse: sono antimicrobiche, efficaci nel rimuovere macchie e placca e nel ridurre le alterazioni della superficie delle protesi”.
Il ruolo dei dentisti e degli esperti assume quindi una rilevanza ancora più significativa: il loro sforzo e il loro impegno deve essere focalizzato nell’educazione alla continuità, all’adozione di buone e sane abitudini di igiene orale e di pulizia della propria protesi come momento fondamentale di tutela della salute.