Valorizzare la professione attraverso “la cultura della cura”

valorizzazione della professione
Sezione per composizione IV, 1910, Vasily Kandinsky, Galleria Tate Modern, Londra

Dalla legge 42/99, alla legge 3/2018 che ha istituito gli albi delle professioni sanitarie, fino alla istituzione delle Commissioni di albo, si è attivato un processo di valorizzazione di tutte le professioni sanitarie che ha determinato un aumento della responsabilità , autonomia e sapere specifico di ogni singola professione.

Questa evoluzione è andata di pari passo con la nuova idea di salute, intesa come “la capacità di adattamento e di autogestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive” (OMS 2011).

Oggi, l’aumento delle patologie croniche, dell’aspettativa di vita della popolazione richiede un cambiamento della visione del concetto di cura, con il passaggio dall’approccio medico-paziente, all’approccio olistico, focalizzato sulla persona che necessita di una valutazione globale e multidisciplinare dei bisogni.

Ne deriva, da un lato, la necessità che tutti i professionisti collaborino ognuno con le proprie competenze, in una prospettiva relazionale per la tutela della salute del paziente, dall’altro la valorizzazione del processo di cura.

La cura è una pratica che ha come obiettivo il benessere dell’altro, non solo rispondendo ai suoi bisogni ma sviluppando la capacità di decidere e provvedere da sé al proprio benessere.

Il professionista deve essere capace di trovare insieme al paziente le soluzioni per lui migliori e creare così l’alleanza terapeutica. Non bastano però solo le competenze tecniche del professionista, è necessario che egli acquisisca uno stile relazionale che gli consenta di “entrare in contatto con il paziente” e nel contempo di riflettere sulla propria pratica clinica.

Galimberti afferma che “la competenza umana è il fattore più importante in un processo di cura”.

L’AIDI prima in veste di associazione maggiormente rappresentativa, oggi in qualità di associazione tecnico-scientifica, si adopera per garantire la crescita professionale dell’igienista dentale, sempre più coinvolto in quei “luoghi” al di fuori dello studio odontoiatrico come i reparti ospedalieri e i servizi territoriali, in cui il benessere della persona passa anche attraverso “il prendersi cura del cavo orale”. ●

Maria Teresa Agneta
Consigliere culturale AIDI Nazionale