Impianti trans-sinusali nelle riabilitazioni di severe atrofie del mascellare superiore

    L’obiettivo di questo case report è quello di descrivere il trattamento di severe atrofie del mascellare superiore tramite l’utilizzo di impianti tiltati trans-sinusali dopo un follow-up di 3 anni.

    Materiali e metodi

    Si presenta alla nostra attenzione, presso l’unità dipartimentale di Chirurgia Orale dell’Ospedale San Raffaele di Milano, un paziente 67enne di sesso maschile.

    All’anamnesi medica si riscontrano diabete e ipertensione.

    All’anamnesi odontoiatrica si rilevano interventi di implantologia e cure odontoiatriche primarie e il paziente riferisce una sensazione di fastidio e dolore nel primo, secondo e quarto quadrante, a carico di riabilitazioni implanto-protesiche.

    All’esame obiettivo si rileva la presenza di estese riabilitazioni implanto-protesiche nei settori diatorici del mascellare superiore: un ponte di 4 elementi su due impianti in sede 1.4-1.7 e un ponte di 3 elementi su 3 impianti in sede 2.4-2.5-2.6; sono inoltre presenti un impianto in sede 2.2 e una corona protesica a carico dell’elemento 2.3.

    Nell’arcata inferiore si rileva un’evidente atrofia associata a edentulia dei settori posteriori, con la presenza di un impianto con corona singola in sede 3.4 e in sede 3.6 e di due impianti in sede 4.4 e 4.5.

    L’impianto in sede 1.7 risulta con un BOP+, come quello in sede 2.5.

    L’impianto in sede 3.6 risulta con un sondaggio di 6mm e un BOP+, mentre l’impianto in zona 4.5 risulta mobile, con BOP+ e sondaggio di 8 mm.

    Il piano di trattamento prevede, nell’arcata superiore, il mantenimento dei pilastri implantari in sede 1.4, 2.2 e 2.4 e degli elementi dentali da 1.3 a 2.1 e la conseguente rimozione dei pilastri implantari in sede 1.7, 2.5 e 2.6 ed estrazione dell’elemento 2.3.

    A seguito della grave atrofia dei settori diatorici, l’opzione di trattamento proposta è l’inserimento di due impianti trans-sinusali in sede 1.6 e 2.6, con un’angolazione di circa 45° e MUA da 30°, che permetteranno di ottenere una corretta masticazione, senza cantilever.

    L’obiettivo di questo case report è quello di descrivere il trattamento di severe atrofie del mascellare superiore tramite l’utilizzo di impianti tiltati trans-sinusali dopo un follow-up di 3 anni.

    Fase operativa

    In anestesia locale, previa profilassi antibiotica, si procede all’allestimento di un lembo mucoperiosteo con incisione marginale e un’incisione di scarico verticale, mesiale all’elemento 1.3.

    Con strumenti rotanti tradizionali viene eseguita un’osteotomia della corticale vestibolare, in modo da creare una breccia all’interno del seno mascellare.

    A questo punto, la membrana di Schneider viene scollata dalla parete mesiale e da quelle frontali e caudali, per permettere l’inserimento implantare e una corretta ossificazione.

    Una volta preparata la cavità implantare, si procede all’inserimento di una fixture da 22 mm x 3.8 mm, con un’angolazione di circa 45°, e di un MUA da 30°.

    L’emergenza implantare risulta in posizione molare, mentre l’apice dell’impianto ingaggia la corticale della parete mesiale del seno mascellare per qualche millimetro.

    In sede chirurgica si decide di dilazionare il carico e di mantenere, momentaneamente, il pilastro implantare in sede 1.7.

    Visite di controllo sono state effettuate fino a 36 mesi dall’intervento.

    La stessa procedura è stata applicata, nel secondo quadrante, a 18 mesi dal primo intervento.

    Risultati

    Dopo un follow-up di 3 anni, la riabilitazione appare ben tollerata dal paziente e non sono presenti complicazioni biologiche meccaniche; non sono stati riportati segni di patologia peri-implantare e di riassorbimento della cresta marginale residua.

    Conclusioni

    Da questo case report si può evincere che il posizionamento di impianti tiltati tran-sinusali è una valida alternativa al rialzo di seno nelle severe atrofie delle regioni posteriori del mascellare superiore.

    Questa tecnica è indicata quando non è permesso il posizionamento di impianti tiltati convenzionali e prima di considerare procedure di innesto di osso autologo o impianti zigomatici.