Il Master in Odontologia Forense presso l’Università di Firenze

La “formazione” in area medico legale odontoiatrica in Italia trova il suo principale pilastro nel Master di secondo livello in Odontologia Forense, istituito presso la Sezione di Scienze Medico-Forensi dell’Università di Firenze e diretto dal professor Gian Aristide Norelli. Lo staff è quindi formato dalla professoressa Vilma Pinchi e dal sottoscritto, nonché da una serie di “tutor” competenti in area forense odontoiatrica.
Il Master è attivo (i primi quattro anni in forma di corso di perfezionamento) da quindici anni ed è realizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI).
Oltre ad esprimere il suo pieno e centrale significato specialistico, la scuola realizza da quindici anni una sinergia tra l’Università e la principale Associazione della libera professione odontoiatrica e risulta un modello formativo convincente e “vincente” considerato che la partecipazione e l’impegno didattico-formativo non hanno conosciuto flessione, ma anzi si sono rafforzato negli anni.
Accogliamo in questa rubrica due brevi interviste, rispettivamente ad una collega masterizzata negli anni scorsi e ad una collega studentessa, che appunto sta seguendo il corso quest’anno.

Quale arricchimento ha portato, nella quotidianità della tua professione, la partecipazione al Master in Odontologia Forense?

Mi sono iscritta al Master in Odontologia Forense perché da sempre sono interessata all’identificazione personale odontologica che non fa parte degli studi universitari di Odontoiatria.
Il corso del Master mi ha però anche fatto conoscere prima e amare poi l’ambito forense vero e proprio che mette un odontoiatra in grado di effettuare perizie come CTP, come CTU o in ambito assicurativo. Mi sono masterizzata nel marzo 2014 e, ad oggi, l’odontologia forense rappresenta ancora una parte marginale del mio lavoro di odontoiatra. Tuttavia gli studi seguiti al Master mi sono stati utili per rivedere aspetti del mio lavoro prima trascurati, come l’attenzione alla compilazione della cartella clinica, il far compilare sistematicamente i moduli di consenso informato, l’attenzione all’archiviazione dei documenti o anche solo il mio rapportarmi con il paziente. Per non parlare poi di argomenti come la compilazione di atti indirizzati all’Autorità Giudiziaria (referto o rapporto) a volte obbligatoria anche per il libero professionista e di cui mai nessuno mi aveva portato a conoscenza durante gli studi ordinari.
Sabrina Amore

Prendendo spunto dalla tua precedente formazione come odontoiatra, che tipo di stimoli produce dal punto di vista culturale e professionale lo studio dell’odontologia forense?

L’odontologia forense mi offre la possibilità di affrontare la professione in modo diverso: è un ambiente vivo e in fermento, che deve tenersi aggiornato. Trattandosi di una disciplina sia medica che legale, alla base di tutto vi è interdisciplinarietà e confronto continuo.
Il team fiorentino che mi ha accolto al Master è costituito da un pool di professionisti molto preparati, capitanati da un istrionico professore all’antica: il professor Norelli. È uno di quelli che parlano per ore a braccio, che ignorano le dieci diapositive alle loro spalle, e tu non ci fai nemmeno caso perchè la tua attenzione è totalmente carpita dal suo discorso. C’è tanta dedizione per la materia, ma soprattutto per la professione, da lasciarti a bocca aperta. Non illudiamoci: quintali di libri e presentazioni da studiare, ma nel momento in cui capisci che non puoi improvvisarti, che ogni cosa che dici deve essere chiara e supportata, che è un momento di crescita personale e professionale, allora sai anche che l’unico modo è quello: applicarti e studiare.
Anna Corica

A cura di: Marco Lorenzo Scarpelli