Gengivite ulcero-necrotica (NUG): caratteristiche e ruolo dell’igienista dentale

    Nectrotizing ulcerative gingivitis (NUG): clinical features and dental hygienist’s role

    Fig. 1 Gengivite ulcero necrotica con decapitazione papillare, necrosi gengivale marginale e sanguinamento spontaneo. Il paziente riferisce dolore costante moderato. Presenza di abbondante placca.
    Scopo del lavoro:

    Questo studio si propone di eseguire una revisione narrativa della letteratura sulla prevalenza, sulle caratteristiche cliniche e sull’approccio diagnostico-terapeutico della gengivite ulcero-necrotica, con particolare riferimento al ruolo dell’igienista dentale nella sua gestione.

    Materiali e metodi:

    È stata analizzata la letteratura scientifica inserendo in Pubmed e Google Scolar le keywords: “necrotizing, ulcerative, gingivitis, therapy”, prendendo in esame gli articoli scientifici dal 2000 ad oggi.

    Risultati:

    La NUG è una malattia rara (prevalenza <1%) a eziologia batterica opportunistica caratterizzata da un’evoluzione rapida e destruente. Il trattamento deve essere tempestivo e mirato con coinvolgimento di diverse figure professionali.

    Conclusioni:

    La diagnosi precoce e la pianificazione personalizzata del trattamento sono cruciali per curare la patologia. In aggiunta ai classici protocolli operativi, nuove procedure, più conservative e meglio tollerate dal paziente, hanno mostrato risultati promettenti. Un ruolo di fondamentale importanza nel management dei pazienti affetti è svolto dall’igienista dentale, il quale deve possedere gli strumenti e le conoscenze adeguati per affrontare la patologia.

    Introduzione

    Le patologie parodontali necrotizzanti sono un gruppo di malattie infettive dalle caratteristiche cliniche comuni, costituite da un processo infiammatorio rapido e aggressivo con compromissione parodontale e un’eziologia multifattoriale complessa. Per questi motivi sono considerate tra le più gravi condizioni infiammatorie associate ai batteri del biofilm del cavo orale (1, 2).

    In base alla localizzazione del tessuto interessato dal processo patologico acuto, le malattie parodontali necrotizzanti possono essere classificate in:

    • gengivite necrotizzante: quando è coinvolta solo la componente gengivale;
    • parodontite necrotizzante: quando la necrosi coinvolge il legamento parodontale e l’osso alveolare con conseguente perdita di attacco;
    • stomatite necrotizzante: quando la necrosi progredisce ai tessuti più profondi oltre la linea mucogengivale, compresa la mucosa delle labbra o delle guance.

    Tuttavia, si ritiene che queste condizioni possano rappresentare diversi stadi della stessa patologia in quanto presentano eziologia, caratteristiche cliniche e trattamento simili, sebbene varino in gravità (3).

    La gengivite ulcero-necrotica (NUG) è la forma più comune di patologia parodontale necrotizzante. Si presenta con necrosi e ulcerazione del margine gengivale e della papilla interdentale, associate ad alitosi, dolore, sanguinamento gengivale spontaneo, malessere generale e talvolta febbre (3,4). La malattia è particolarmente diffusa nei paesi in via di sviluppo, ma può insorgere anche in soggetti che vivono nei paesi industrializzati (5). Compromissioni del sistema immunitario, malnutrizione, stress psico-fisico, fumo e igiene orale carente costituiscono i principali fattori predisponenti per l’insorgenza e la progressione della NUG (5-10).

    Questo studio si propone di eseguire una revisione non sistematica della letteratura sulla prevalenza, sulle caratteristiche cliniche e sull’approccio diagnostico-terapeutico della gengivite ulcero- necrotica, con particolare riferimento al ruolo dell’igienista dentale nella sua gestione.

    MATERIALI E METODI

    È stata effettuata una ricerca bibliografica su Pubmed e Google Scholar inserendo i termini: “necrotizing, ulcerative, gingivitis, therapy” selezionando gli articoli inerenti dal 2000 in poi.

    RISULTATI E DISCUSSIONE

    Epidemiologia

    La NUG è una patologia batterica diffusa soprattutto tra i soggetti di età inferiore ai 30 anni. Nei paesi industrializzati la prevalenza della NUG in bambini e adolescenti è intorno al 6-7%, ma, nei paesi in via di sviluppo, può raggiungere il 25%. I giovani adulti sono colpiti più facilmente rispetto ai bambini, ma le complicanze sono più comuni nei bambini di età compresa tra 2-7 anni (11). Nei paesi industrializzati si manifesta in giovani affetti da notevole stress psico-fisico, o da malattie sistemiche che compromettono il corretto funzionamento del sistema immunitario. La NUG è spesso correlata ad infezione da HIV, allo stress e alla malnutrizione; in particolare la prevalenza della NUG nei soggetti HIV positivi (HIV+) varia dall’1% al 16%, rappresentando spesso la prima manifestazione clinica dell’infezione da HIV (12). Gli studi hanno dimostrato una riduzione della prevalenza di NUG dalla fine della Seconda guerra mondiale, con valori in calo dal 9,4 % a meno dello 0,03% (13).

    Eziologia

    L’eziologia della gengivite ulcero necrotica è infettiva, causata da una flora microbica costituita principalmente da anaerobi Gram-, in particolare spirochete e Fusobacterium spp. Questi microrganismi, penetrati nei tessuti, sono in grado di causare necrosi tissutale sia direttamente, attraverso la produzione di endotossine che producono danni cellulari e vascolari, sia indirettamente, attivando e modificando le risposte tessutali dell’ospite (sistema del complemento, macrofagi, linfociti B e T). Un peculiare aspetto della eziopatogenesi della NUG è rappresentato dalla presenza dei microrganismi ancora vitali non solo nelle componenti necrotiche dell’ulcera, ma anche nel tessuto epiteliale e connettivale (14). La NUG è quindi da considerarsi un’infezione opportunistica sostenuta da batteri commensali del cavo orale che, in presenza di fattori predisponenti locali e/o sistemici, sono in grado di ridurre le difese immunitarie locali e/o sistemiche ed esprimere la loro virulenza determinando necrosi tissutale (15). La correlazione tra l’insorgenza di NUG e i deficit immunitari è stata ampliamente dimostrata da diversi studi, in particolare si è visto che il grado della necrosi è strettamente proporzionale alla gravità del deficit immunitario. Altri fattori predisponenti la patologia sono malnutrizione, stress, infezioni, fumo, scarsa igiene orale, status socioeconomico e diabete (16). La malnutrizione agisce sull’integrità dell’epitelio orale, prima barriera contro le infezioni. Il deficit proteico, in particolare, comporta una marcata riduzione di sostanze antiossidanti nei tessuti, deputate a far fronte all’azione lesiva degli agenti ossidanti prodotti dai fagociti. La dieta ipoproteica instaura, inoltre, una severa alterazione endocrina con incremento dell’attività delle ghiandole surrenali e della secrezione di cortisolo. L’aumento di tale ormone riduce la chemiotassi dei leucociti PMN e altera il rilascio di citochine infiammatorie, inibendo la risposta immunitaria di questi soggetti. Nei pazienti malnutriti e immunocompromessi, se non trattata tempestivamente, la NUG può portare a parodontite ulcerosa necrotizzante. Quest’ultima presenta caratteristiche in comune con una condizione ben più grave, il cancrum oris, chiamato anche NOMA. Tale malattia rappresenta una forma di stomatite distruttiva necrotizzante, frequentemente letale, in cui risulta prevalente la stessa flora microbica mista fusospirillare (17). Pertanto, la gestione efficace nei primi giorni di infezione è fondamentale per evitare l’insorgenza di complicanze.

    Indagini epidemiologiche hanno dimostrato un aumento dell’incidenza di NUG in pazienti sottoposti a forti stress, in particolare le reclute militari, i soldati impegnati in prima linea, gli studenti in prossimità di un esame o i pazienti affetti da disturbi depressivi e ansia (12). L’incremento della produzione di ormoni corticosteroidei è notoriamente correlato al livello dello stress della vita quotidiana e al ciclo sonno-veglia. La letteratura ha riportato una stretta correlazione tra l’insorgenza di gengivite ulcero-necrotica e l’abitudine al fumo. In particolare, si è osservato che il numero di sigarette fumate è correlato alla gravità della malattia. I pazienti fumatori hanno un turn over cellulare rallentato, inoltre presentano una risposta immunitaria meno efficiente, in quanto è minore il numero dei leucociti e i meccanismi di fagocitosi sono rallentati (18). È ormai nota la stretta correlazione tra diabete non controllato e malattia parodontale. Il diabete è associato a un’alterata guarigione tissutale, una risposta monocitica esagerata alla placca batterica e una compromessa chemiotassi dei neutrofili; tutti questi fattori portano a un’aumentata distruzione cellulare (19). Recenti studi hanno correlato il diabete alla presenza di gengivite ulcero-necrotica, ipotizzando che gli stessi meccanismi eziopatologici alla base dell’associazione diabete e malattia parodontale agiscano in presenza di NUG (16). La scarsa igiene orale, modificando l’ecosistema microbico orale a favore di forme fusospirillari più aggressive, favorirebbe lo sviluppo di NUG (18). Tale alterazione della flora commensale risulta poi mantenuta dallo scarso livello di igiene orale nei pazienti, che, limitando le manovre di detersione per il dolore causato dalle lesioni erosive gengivali, favoriscono il deposito di grandi accumuli di placca sui denti, soprattutto lungo il margine gengivale. È frequente, infatti, osservare in questi pazienti una sottile pellicola biancastra che ricopre alcune porzioni della gengiva aderente, composta da cellule epiteliali desquamate e batteri immersi in un reticolo di proteine salivari (fig.1) (18, 20).

    Clinica

    A differenza delle altre forme di malattia parodontale, la NUG presenta una rapida evoluzione e carattere destruente. Per fare diagnosi di NUG devono essere presenti tre caratteristiche cliniche specifiche: dolore, necrosi interdentale e sanguinamento spontaneo o provocato (fig. 1); l’assenza di uno solo di tali segni o sintomi deve orientare a porre diagnosi differenziale nei confronti di altre patologie del cavo orale, con aspetti clinici talvolta simili (18, 21). Sono spesso presenti anche sintomi sistemici, come febbre, alitosi, malessere, linfoadenopatia e disidratazione (21). Dopo pochi giorni dall’esordio, le papille coinvolte, solitamente quelle dei settori frontali mandibolari, appaiono separate in una porzione vestibolare ed una linguale, con interposta un’area caratterizzata dalla perdita di sostanza papillare conseguente alla necrosi tessutale (fig. 1). Il processo di necrosi determina la formazione del caratteristico cratere gengivale, un’area caratterizzata dall’inversione della fisiologica morfologia gengivale, che a livello papillare assume un profilo concavo (18, 20). Le ulcere sono ricoperte da materiale molle bianco-giallastro o grigiastro denominato “pseudomembrana” che non presenta aderenza ai tessuti sottostanti (fig. 2). La pseudomembrana è costituita principalmente da fibrina e tessuto necrotico con leucociti, eritrociti e ammassi di batteri. La rimozione di questo materiale dà origine a un copioso sanguinamento ed espone il tessuto ulcerato sottostante. Le lesioni necrotizzanti si sviluppano con rapidità e sono molto dolorose, anche in fase iniziale quando le lesioni sono confinate tipicamente ai vertici di poche papille interdentali. L’area compresa tra la necrosi marginale e la gengiva sana mostra, spesso, una striscia eritematosa stretta e ben marcata, definita eritema lineare; questa alterazione è causata dall’iperemia dovuta alla dilatazione dei vasi del connettivo gengivale alla periferia delle lesioni necrotiche (18, 20) (tab.1).

    Tab. 1 : Caratteristiche cliniche ed eziologia della gengivite ulcero necrotica.

    Diagnosi

    La diagnosi di NUG è prevalentemente clinica ed entra in diagnosi differenziale con varie patologie della mucosa orale, tra cui l’ascesso parodontale, la stomatite erpetica, il pemfigoide benigno delle mucose, l’eritema multiforme essudativo, la gengivite streptococcica, la gengivite gonococcica e lesioni ulcerative correlate a patologie sistemiche. In alcune forme di leucemia, specialmente in quella acuta, si possono osservare ulcere necrotizzanti nella mucosa orale e non di rado a livello del margine gengivale. Nella leucemia acuta i tessuti gengivali appaiono sovente rosso-bluastri ed edematosi, con diversi gradi di ulcerazione e necrosi (18, 21).

    Fig. 2 Pseudomebrana estesa da elemento 12 a 22 in visione palatale in paziente con gengivite ulcero necrotica.

    Tutte queste condizioni possono coinvolgere la gengiva e il parodonto; per una diagnosi accurata dovranno essere eseguiti un appropriato esame obiettivo e una raccolta anamnestica mirata (22).

    Trattamento

    Il trattamento della NUG deve essere organizzato in fasi sequenziali:

    • trattamento della fase acuta;
    • trattamento della condizione preesistente;
    • correzione delle sequele della malattia;
    • terapia di mantenimento.
    • Trattamento della fase acuta

    Lo scopo del trattamento della fase acuta consiste nell’eliminazione della progressione della malattia, che, come detto in precedenza, si manifesta con lo sviluppo di necrosi tissutale. Un’altra importante finalità è ridurre il dolore e il malessere generale che possono compromettere in maniera grave l’assunzione di cibo e le manovre di igiene orale (18, 23). Questi due obiettivi primari possono essere ottenuti mediante:

    • detersione chimica con antisettici topici;
    • debridement superficiale (eventualmente previa anestesia);
    • terapia antibiotica;
    • istruzioni di igiene orale domiciliare.

    La gestione clinica del paziente con NUG in fase acuta richiede particolare accortezza, è indicata detersione chimica e una terapia meccanica molto delicata con rimozione della placca superficiale. La terapia meccanica è da modulare in relazione alla tolleranza del paziente e può essere associata all’utilizzo di anestetici topici o essere eseguita in anestesia locale. La strumentazione ultrasonica è da preferire a quella manuale perché permette la rimozione dei depositi soffici e mineralizzati esercitando una pressione minima sui tessuti molli (fig. 3) (24,25). Una terapia meccanica profonda eseguita durante il primo appuntamento può portare a batteriemia, dunque il debridement deve essere superficiale, delicato e, se necessario, eseguito in anestesia locale (24, 25).

    Fig. 3 Giovane ragazza di 14 anni con NUG in seguito a debridement superficiale senza anestesia.

    L’introduzione di procedure di rimozione del biofilm per mezzo di una composizione di aria e polvere (air–polishing, AP) ha dimostrato risultati promettenti come approccio terapeutico alternativo. La strumentazione con le tecniche convenzionali (ablatori ad ultrasuoni – curettes) causa nel tempo invariabilmente un certo grado di perdita di struttura radicolare; poiché i pazienti affetti da NUG seguono un programma di mantenimento parodontale frequente, potrebbero trarre beneficio da un trattamento meno aggressivo. I risultati attuali, inoltre, sottolineano una maggiore tolleranza del paziente al trattamento con AP rispetto al trattamento convenzionale, a causa di minore irritazione gengivale, minore percezione del dolore e della rimozione più rapida. Tuttavia, entrambe le modalità di trattamento sono efficaci nel ridurre la carica batterica (26-29). Alcuni studi sembrano dimostrare l’efficacia della laser-terapia in aggiunta al trattamento convenzionale. Il laser può essere utilizzato con l’obiettivo di ridurre il dolore e accelerare la guarigione delle ferite, migliorando la qualità della vita di questi pazienti (30, 31). L’ozonoterapia, inoltre, potrebbe aiutare nella riduzione della carica batterica agendo in modo mirato ed efficace contro i principali batteri patogeni che causano questa condizione. Quindi, può essere considerata un’opzione di trattamento molto promettente per lesioni come la NUG (33).

    L’utilizzo di probiotici topici nel trattamento della gengivite e della NUG potrebbe essere considerato una valida alternativa ai trattamenti convenzionali per la loro efficacia e sicurezza. Ad oggi devono essere condotti ulteriori studi che confermino questi risultati iniziali (33). La prescrizione di una terapia antibiotica è raccomandata nei pazienti che presentano sintomi sistemici come febbre e malessere. Il farmaco di prima scelta è il Metronidazolo (250 mg, 3 volte al giorno per 7 giorni) eventualmente associato ad amoxicillina (500 mg, 3 volte al giorno per 7 giorni) (34). L’applicazione topica di antibiotici non è indicata nel trattamento della NUG perché non è possibile raggiungere un’adeguata concentrazione all’interno delle lesioni (18, 23). Nei pazienti immunodepressi è indicata la somministrazione aggiuntiva di agenti antifungini. Di fondamentale importanza è l’istruzione all’igiene orale domiciliare. È necessario istruire il paziente sulla metodica più idonea da impiegare per una pulizia delicata ma efficace e informarlo sui dispositivi più adatti da utilizzare. L’azione del normale spazzolino da denti nelle aree con ferite aperte ostacola la guarigione; in queste zone i pazienti dovrebbero usare spazzolini ultra-morbidi, con tecnica a rullo, fino alla completa guarigione delle ferite. Sono consigliati dentifrici arricchiti con clorexidina con l’obiettivo di ridurre l’infiammazione gengivale e diminuire la carica batterica locale. Qualora l’utilizzo di spazzolini risulti difficoltoso e doloroso si consigliano sciacqui con collutorio alla clorexidina allo 0,2% per 60 secondi, due volte al giorno. La clorexidina è un antisettico di sintesi, attivo sia sui batteri Gram+ sia sui batteri Gram-: il suo utilizzo è indicato nei casi in cui il paziente non riesca ad eseguire manovre di igiene orale domiciliare quotidiana o nelle condizioni cliniche in cui vi è la necessità di un maggiore controllo della carica batterica; tuttavia, i numerosi effetti collaterali (disgeusia, pigmentazioni, lesioni mucose) pongono un limite massimo di utilizzo di 8-10 giorni. L’uso di una soluzione antisettica locale riduce l’infiammazione e il sanguinamento (23, 24, 35-37).

    In questa fase i soggetti affetti da NUG dovrebbero essere controllati quasi quotidianamente fino al raggiungimento, entro pochi giorni, di una riduzione della sintomatologia e a una scomparsa delle aree necrotiche.

    Trattamento della condizione preesistente

    Al termine della fase acuta, si inizia il trattamento della condizione cronica preesistente: la NUG, infatti, si verifica normalmente a seguito di una preesistente infezione cronica (gengivite). La rimozione meccanica sopra e sotto-gengivale verrà eseguita settimanalmente e diventerà più profonda con il miglioramento della tolleranza del paziente. Il trattamento locale deve essere sempre integrato con istruzioni di tipo educativo e motivazionale sull’igiene orale e sui fattori predisponenti la patologia. In questi casi può risultare utile:

    • l’ausilio di fotografie e opuscoli informativi;
    • dimostrazione dei protocolli di igiene orale su modello;
    • compresse rilevatrici di placca.

    La pianificazione del trattamento parodontale a breve, medio e lungo termine è la base per una prognosi favorevole. A medio e lungo termine fondamentale è focalizzarsi sullo stretto controllo della placca dentale, a tal proposito la collaborazione del paziente è essenziale per ottenere buoni risultati (38).

    Correzione delle sequele della malattia

    In seguito al trattamento di fase acuta si osserva una scomparsa della necrosi e della sintomatologia acuta. Le aree necrotiche hanno però modificato la forma delle papille interprossimali; queste zone sono facilmente colonizzate dalla placca batterica, e ciò predispone a recidive (18). In questi casi le procedure di gengivectomia, gengivoplastica o chirurgica rigenerativa possono essere utili per la correzione dell’architettura gengivale. Inoltre, i fattori locali predisponenti esistenti, come restauri sporgenti e spazi interdentali aperti, dovranno essere attentamente valutati ed eventualmente trattati (39).

    Terapia di mantenimento

    Dopo il completamento della terapia causale, il paziente deve rientrare in un programma di mantenimento per ottimizzare gli interventi terapeutici ed evitare le recidive. Durante questa fase l’obiettivo principale è assicurarsi il mantenimento di elevati standard di igiene orale e il controllo dei fattori predisponenti.

    La motivazione a un’igiene domiciliare adeguata è forse la parte più complessa della cura di questa patologia; i pazienti affetti da NUG presentano spesso abitudini di scarsa igiene orale e un atteggiamento negativo nei confronti del trattamento odontoiatrico; non è rara, infatti, l’interruzione del trattamento appena vi è una riduzione della sintomatologia acuta. Per prevenire questo problema è opportuno pianificare le motivazioni e i consigli da dare al paziente durante i richiami periodici dopo il trattamento della fase acuta. È anche rilevante fornire consigli riguardo alla modifica di stili di vita scorretti di questi pazienti, focalizzandosi non solo sulla riduzione dei livelli di stress e la cessazione del fumo, ma fornendo anche consigli su una corretta alimentazione (21,23). Si consiglia un protocollo di follow–up mensile per i primi 6 mesi post-trattamento e dei richiami trimestrali nei mesi a seguire. Se dopo un anno il livello d’igiene orale domiciliare rimane ottimale, si può passare ai richiami quadrimestrali (23).

    Trattamento nel paziente pediatrico

    Il trattamento dovrebbe essere adattato alla giovane età del paziente. Si consiglia la terapia con Metronidazolo, da 30 a 50 mg/kg/giorno per 7 giorni, divisi in 3 somministrazioni giornaliere. Il potenziale danno derivante dall’ingestione di antisettici topici come clorexidina e H2O2 dovrebbe indurre gli odontoiatri pediatrici a prescrivere questi farmaci non come sciacqui di collutorio, ma in toccature o in formato di gel.

    Ruolo dell’igienista dentale

    L’igienista dentale è un professionista sanitario che esercita in piena autonomia la propria attività, coadiuvando quella degli odontoiatri. Questa figura professionale si occupa, nello specifico, della prevenzione delle patologie odontostomatologiche, promuove la salute orale dei pazienti al fine di migliorarne anche la salute sistemica e riveste un ruolo importante nella terapia non chirurgica di mantenimento dei pazienti con malattia parodontale. In patologia orale l’igienista dentale svolge un ruolo fondamentale, essendo in grado di:

    • collaborare alla diagnosi precoce delle lesioni attraverso un attento esame obiettivo delle mucose orali durante la seduta di igiene orale professionale;
    • individuare fattori di rischio per l’insorgenza di lesioni alle mucose orali;
    • migliorare l’igiene orale di pazienti con lesioni gengivali attraverso protocolli specifici;
    • fornire un supporto motivazionale al paziente in particolare nella fase di mantenimento;
    • monitorare nel tempo lo status di salute orale e intercettare eventuali recidive (40).

    La diagnosi delle lesioni intraorali si basa su un’attenta correlazione di informazioni anamnestiche, cliniche e risultati di esami strumentali. L’igienista dentale deve essere in grado, attraverso un adeguato colloquio con il paziente, di individuare l’eventuale presenza di fattori predisponenti l’insorgenza di NUG (fumo, stress, immunodeficienze) e cercare di intervenire aiutando il paziente a modificare stili di vita e abitudini che possono essere cambiate (24, 39).

    L’esame obiettivo deve essere svolto in maniera accurata e precisa, partendo inizialmente con un’attenta ispezione dei tessuti periorali per individuare eventuali lesioni a livello cutaneo, in particolare al viso, cuoio capelluto, occhio e mani; ciò è necessario per fare diagnosi differenziale con altre patologie delle mucose orali. L’esame obiettivo intraorale deve essere eseguito con uno specchietto, un abbassalingua e una garza, in presenza di un’adeguata fonte luminosa; l’ispezione intraorale deve comprendere ispezione del palato duro, palato molle, dorso e ventre linguale, mucosa geniena e gengiva aderente (40). Un compito di fondamentale importanza dell’igienista dentale è l’acquisizione di fotografie intraorali, fondamentali per documentare lo stato delle lesioni gengivali dalla diagnosi alla remissione e il livello di igiene orale, in particolar modo durante il follow-up; inoltre, le fotografie possono essere utilizzate anche come strumento di motivazione a una corretta igiene orale nei pazienti meno diligenti (40).

    La gengivite ulcero-necrotica è una patologia caratterizzata dalla presenza di un’intensa sintomatologia dolorosa, l’andamento del dolore è lo specchio dell’evoluzione della malattia; l’igienista dentale ha il compito di coadiuvare l’odontoiatra nel monitoraggio dell’intensità e della variazione dell’algia (18, 23, 38). Di assoluta importanza per la diagnosi, la terapia e il follow-up delle NUG è la misurazione dei parametri parodontali. L’igienista deve essere in grado di eseguire un corretto e preciso status parodontale valutando (18, 23, 38):

    • profondità di sondaggio;
    • indice di placca;
    • indice di sanguinamento;
    • coinvolgimento di forcazioni;
    • presenza di recessioni;
    • mobilità dentale.

    L’igienista dentale ha quindi un ruolo attivo nel trattamento della NUG, in quanto deve essere in grado di diagnosticare tempestivamente, trattare efficacemente e monitorare questa tipologia di pazienti (24). In conclusione, l’igienista dovrà possedere le conoscenze e gli strumenti adeguati e aggiornati per affrontare insieme all’odontoiatra la patologia, determinando un approccio di tipo interdisciplinare che consentirà ai pazienti affetti di ottenere risultati migliori.

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    Materials and methods:

    The scientific literature was analyzed by inserting the following keywords in Pubmed and Google Scholar: “necrotizing, ulcerative, gingivitis, therapy”, examining scientific articles from the year 2000 onwards.

    Aim of the work:

    This is a non-systematic review of the literature on the prevalence, clinical features and diagnostic-therapeutic approach of necrotizing ulcerative gingivitis (NUG), with a main focus on the role of the dental hygienist.

    Results:

    NUG is a rare disease (prevalence <1%) with an opportunistic bacterial aetiology characterized by an acute, painful and destructive evolution. Treatment must be prompt and customized, involving different professional figures.

    Conclusion:

    Early diagnosis and personalized treatment planning are crucial to successfully treat the disease. More conservative procedures have shown promising results that are better tolerated by patients. The dental hygienist plays a fundamental role in the management of the disease and he needs appropriate tools and accurate knowledge to treat NUG.