Utilizzo del laser a diodo nella gestione estetica tissutale in protesi fissa

Fig. 1 Impiego del laser dopo la preparazione degli elementi dentali.
Fig. 1 Impiego del laser dopo la preparazione degli elementi dentali.
Scopo del lavoro:

L’obiettivo del seguente case report è quello di descrivere un intervento di gengivectomia in area estetica mediante l’ausilio del laser a diodo. 

Materiali e metodi:

Presso il Reparto di Odontoiatria e Protesi Dentaria dell’Ospedale San Raffaele di Milano, diretto dal Prof. E. F. Gherlone, si è presentata alla nostra attenzione una paziente di 45 anni per eseguire una riabilitazione protesica a livello del mascellare superiore in corrispondenza degli elementi 1.1 – 2.1 – 2.2 per motivazioni estetiche. È stato effettuato un attento esame obiettivo intra ed extra-orale che ha evidenziato la presenza di ipertrofia gengivale con localizzazione del margine gengivale in posizione coronale rispetto alla giunzione amelo-cementizia e successivi esami radiografici che non hanno evidenziato nessuna problematica di tipo endodontico-parodontale. Per poter soddisfare le richieste della paziente è stato redatto un piano di cura che ha previsto in fase di monconizzazione una fase chirurgica di gengivectomia per ripristinare un buon allineamento delle parabole gengivale degli elementi interessati alla riabilitazione protesica. La gengivectomia è stata effettuata con la tecnica laser, mediante l’utilizzo di un laser a diodo. Successivamente sono state consegnate alla paziente le corone provvisorie, sostituite dopo tre mesi con il manufatto protesico definitivo. 

Risultati:

Alle visite di controllo a 1 settimana, 1 mese e a 3 mesi la paziente non ha riferito nessun tipo di problematica postoperatoria e si è osservata un’ottima guarigione tissutale e un buon adattamento dei tessuti con il manufatto protesico. 

Conclusioni:

L’intervento di gengivectomia con laser a diodo, effettuato con tecnica alternativa rispetto a quella chirurgica con bisturi, ha consentito un maggior controllo dell’emostasi, un taglio chirurgico preciso e un miglior controllo del dolore postoperatorio. Ha consentito di ottenere un risultato ottimale predicibile e ottimale sia per l’operatore che per il paziente.

INTRODUZIONE

Con l’acronimo “LASER” si intende “Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation” e si tratta di una luce monocromatica e coerente che viene prodotta dal rilascio di diversi fotoni che innescano una catena di reazioni (1).

Questo strumento è stato introdotto in campo odontoiatrico all’inizio degli anni ’70 e ha trovato sin da subito largo impiego nelle varie branche odontoiatriche sia per la gestione dei tessuti molli e duri sia per motivazioni patologiche ed estetiche (2). 

I continui progressi tecnologici hanno consentito un netto miglioramento di tale strumento, rendendolo sempre più richiesto da parte dell’odontoiatra e dal paziente stesso. I principali vantaggi che emergono dalla letteratura scientifica sull’applicazione del laser all’interno della cavità orale sono: minore traumaticità, capacità di taglio selettiva, riduzione dei tempi di lavoro, azione di decontaminazione ed antibatterica, possibilità di campo operatorio esangue con conseguente miglior controllo dell’emostasi, riduzione del dolore pre e postoperatorio, miglior comfort per il paziente e buoni risultati estetici. La natura minimamente invasiva, una risposta e una guarigione dei tessuti più rapida, hanno reso il laser uno strumento da utilizzare nella quotidiana routine dell’odontoiatria protesica-estetica (3,4).

Nello specifico il laser a diodo emette un raggio di luce focalizzato ad una determinata lunghezza d’onda di 980 nm e 645 nm specifiche per i tessuti molli. Il raggio è collimato, quindi non si ha dispersione di energia, ma risulta essere focalizzato in un punto. 

Tale case report ha l’obiettivo di presentare un caso di gengivectomia in area estetica mediante l’applicazione del laser a diodi per mostrarne l’efficacia di tale strumento e la resa estetica che si può ottenere dopo il suo utilizzo (5).

MATERIALI E METODI

Nel mese di settembre 2021, presso il Reparto di Odontoiatria e Protesi Dentaria dell’Ospedale San Raffaele di Milano, diretto dal Prof. E. F. Gherlone, si è presentata alla nostra attenzione una paziente di 45 anni per eseguire una riabilitazione protesica a livello del mascellare superiore in corrispondenza degli elementi 1.1 – 2.1 – 2.2 per motivazioni estetiche.

In prima istanza è stato effettuato un attento esame obiettivo intra ed extra-orale che ha evidenziato la presenza di ipertrofia gengivale con localizzazione del margine gengivale in posizione coronale rispetto alla giunzione amelo-cementizia. A seguire sono stati eseguiti esami radiografici di primo livello: Ortopantomografia e Rx endorali in prossimità degli elementi interessati, che non hanno evidenziato nessuna problematica a livello del sistema stomatognatico/endodontico-parodontale.

Pertanto, per poter soddisfare le richieste estetiche della paziente ed ottenere un risultato ottimale e predicibile della riabilitazione protesica si è redatto un piano di cura che prevedeva l’esecuzione di una gengivectomia in corrispondenza degli elementi interessati prima della riabilitazione protesica.

Dopo aver valutato e redatto attentamente il piano di cura anche con metodiche digitali, si è progettato un nuovo sorriso tramite software, in modo da definire virtualmente nuove proporzioni e rapporti fra i tessuti molli e duri, prestando attenzione anche alle proporzioni del volto in modo da stabilire un’adeguata dimensione verticale.

Previa sottoscrizione del consenso informato e anestesia locale con mepivacaina cloridrato in assenza di vasocostrittore (Ubistesin 40 mg/ml, 3M ESPE, Italia) si è proceduto alla preparazione degli elementi dentali (1.1 – 2.1 – 2.2).

Al termine della preparazione si fa effettuare al paziente uno sciacquo con collutorio a base di clorexidina 0.20% in modo da ridurre la contaminazione batterica.

In fase di monconizzazione viene così effettuata la gengivectomia, mediante l’ausilio di un laser a diodi con fibra ottica leggermente accorciata in modo da avere la massima precisione possibile (Diode laser – Raffaello – DMT Srl – Lissone (MB), Italia).

Il protocollo di gengivectomia prevede l’utilizzo del laser a diodo 980 nm con fibra di 320 nm a 2 Watt di potenza di continuous wave (CW).  La fibra dopo essere stata attivata deve essere posizionata perpendicolarmente ai tessuti molli, in modo da ottenere un intervento che sia il più preciso e corretto possibile. In questo modo il tessuto in eccesso viene rimosso (figura 1).

Fig. 1 Impiego del laser dopo la preparazione degli elementi dentali.
Fig. 1 Impiego del laser dopo la preparazione degli elementi dentali.

A seguire si procede con l’utilizzo del laser sul tessuto residuo in modo da conferire un corretto andamento delle parabole, determinando così in maniera irreversibile il nuovo profilo gengivale. (figura 2, 3).

Fig. 2 Fase di gengivectomia.
Fig. 2 Fase di gengivectomia.
Fig. 3 La sonda indica 4 mm di sondaggio, indicazione alla chirurgia resettiva del tessuto cheratinizzato.
Fig. 3 La sonda indica 4 mm di sondaggio, indicazione alla chirurgia resettiva del tessuto cheratinizzato.

Durante tutto l’intervento bisogna tener presente che la fibra del laser viene pulita dai frustoli di gengiva con un rullo di cotone in modo da garantire un’ottima capacità di taglio per tutta la durata dell’intervento. Non si è verificato sanguinamento e il taglio che si è ottenuto è stato pulito e preciso, evitando la carbonizzazione e il deterioramento dei tessuti.

Al termine della fase di gengivectomia si è proceduti al posizionamento del manufatto protesico provvisorio.

Dopo tre mesi, il manufatto protesico provvisorio è stato sostituito con il manufatto protesico definitivo in zirconia (figura 4).

Fig. 4 Risultato finale protesico e dei tessuti gengivali.
Fig. 4 Risultato finale protesico e dei tessuti gengivali.

RISULTATI

Alla visita di controllo dopo una settimana la paziente non ha riferito nessun tipo di problematica postoperatoria. Si è osservata un’ottima guarigione tissutale e un buon adattamento dei tessuti con il manufatto protesico. Il tutto è stato confermato al passare dei tre mesi quando è stato consegnato il manufatto protesico definitivo. 

DISCUSSIONE

I laser dentali nel corso degli anni hanno dimostrato numerosi vantaggi nel trattamento dei tessuti molli soprattutto nel caso di trattamenti estetici riguardanti la regione anteriore del mascellare superiore, in cui la posizione del margine gengivale labiale risulta essere un paramento di fondamentale importanza nel raggiungimento di un sorriso ideale. È necessaria una buona conoscenza del rapporto/interazione laser-tessuto per poter ottenere risultati prevedibili senza incorrere in complicanze post-operatorie come la recessione gengivale o danni al tessuto di supporto (3-6).

Da diversi studi della letteratura emerge come le ferite laser presentino un grado minimo di contrazione e di cicatrizzazione dato dal fatto che contengono un numero inferiore di miofibroblasti. (7-9).

Il laser oltre a risultare estremamente utile nella pratica clinica dell’odontoiatra è fortemente apprezzato anche da parte del paziente, in quanto riduce drasticamente il dolore post-operatorio e le possibili complicanze a cui si può incorrere in fase di trattamento (10).

CONCLUSIONI

L’utilizzo del laser mediante i corretti parametri e seguendo un protocollo lineare, consentono al clinico l’esecuzione di una procedura clinica che sia il più predicibile possibile. Il laser a diodo risulta essere un valido ausilio nella pratica odontoiatrica grazie alla sua precisione di taglio e alla possibilità di modulare i processi biologici a livello tissutale. 

Bibliografia:
  1. Welch AJ, Torres JH, Cheong WF. Laser physics and laser-tissue interaction. Tex Heart Inst J. 1989;16(3):141-9. PMID: 15227198; PMCID: PMC324873.
  2. Green J, Weiss A, Stern A. Lasers and radiofrequency devices in dentistry. Dent Clin North Am. 2011 Jul;55(3):585-97, ix-x. doi: 10.1016/j.cden.2011.02.017. Epub 2011 Apr 15. PMID: 21726692.
  3. Gounder R, Gounder S. Laser Science and its Applications in Prosthetic Rehabilitation. J Lasers Med Sci. 2016 Fall;7(4):209-213. doi: 10.15171/jlms.2016.37. Epub 2016 Oct 27. PMID: 28491254; PMCID: PMC5415496.
  4. Gracco A, Tracey S, Lombardo L, Siciliani G. Soft tissue laser in orthodontics. Prog Orthod. 2011;12(1):66-72. doi: 10.1016/j.pio.2010.12.002. Epub 2011 Mar 17. PMID: 21515234.
  5. F. Cattoni, G. Gastaldi, B. Rebba. Applicabilità del laser a diodi in protesi: impieghi clinici
  6. Capodiferro S, Kazakova R. Laser-Assisted Gingivectomy to Treat Gummy Smile. Dent Clin North Am. 2022 Jul;66(3):399-417. doi: 10.1016/j.cden.2022.02.004. Epub 2022 May 31. PMID: 35738735.
  7. Zeinoun T, Namor S, Dourov N, et al. Myofibroblasts in healing laser excision wounds. Lasers Surg Med 2001;28(1):74–9. 
  8. Hendrick DA, Meyers A. Wound healing after laser surgery. Otolaryngol Clin North Am. 1995 Oct;28(5):969-86. PMID: 8559583.
  9. Neiburger EJ. Rapid healing of gingival incisions by the helium-neon diode laser. J Mass Dent Soc. 1999 Spring;48(1):8-13, 40. PMID: 10740521.
  10. Magid KS, Strauss RA. Laser use for esthetic soft tissue modification. Dent Clin North Am. 2007 Apr;51(2):525-45, xi. doi: 10.1016/j.cden.2006.12.005. PMID: 17532926.
Materials and methods:

At the Department of Dentistry and Dental Prosthetics of the San Raffaele Hospital in Milan, directed by Prof. E. F. Gherlone, a 45-year-old patient came to our attention to perform a prosthetic rehabilitation at the level of the upper jaw at elements 1.1 – 2.1 – 2.2 for esthetic reasons. A careful intra- and extra-oral objective examination was performed, which showed the presence of gingival hypertrophy with localization of the gingival margin in a coronal position with respect to the amelo-cement junction. A successful radiographic examination showed no endodontic-periodontal problems. In order to meet the patient’s demands, a treatment plan was drawn up that included a surgical phase of gingivectomy in the monconization phase to restore good alignment of the gingival parabolas of the elements involved in prosthetic rehabilitation. The gingivectomy was performed by laser technique using a diode laser. Subsequently, provisional crowns were delivered to the patient and replaced after three months with the final prosthetic restoration. 

Aim of the work:

The aim of this case report is to describe a gingivectomy procedure in aesthetic area using diode laser.

Results:

At follow-up visits at 1 week, 1 month, and 3 months, the patient reported no postoperative issues, and excellent tissue healing and good tissue adaptation with the prosthetic construct was observed.

Conclusion:

The diode laser gingivectomy procedure, performed with an alternative technique compared with scalpel surgery, allowed greater control of hemostasis, precise surgical cutting, and better control of postoperative pain. It allowed for a predictable and optimal outcome for both operator and patient.