La Ricerca scientifica è la metodologia usata per accrescere la conoscenza all’interno della Scienza ed è ritenuta uno dei fattori chiave per la crescita e lo sviluppo della Società grazie alla sua capacità di fornire innovazione attraverso l’applicazione tecnologica delle scoperte scientifiche.

Come vedremo, la qualità della ricerca viene misurata dalla comunità scientifica secondo proprie metodologie di valutazione. Restringendo il campo alla ricerca di tipo biomedico (ambito di cui fa parte anche l’Odontoiatria) possiamo distinguere tre tipi fondamentali di ricerca.

  1. Ricerca di base.
    Conosciuta anche come ricerca pura, ha come obiettivo primario l’avanzamento della conoscenza e la comprensione teorica delle relazioni tra le diverse variabili in gioco in un determinato processo; è esplorativa e può essere indotta dalla curiosità, dall’interesse e dall’intuito del ricercatore. Viene condotta senza un particolare scopo pratico previsto, anche se i suoi risultati possono avere ricadute applicative inaspettate. L’espressione “di base” indica che, attraverso la generazione di nuove teorie, questo tipo di ricerca fornisce le fondamenta per ulteriori ricerche con ricadute applicative nel medio-lungo termine.
  2. Ricerca applicata.
    Ha lo scopo di trovare soluzioni pratiche e specifiche. Il suo obiettivo primario non è l’avanzamento della conoscenza teorica, bensì lo sfruttamento della conoscenza teorica già acquisita, per fini pratici, cioè essenzialmente per lo sviluppo in ambito tecnico della relativa tecnologia. È generalmente di tipo descrittivo e basata su precedenti ricerche di base. Spesso il confine tra ricerca di base e ricerca applicata non è così netto e il criterio per classificare una determinata ricerca è piuttosto definito dal presunto intervallo di tempo in cui la ricerca si dovrà sviluppare prima di portare a ricadute applicative.
  3. Ricerca clinica.
    È una procedura sperimentale in ambito sanitario e farmaceutico, avente per oggetto di studio il paziente o animalicavia e per obiettivo la conferma della validità di interventi medici e/o farmacologici volti a migliorare la risposta terapeutica.

Università, Enti pubblici preposti (per esempio in Italia Cnr, Enea, Infn, Inaf ecc.), laboratori pubblici e privati e Centri di ricerca sono tipicamente luoghi di ricerca scientifica in tutti i campi. Tutta la ricerca scientifica prodotta al mondo è sottoposta a procedure di valutazione all’interno della comunità scientifica, tipicamente attraverso articoli scientifici che vengono sottoposti a processi di revisione paritaria (peer review) e successiva eventuale pubblicazione su riviste specializzate di settore.

Gli articoli scientifici : composizione e regole da seguire

I principali tipi di articolo scientifico (in ordine di rilevanza) dell’ambito biomedico sono:

  1. gli articoli di ricerca o sperimentali;
  2. le revisioni della letteratura (narrative, sistematiche, sistematiche con meta-analisi);
  3. i casi clinici;
  4. altri (editoriali, articoli didattici, lettere al Direttore) di cui non è il caso di occuparsi in questa sede.

In ambito biomedico gli articoli possono essere basati su studi o trial clinici o su studi sperimentali. Data la notevole complessità dei trial clinici, che riguardano poco il settore odontoiatrico, rimandiamo per questo tipo di studi alla Medicina interna. Per quanto riguarda gli articoli su studi sperimentali, limiteremo il discorso a quanto accade in Odontoiatria.

1 – Articoli di ricerca o sperimentali

Un articolo pubblicabile deve avere, oltre a un valido contenuto, anche una forma ben precisa che, per la maggior parte dei giornali scientifici, è data da otto parti.

  • Frontespizio o prima pagina isolata con Titolo, cognome e nome degli Autori, loro titoli e afferenze (Università, Ospedale, Libera Professione), e relativi indirizzi e-mail. Uno degli autori deve essere indicato come referente a cui la rivista puòmandare le comunicazioni relative all’articolo.
  • Riassunto o Abstract (di solito, strutturato) di lunghezza compresa tra 200 e 300 parole e formato da Scopi della ricerca – Background/aims/objective/purpose, Materiali e metodi – Materials and methods, Risultati – Results, Conclusioni – Conclusions. Nonostante il riassunto sia il primo a presentarsi nell’articolo finale, è sempre meglio scriverlo per ultimo.
  • Parole chiave o Keyword: generalmente in numero da tre a sei, sono rappresentative del contenuto del lavoro e sono essenziali per la classificazione bibliografica. In genere le parole chiave fanno parte del database MeSH (Medical Subject Headings), sistema di metadati ideato per indicizzare proprio la letteratura scientifica in ambito biomedico e creato dalla National Library of Medicine (NLM) degli Stati Uniti, che continua a gestirlo. Questo database può essere consultato gratuitamente da tutti gli utenti di internet.
  • Introduzione: è la presentazione del problema su cui si è investigato e deve spiegare sinteticamente l’argomento della ricerca (stato del problema), puntualizzando i quesiti insoluti, segnalando le controversie e citando gli articoli più pertinenti, rilevanti e recenti a riguardo. Deve poi esporre gli obiettivi dello studio in maniera chiara e sintetica.
  • Materiali e metodi. Questa sezione contiene la descrizione sistematica e accurata di come la ricerca è stata eseguita: in pratica è una sintesi del protocollo di studio. Tale sezione può essere suddivisa in più parti che descrivano tutti i processi che hanno fatto parte dell’esperimento e il disegno dello studio: 1) campione e selezione dei pazienti/modelli animali/modelli cellulari, 2) materiali o apparecchiature impiegate, 3) interpretazione dei risultati/immagini, 4) metodologia statistica utilizzata. L’analisi statistica è volta a definire se i risultati sono o non sono in accordo con l’ipotesi di partenza. La descrizione dell’analisi statistica impiegata è necessaria.
  • Risultati e discussione (talora separati). La sezione dei risultati riporta in sequenza logica senza commenti o riferimenti bibliografici le osservazioni e i dati ottenuti nello studio con completi e appropriati dati statistici. La presentazione dei risultati richiede l’uso ragionato di grafici e tabelle. Specialmente i grafici possono fornire la spiegazione chiara e immediata di risultati che altrimenti richiederebbero una lunga descrizione. Il numero dei grafici e delle tabelle è in genere suggerito dalle istruzioni per gli autori (Author Guidelines) fornite da ogni rivista, ma il buon senso deve guidare nella scelta dei grafici (o immagini) e delle tabelle che aggiungono un significato all’articolo. Grafici, immagini e tabelle devono essere accompagnati da un titolo e/o da una didascalia che ne permettano la lettura immediata. Quest’ultima parte è in genere posta alla fine del testo (vedi le Author Guidelines). È buona prassi evitare di ripetere nel testo dati che sono già riportati nelle tabelle. La sezione della discussione ha lo scopo di dare una risposta logica alle domande poste nell’introduzione ed è articolata sulla valutazione dei propri risultati, sull’analisi comparativa con quanto presente in letteratura, sulla discussione dei quesiti insoluti o delle eventuali differenze con quanto presente in letteratura.
  • Conclusioni. Questa sezione serve a sottolineare i fatti rilevanti che derivano dallo studio (evitando ovvietà) e che devono essere giustificate da:
    • confronto con le conoscenze teoriche attuali;
    • confronto con i risultati ottenuti da altri autori;
    • procedure e protocolli ineccepibili;
    • rilevanza per gli obiettivi dello studio.
      Alcune riviste chiedono espressamente anche di chiarire i risvolti clinici che lo studio può offrire.
  • Bibliografia ovvero l’elenco delle pubblicazioni scientifiche che hanno avuto una citazione nell’articolo (anche se in realtà la raccolta bibliografica, una volta chiarito scopo e mezzi della ricerca, costituisce il primo momento della realizzazione dell’articolo).
    Ricordiamo che una citazione è un rimando a un articolo precedentemente pubblicato e può avere due scopi principali: indicare al lettore dove trovare dati a sostegno di una certa affermazione, indicare al lettore la letteratura di approfondimento.

2 – Le revisioni della letteratura o Reviews

Gli articoli di revisione della letteratura scientifica sono studi che usano fonti d’informazione bibliografica o elettronica per raccogliere i risultati delle ricerche di altri autori con l’obiettivo di offrire una sintesi attendibile delle conoscenze relative a un determinato tema.
Nella letteratura scientifica si incontrano due tipi di revisione della letteratura che nonostante il nome in comune hanno caratteristiche differenti.

La Revisione Narrativa (RN) o Narrative Review è destinata a descrivere e discutere lo sviluppo e lo stato dell’arte di un determinato tema in base all’analisi critica e all’interpretazione personale, da parte dell’autore, degli articoli raccolti. Le RN sono
molto importanti nell’educazione continua e nell’aggiornamento professionale (riassumono le conoscenze e i comportamenti pratici più in voga nei settori di una data materia clinica) ma non permettono l’acquisizione e trasmissione di dati scientifici puri e/o applicativi e per questo sono considerate contributi di tipo qualitativo.

Di solito una RN è costituita, oltre che dal frontespizio, da un’introduzione, un testo diviso in sezioni e sottosezioni che dipendono dalle scelte dell’autore e dalle caratteristiche del tema, una discussione, conclusioni e bibliografia.

La Revisione Sistematica (RS) o Systematic Review è invece una revisione, pianificata per rispondere a un determinato tema scientifico, che utilizza metodi espliciti e sistematici per identificare, selezionare e valutare criticamente gli articoli raccogliendo e analizzando i dati scientifici in essi presenti con rigore metodologico. Questo tipo di articoli viene sviluppato di solito in almeno sette passaggi consequenziali tra loro.

  • Formulazione iniziale del progetto che definisce con chiarezza l’argomento della ricerca, quali sono i criteri di inclusione o esclusione nella considerazione della revisione degli articoli che verranno poi raccolti nel corso della ricerca bibliografica (delimitazione del problema), il quesito a cui dare risposta.
  • Ricerca bibliografica. Devono essere utilizzate (e dichiarate) varie fonti di ricerca rappresentate dai principali motori di ricerca del settore (Medline, Embase, SciSearch, Scopus, Lilacs, Cochrane Database ecc.).
    Per ogni fonte andranno anche specificate le modalità di ricerca quali key word singole, gruppi di key word legate in particolari “mesh”, periodo temporale considerato (articoli pubblicati dall’anno x all’anno y) ecc. Dovrà essere citato il numero totale degli articoli selezionati.
  • Valutazione critica degli articoli. L’applicazione pratica dei criteri di inclusione/esclusione definiti precedentemente per determinare la validità o meno degli studi selezionati riguardo alla loro inclusione nella revisione. Anche gli articoli esclusi dovranno essere citati (nel numero complessivo e singolarmente) e dovrà esserci la spiegazione del motivo di esclusione.
  • Raccolta dei dati. Tutte le variabili in studio devono essere ricercate e riassunte negli articoli inclusi in modo da permettere di capire se essi sono comparabili per attendibilità.
  • Analisi e presentazione dei dati. Gli studi andranno raggruppati in base alla somiglianza tra di loro, ognuno dei raggruppamenti dovrà essere prestabilito nel progetto iniziale, così come la presentazione grafica e numerica. Se l’analisi effettuata consente l’applicazione di una validazione statistica allora si parla di Revisione Sistematica con Meta-analisi.
  • Interpretazione dei dati. Determinano la forza dell’evidenza riscontrata, l’applicabilità dei risultati, gli eventuali rapporti costo/beneficio e rischio/ beneficio della pratica indagata.
  • Perfezionamento e attualizzazione della revisione. Una volta pubblicata, la revisione subirà suggerimenti e critiche che andranno inserite nelle edizioni successive, facendone un “articolo dinamico” che andrà aggiornato ogni volta che si presentino nuovi studi attendibili sull’argomento.

Oggi le revisioni sistematiche sono preferite dalla maggior parte delle riviste, ma soprattutto dagli autori; ricordiamo però che non tutti gli argomenti sono adatti a tale tipo di valutazione.

3 – Casi clinici

Nei casi clinici viene riportata la descrizione, spesso corredata di foto, della specifica patologia di un singolo paziente comprensiva di sintomatologia, anatomopatologia, diagnosi, terapia e follow-up. Di solito vengono descritte patologie di raro riscontro o forme inusuali di patologie frequenti. La breve descrizione clinica viene di solito corredata di una revisione della letteratura.

propedeutica clinica odontostomatologica

L’articolo sopra proposto è un estratto del libro:

Propedeutica clinica odontostomatologica
autori: Stefano Eramo, Giancarlo Barraco