Carissimi amici e colleghi,
nel periodo di pandemia, l’infezione virale da SARS-CoV-2 ha profondamente mutato la realtà di tutto il Sistema sanitario nazionale italiano.

L’attività odontoiatrica, come altre specialità che prevedono la generazione di aerosol e droplets, unitamente alla vicinanza dell’operatore al cavo orale del paziente – anche se entrambi adeguatamente protetti – ci pone interrogativi seri sulla modalità con cui deve svolgersi la nostra attività.

Alle indicazioni emanate dal Ministro della Salute e dal Comitato tecnico scientifico centrale sulla base del lavoro svolto dal tavolo tecnico satellite da me coordinato, il comparto odontoiatrico ha risposto prontamente, tant’è vero che in tutta la categoria si è registrata un’incidenza di contagi pari all’1%.

Dati che vengono ampiamente confermati sia dalla letteratura europea (Consejo General de Dentistas) che d’oltreoceano (American Dental Association and Reserach Institute e dall’Health Policy Institute).

Non per ultimi, i dati riportati dalla categoria degli igienisti dentali, professione dichiarata inizialmente tra quelle più a rischio, hanno mostrato un contagio inferiore allo 0,25% all’interno della categoria.

Alle indicazioni emanate dal Ministro della Salute e dal Comitato tecnico scientifico centrale sulla base del lavoro svolto dal tavolo tecnico satellite da me coordinato, il comparto odontoiatrico ha risposto prontamente, tant’è vero che in tutta la categoria si è registrata un’incidenza di contagi pari all’1%

Consultando il documento dell’INAIL, inoltre, non si evidenzia alcun caso di contagio nella categoria degli assistenti alla poltrona.

Incidenza dei contagi da Covid-19 nel comparto odontoiatrico

Le strutture odontoiatriche sono molteplici e variegate: la Dental School dell’Ospedale San Raffaele, ad esempio, annovera realtà che si interfacciano quotidianamente, non solo in ambito clinico ma anche in quello relazionale, tra operatore e operatore e operatore e pazienti.

Tutto ciò porta con sé una doverosa complessità cautelativa in termini di sicurezza, per via dell’alto numero di prestazioni erogate, dell’alto turnover di pazienti, nonché della convivenza tra operatori, docenti universitari, studenti undergraduate e postgraduate, personale infermieristico e operatori del settore.

Strutture ampie e complesse, come la Dental School costituita da tre entità, un reparto solvenza, la Dental Clinic che eroga prestazioni in regime di SSR e il Centro di Igiene Orale, costituiscono evidentemente una realtà difficile da gestire soprattutto nell’ottica in cui gravitano all’interno anche studenti che frequentano l’attività clinica già dal primo anno.

Una gestione articolata, quindi, che prevedeva già l’attuazione dell’emanato documento ministeriale relativo alle indicazioni operative con doppio triage per il paziente, i DPI per gli operatori, i distanziamenti nella sala d’attesa e negli spazi comuni, la rimodulazione del flusso di lavoro e delle attività operative e i processi di sanificazione.

È così che è stato ideato il modello “COVID SAFE AREA”, col supporto del Comitato Infezioni Ospedaliere e della Medicina Preventiva, che ha l’obiettivo di realizzare una zona che sia sicura e cautelata, limitando il più possibile le possibilità di contagio. L’area ha inizio con percorsi e room dedicati in cui vengono eseguiti i tamponi a cadenza quindicinale, fuori dagli ambienti operativi.

All’interno di tale zona, costantemente sanificata tra un’esecuzione e l’altra con i mezzi che la tecnologia ha messo a disposizione, sono attivi operatori opportunamente addestrati che eseguono i tamponi.

Tutti coloro che vengono sottoposti a tampone devono necessariamente compilare un consenso informato, fornire i dati sanitari, poiché i risultati sia negativi che positivi (per questi ultimi è prevista un’ulteriore indagine con tampone molecolare) vengono trasmessi alla medicina preventiva dell’ospedale, il quale a sua volta si incarica di trasmetterli alla Regione Lombardia, andando ad ampliare il servizio capillare di “contact tracing”.

Tale servizio è stato recentemente esteso anche ai pazienti che devono essere sottoposti a procedure odontoiatriche urgenti, nel caso in cui al triage si presentassero come caso dubbio o sospetto.

La categoria, poi, fa un passo in più: con le nuove disposizioni del DGR della Regione Lombardia, infatti, si apre la possibilità per odontoiatri e igienisti dentali di eseguire tamponi antigenici rapidi anche in regime extra SSR.

Tutto ciò che è stato concertato a livello istituzionale in una regione come la Lombardia verrà sicuramente traslato a breve in altre realtà pubbliche e private nazionali, contribuendo a rendere ai cittadini un servizio a tutela della loro salute non solo dentale, aiutando ad allontanare sempre di più l’odontoiatria dall’essere considerata la “cenerentola” della medicina.

La categoria fa un passo in più: con le nuove disposizioni del DGR della Regione Lombardia, infatti, si apre la possibilità per odontoiatri e igienisti dentali di eseguire tamponi antigenici rapidi anche in regime extra SSR