L’uso del laser Nano-Yag nel trattamento delle malattie perimplantari

The use of Nano-YAG laser in treating peri-implant diseases

Scopo del lavoro:

Il seguente articolo ha come scopo quello di evidenziare la possibile applicazione di laser di tipo NanoYag nel trattamento delle malattie perimplantari (mucositi, perimplantiti). Saranno illustrati due casi clinici, uno di mucosite e l’altro di perimplantite, in cui verranno spiegati passo dopo passo l’utilizzo del protocollo che prevede l’utilizzo di laser di tipo NanoYag. 

Materiali e metodi:

Due pazienti, uno affetto da mucosite l’altro da perimplantite, sono stati sottoposti ad un trattamento che prevedeva l’uso del laser di tipo NanoYag (DMT Dental Medical Technologies).

Nel caso di mucosite è stata eseguita una decontaminazione a cielo chiuso avvalendosi anche di polveri di glicina per la decontaminazione sopragengivale e di polveri di eritritolo per quella sottogengivale. Nel caso di perimplantite è stato eseguito un lembo per esporre il difetto osseo intorno all’impianto, per poi procedere con la decontaminazione usando il protocollo laser assistito, concludendo infine con l’innesto di biomateriale e di una membrana in collagene.

Risultati:

La paziente affetta da mucosite dopo otto settimane presentava una completa risoluzione del quadro di mucosite. Il paziente affetto da perimplantite dopo tre mesi presentava un profilo osseo stabile dopo l’intervento rigenerativo laser assistito.

Conclusioni:

Sebbene si tratti di una tecnologia recente, il trattamento laser assistito sembra avere grandi potenzialità nel trattamento delle malattie perimplantari. In futuro avremo bisogno di studi prospettici con campioni più ampi che possano convalidare le evidenze presenti ad oggi. In conclusione, l’impiego del laser di tipo NanoYag sembra presentare dei vantaggi nel trattamento delle malattie perimplantari secondo diversi studi scientifici e l’esperienza degli autori.

Introduzione

L’implantologia osteointegrata ha rivoluzionato i trattamenti terapeutici permettendo di realizzare riabilitazioni complesse un tempo impensabili. Una recente revisione della letteratura sulla sopravvivenza implantare, comprendente solo studi longitudinali e follow-up a 10 anni, la attesta al 94,6% con un riassorbimento osseo marginale in media di 1,3 mm (1). Un altro lavoro, sempre una revisione sistematica, analizza l’evoluzione della survival rate (a 5 anni) degli impianti comparando gli studi pubblicati prima e dopo il 2000, trovando che la sopravvivenza è passata rispettivamente dal 93,5 al 97,1%, dimostrando quindi l’esistenza di un trend positivo dei risultati in implantologia (2).

I dati sulla perimplantite, di contro, sono meno chiari: a partire dalla definizione che si dà alla patologia e dai criteri per diagnosticarla (3), a tutt’oggi non standardizzati, per arrivare all’epidemiologia. Con il termine di malattia perimplantare si indica un processo infiammatorio dei tessuti che circondano un impianto. Le malattie perimplantari possono essere distinte in due categorie: mucositi e perimplantiti. Clinicamente la mucosite è caratterizzata dalla presenza di segni infiammatori (sanguinamento/suppurazione al sondaggio) senza perdita di osso, mentre la perimplantite è diagnosticabile dalla presenza di segni infiammatori e anche dall’aumento della profondità di sondaggio rispetto a valori misurati precedentemente (baseline) e/o perdita ossea che si estende oltre il normale rimodellamento fisiologico (0.5 mm in un anno). Nel caso in cui le misurazioni di baseline siano assenti, la perimplantite è diagnosticabile sempre dalla presenza dei segni di infiammazione, da sondaggi superiori o uguali a 6 mm e/o dalla presenza di una distanza fra la porzione più coronale della parte intraossea dell’impianto e il livello osseo che sia maggiore o uguale a 3 mm (4).

Da un punto di vista epidemiologico, una recente revisione sistematica ha stimato la prevalenza della perimplantite in un range compreso tra 1 e 47%, mentre la successiva metanalisi ha fissato al 22% la prevalenza di questa patologia (5-6).

Il laser in odontoiatria offre diverse opzioni terapeutiche, ed è utilizzato in un ampio ventaglio di applicazioni. Ogni laser emette luce di una specifica lunghezza d’onda, capace di agire selettivamente su specifiche componenti dei tessuti, tra gli altri acqua, pigmenti (emoglobina, melanina) e idrossiapatite (7). Il trasferimento di energia a questi bersagli, opportunamente modulata, porta ad avere sostanzialmente effetti ablativi, decontaminanti, biostimolanti (7). Spesso la comunicazione e il marketing amplificano le potenzialità correlate all’uso di una singola lunghezza d’onda, spingendo ad applicazioni che non rappresentano certamente il gold standard e generando confusione nell’utilizzatore.

Volendo coprire a 360 gradi le possibili applicazioni in odontoiatria, si dovrebbe fare uso di almeno 4 lunghezze d’onda diverse, sfruttando al meglio la selettività offerta da ognuna di esse. La letteratura scientifica internazionale ha ormai ampiamente dimostrato come la lunghezza d’onda emessa dal laser Nd:Yag (neodimio) sia la più efficace in tema di decontaminazione profonda, e la recente innovazione in tema di gestione di emissione della luce laser, emissione super pulsata, offre la possibilità di essere efficaci e decontaminare in assoluta sicurezza (8-9). L’evoluzione del laser Nd:Yag è rappresentata dal laser NanoYag (DMT Dental Medical Technologies) che ha la capacità di generare impulsi di 4 nanosecondi con una potenza di picco di 25000 watt e una frequenza di 20000 Hz; questi valori permettono di contenere un aumento di temperatura dell’impianto di soli 4 gradi senza alterare la morfologia della superfice implantare (10-11) rispetto al laser Nd:Yag non pulsato (aumento di temperatura pari a 12 gradi) o al diodo (aumento di temperatura anche fino a 50 gradi). Il presente articolo ha come scopo quello di illustrare le potenzialità dell’utilizzo del laser Nano-Yag nel trattamento delle malattie perimplantari.

Materiali e metodi

Primo caso

Una paziente di 80 anni, non fumatrice e in buone condizioni sistemiche, si presenta per un fastidio alle gengive nella zona del primo quadrante. Ad un esame clinico si evidenzia arrossamento, gonfiore e sanguinamento al sondaggio nell’area premolare, in cui sono stati inseriti due impianti (fig. 1).

Fig. 1 Segni clinici di mucosite: sanguinamento al sondaggio. Fig. 2
Radiografia endorale (2011). Fig. 3 Radiografia endorale (2022): assenza di perdita di livello osseo perimplantare.

Si procede con l’acquisizione di una radiografia endorale per poi confrontarla con una presa precedentemente, che viene utilizzata come baseline per valutare i profili ossei perimplantari (fig. 2-3). In questo caso si evidenzia come i profili ossei siano rimasti praticamente inalterati, portandoci alla diagnosi di mucosite.

Si procede con la rimozione della placca sopragengivale mediante l’utilizzo di polveri di glicina con Air-flow, mentre per la rimozione della placca sottogengivale si utilizzano polveri di eritritolo con apposito puntale per l’Air-flow (fig. 4).

Fig. 4 Decontaminazione con polveri di glicina sopragengivale (4a) ed eritritolo Air-flow sottogengivale (4b).

Si procede poi con l’utilizzo di un laser NanoYag (DMT Dental Medical Technologies) con fibra da 300 micron orientata verso l’interno al fine di decontaminare il sito, si imposta la potenza a 1.2 watt, la frequenza a 25.000 Hz, la durata dell’impulso a 3 nanosecondi, e l’erogazione in treno di impulsi di 10 microsecondi ON e 10 microsecondi OFF.

Fig. 5 Laser NanoYag 20 (movimento apico-coronale) e successiva irrigazione con perossido di idrogeno, 10 volumi, clorexidina in gel e aminogum in gel.

Si eseguono movimenti apico-coronali con la fibra all’interno della tasca per 1 minuto e successivamente si esegue l’irrigazione con perossido di idrogeno (10 volumi) e clorexidina in gel. Si prescrive al paziente Aminogum spray 3 volte/die per 3 settimane (fig. 5). Alla paziente sono state poi fornite le istruzioni per l’igiene domiciliare ed è stato dato un appuntamento di controllo a 8 settimane (fig. 6).

Fig. 6 Rivalutazione a 8 settimane con risoluzione dei segni clinici di mucosite.

Secondo caso

Un paziente di 58 anni, non fumatore, ed in buone condizioni sistemiche si presenta lamentando fastidio nella zona del terzo quadrante, in cui erano stati inseriti degli impianti precedentemente.

Ad un esame clinico la gengiva intorno agli impianti risulta essere infiammata con una aumentata profondità di sondaggio (fig. 7-8).

Fig. 7 Radiografia endorale (gennaio 2019) (7a) e radiografia endorale che evidenzia riassorbimento osseo evolutivo rispetto alla baseline (aprile 2021) (7b). Profondità di sondaggio di 9 mm (7c).

Si procede con l’acquisizione di una radiografia endorale che evidenzia un importante riassorbimento osseo perimplantare a livello dell’impianto in posizione 37 e confrontando la presente radiografia con una precedente si evidenzia come la perdita ossea sia stata approssimativamente di 5 mm (fig. 7). Pertanto, la diagnosi è di perimplantite.

Fig. 8 Segni clinici di perimplantite: sanguinamento al sondaggio, presenza di essudato siero-purulento e profondità di sondaggio di 9 mm.

Da notare che i contorni protesici incongrui presentano una concavità che rende impossibile la detersione, cofattore scatenante per i processi di perimplantite (fig. 9) (20). La procedura inizia con il disegno e il sollevamento del lembo chirurgico, si procede poi con osteoplastica e debridement meccanico della superficie implantare mediante inserti piezoelettrici dedicati insieme all’Air-flow con polveri di eritritolo (fig. 10).

Fig. 9 Contorni protesici incongrui presentano una concavità che rende impossibile la detersione, cofattore scatenante per i processi di perimplantite.

Si applica una soluzione satura di acido citrico per 30 secondi (fig. 11), si lava poi con soluzione fisiologica e prima di utilizzare il laser si applica del Betadine, in quanto funge da cromoforo per lo spettro di assorbimento della lunghezza d’onda emessa dal laser.

Si procede con la decontaminazione della superfice implantare con l’utilizzo di un laser NanoYag con fibra da 300 micron orientata verso l’interno al fine di decontaminare il sito, si imposta la potenza a 1.0 watt, la frequenza a 25.000 Hz, la durata dell’impulso a 3 nanosecondi, e l’erogazione in treno di impulsi di 10 microsecondi ON e 20 microsecondi OFF. Da notare come il colore della superfice implantare sia più lucido dopo il trattamento della superficie con il laser (fig. 12).

Fig. 10 Osteoplastica (10a) e decontaminazione dell’impianto con inserti piezoelettrici dedicati (10b)
e Air-flow con polveri di eritritolo (10c).

Si irriga con perossido di idrogeno a 10 volumi per 30 secondi (fig. 13), si lava con soluzione salina sterile. Si posizionano le viti di guarigione e si procede con l’inserimento di biomateriale (osso bovino deproteinizzato) nel difetto osseo (fig. 14).

Fig. 11 Applicazione soluzione satura di acido citrico (30 sec).

L’intervento poi si conclude adattando una membrana in collagene per proteggere l’innesto e posizionando le suture (fig. 15). Si prescrive al paziente poi una terapia antibiotica a base di amoxicillina e acido clavulanico (una compressa da 1 gr. ogni 12 ore per 5 giorni) e una analgesica a base di paracetamolo (una compressa da 1 gr. alla mattina e una alla sera a stomaco pieno per 5 giorni). Al paziente sono state poi fornite le istruzioni per l’igiene domiciliare ed è stato dato un appuntamento di controllo ad una settimana.

Fig. 12 Decontaminazione per 60 secondi con laser dopo attivazione con agente cromoforo (12a). Superfice implantare dopo il trattamento con laser (12b).
Fig. 13 Lavaggi con perossido di idrogeno 10 volumi (30 sec). Fig. 14 Inserimento di biomateriale (osso bovino deproteinizzato).
Fig. 15 Posizionamento di membrana riassorbibile in collagene (15a); sutura (15b).

Risultati

La paziente affetta da mucosite dopo otto settimane presentava una completa risoluzione del quadro di mucosite. Il paziente affetto da perimplantite dopo 3 mesi presentava un profilo osseo stabile dopo l’intervento rigenerativo laser assistito (fig. 16).

Fig. 16 Controllo radiografico a 3 mesi (16a), prima dell’inizio della fase protesica con le precedenti corone con profilo di emergenza modificato (16b).

Discussione e conclusioni

Alcuni studi hanno già dimostrato come l’impiego dei laser nel trattamento delle malattie parodontali possa favorire il miglioramento del quadro clinico e la rigenerazione parodontale (12-13). I benefici della terapia laser-assistita si estendono anche al trattamento delle malattie perimplantari, studi recenti hanno dimostrato come l’impiego dei laser nella perimplantite migliori significativamente il quadro clinico del paziente. Inoltre, mediante l’uso della terapia fotodinamica antimicrobica è sato dimostrato come sia possibile ridurre in modo sensibile la carica batterica nel trattamento delle perimplantiti (14-15). I benefici clinici che si ottengono mediante l’uso dei laser sono anche supportati da studi che hanno dimostrato come il laser Nd:Yag (NanoYag) sia efficace nella decontaminazione della superficie in titanio degli  impianti (16-17). L’impiego del laser si è rivelato utile anche nei trattamenti chirurgici rigenerativi di difetti ossei generati da perimplantite, in cui l’irradiazione della superfice implantare durante la chirurgia determina una migliore guarigione e un miglioramento della profondità di sondaggio (18). Uno studio recente ha evidenziato come negli Stati Uniti i paradontologi siano più inclini ad impiegare i laser nel trattamento delle malattie perimplantari rispetto ai colleghi europei (19). Sebbene si tratti di una tecnologia recente, il trattamento laser-assistito sembra avere grandi potenzialità nel trattamento delle malattie perimplantari. In futuro avremo bisogno di studi prospettici con campioni più ampi che possano convalidare le evidenze presenti ad oggi. In conclusione, l’impiego del laser di tipo Nano-Yag sembra presentare dei vantaggi nel trattamento delle malattie perimplantari secondo diversi studi scientifici e l’esperienza degli autori. 

Bibliografia:

Moraschini V, Poubel LA, Ferreira VF, Barboza Edos S: Evaluation of survival and success rates of dental implants reported in longitudinal studies with a follow-up period of at least 10 years: a systematic review. Int J Oral Maxillofac Surg. 2015 Mar;44(3):377-88.

Pjetursson BE, Asgeirsson AG, Zwahlen M, Sailer I. Improvements in implant dentistry over the last decade: comparison of survival and complication rates in older and newer publications. Int J Oral Maxillofac Implants. 2014;29 Suppl:308-24.

Bianchi F, Galli F, Capelli M, Zuffetti F, Weinstein T, Testori T. La perimplantite: parametri di valutazione diagnostica. QI&JOMI. 2015;1;97-99.

Berglundh T, Armitage G, Araujo MG, Avila-Ortiz G, Blanco J, Camargo PM, Chen S, Cochran D, Derks J, Figuero E, Hämmerle CHF, Heitz-Mayfield LJA, Huynh-Ba G, Iacono V, Koo KT, Lambert F, McCauley L, Quirynen M, Renvert S, Salvi GE, Schwarz F, Tarnow D, Tomasi C, Wang HL, Zitzmann N. Peri-implant diseases and conditions: Consensus report of workgroup 4 of the 2017 World Workshop on the Classification of Periodontal and Peri-Implant Diseases and Conditions. J Clin Periodontol. 2018 Jun;45 Suppl 20:S286-S291.

Derks J, Tomasi C. Peri-implant health and disease. A systematic review of current epidemiology. J Clin Periodontol. 2015;42 Suppl 16:S158-71.

Weinstein T, Clauser T, Del Fabbro M, Deflorian M, Parenti A, Taschieri S, Testori T, Francetti L. Prevalence of Peri-Implantitis: A Multi-Centered Cross-Sectional Study on 248 Patients. Dent J. 2020;8:80:1-9

Verma SK, Maheshwari S, Singh RK, Chaudhari PK. Laser in dentistry: An innovative tool in modern dental practice. Natl J Maxillofac Surg. 2012;3(2):124-132. 

Ben Hatit Y, Blum R, Severin C, Maquin M, Jabro MH. The effects of a pulsed Nd:YAG laser on subgingival bacterial flora and on cementum: an in vivo study. J Clin Laser Med Surg. 1996 Jun;14(3):137-43.

Slot DE, Kranendonk AA, Paraskevas S, Van der Weijden F. The effect of a pulsed Nd:YAG laser in non-surgical periodontal therapy. J Periodontol. 2009 Jul;80(7):1041-56.

Namour M, Mobadder ME, Mulongo B, Fagnart O, Harb A, Peremans A, Verspecht T, Teughels W, Nammour S, Rompen E. Assessment of Disinfection Potential of Q-Switch Nd: YAG Laser on Contaminated Titanium Implant Surfaces. Materials (Basel). 2021 Oct 14;14(20):6078.

Namour M, El Mobadder M, Magnin D, Peremans A, Verspecht T, Teughels W, Lamard L, Nammour S, Rompen E. Q-Switch Nd:YAG Laser-Assisted Decontamination of Implant Surface. Dent J (Basel). 2019 Oct 1;7(4):99.

Nevins M, Kim SW, Camelo M, Martin IS, Kim D, Nevins M. A prospective 9-month human clinical evaluation of Laser-Assisted New Attachment Procedure (LANAP) therapy. Int J Periodontics Restorative Dent. 2014 Jan-Feb;34(1):21-7.

Nevins ML, Camelo M, Schupbach P, et al. Human clinical and histologic evaluation of laser-assisted new attachment procedure. The International Journal of Periodontics & Restorative Dentistry. 2012 Oct;32(5):497-507.

Schwarz GM, Harris DM. Laser-assisted treatment of peri-implantitis: a retrospective cohort study. Gen Dent. 2020 May-Jun;68(3):18-25.

Fraga RS, Antunes LAA, Fontes KBFDC, Küchler EC, Iorio NLPP, Antunes LS. Is Antimicrobial Photodynamic Therapy Effective for Microbial Load Reduction in Peri-implantitis Treatment? A Systematic Review and Meta-Analysis. Photochem Photobiol. 2018 Jul;94(4):752-759

Namour M, Verspecht T, El Mobadder M, Teughels W, Peremans A, Nammour S, Rompen E. Q-Switch Nd:YAG Laser-Assisted Elimination of Multi-Species Biofilm on Titanium Surfaces. Materials (Basel). 2020 Mar 29;13(7):1573.

Namour M, El Mobadder M, Magnin D, Peremans A, Verspecht T, Teughels W, Lamard L, Nammour S, Rompen E. Q-Switch Nd:YAG Laser-Assisted Decontamination of Implant Surface. Dent J (Basel). 2019 Oct 1;7(4):99.

Wang CW, Ashnagar S, Gianfilippo RD, Arnett M, Kinney J, Wang HL. Laser-assisted regenerative surgical therapy for peri-implantitis: A randomized controlled clinical trial. J Periodontol. 2021 Mar;92(3):378-388.

Polymeri A, Loos BG, Aronovich S, Steigmann L, Inglehart MR. Risk factors, diagnosis, and treatment of peri-implantitis: A cross-cultural comparison of U.S. and European periodontists’ considerations. J Periodontol. 2022 Apr;93(4):481-492

Renvert S, Hirooka H, Polyzois I, Kelekis-Cholakis A, Wang HL; Working Group 3. Diagnosis and non-surgical treatment of peri-implant diseases and maintenance care of patients with dental implants – Consensus report of working group 3. Int Dent J. 2019 Sep;69 Suppl 2:12-17.

Materials and methods:

Two patients, one suffering from mucositis and the other from peri-implantitis, underwent a treatment that involved the use of the NanoYag laser (DMT Dental Medical Technologies). In the case of mucositis, a flapless decontamination was performed also using glycine powders for supragingival decontamination and erythritol powders for subgingival decontamination. In the case of peri-implantitis, a flap was performed to expose the bone defect around the implant, and then proceed with decontamination using the laser protocol, finally concluding with the grafting of biomaterial.

Aim of the work:

The following article aims to highlight the possible application of NanoYag lasers in the treatment of peri-implant diseases (mucositis, peri-implantitis). Two clinical cases will be illustrated, one of mucositis and the other of peri-implantitis, where the use of the protocol that involves the use of NanoYag lasers will be explained step by step.

Results:

The patient suffering from mucositis after 8 weeks had a complete resolution of the mucositis picture. The patient with peri-implantitis after 1 year had a stable bone profile after the laser assisted regenerative procedure.

Conclusion:

Although it is a recent technology, laser-assisted treatment seems to have great potential in the treatment of peri-implant diseases. In the future we will need prospective studies with larger samples that can corroborate the evidence present to date. At the present date the use of the NanoYag laser seems to have advantages in the treatment of peri-implant diseases according to several scientific studies and the experience of the authors.