Quale futuro per l’odontoiatra? Linee guida nell’incertezza


La capacità di prevedere il futuro di un settore professionale o dello stesso rapporto odontoiatra-paziente sembra una dote propria di un aruspice o di un vate dell’antichità se confrontata con la realtà attuale. I cambiamenti sono all’ordine del giorno ed i fattori esterni e “incontrastabili” sembrano incombere sulla nostra libertà di autodeterminarci professionalmente.

Ma se si osserva l’ultimo decennio che ha vissuto l’odontoiatria, pieno di cambiamenti e scossoni, non è così difficile trovare le chiavi di lettura per orientare le proprie scelte future invece di subire passivamente ciò che accadrà.

Il grande vantaggio di provare a prevedere il proprio avvenire professionale sta nel fatto che quest’azione ci costringe a darci degli obiettivi, individuando le possibili minacce ma trovando al contempo delle vie d’uscita, delle opportunità altrimenti invisibili.

D’altronde, in un mondo che sta accelerando la propria velocità di cambiamento (in tutti i settori economici!), quali doti sono più preziose della flessibilità e della visione prospettica? È quindi indispensabile interrogarsi, viaggiare, documentarsi ed essere continuamente recettivi per percepire le tendenze dei prossimi anni.

Oltre ad avere o meno doti innate di analisi dell’ambiente che ci circonda, è possibile sviluppare la propria capacità di intuire e indovinare le tendenze future.
Quattro semplici buone regole.

I trend
La prima regola è documentarsi su trend statistici e sociologici. La società cambia, e con essa i bisogni dei pazienti; sapere leggere i bisogni emergenti vi permetterà di sviluppare una più intima sintonia con chi si siede sul riunito o chi si trova a scegliere un dentista piuttosto che un altro.

Tutti parlano di invecchiamento medio della popolazione, di aumento della mobilità sul territorio, di incremento dell’immigrazione e della diversità culturale, di importanza dei mezzi di comunicazione mobile e dei social network. Ma quanti sono capaci di orientare il proprio studio al soddisfacimento di questi trend? Non vanno inoltre mai dimenticati i bisogni che il paziente esprime in modo più o meno cosciente e contraddittorio: da un lato l’attenzione all’estetica e all’apparenza, dall’altro il desiderio di una salute complessiva e duratura, l’insofferenza per cure lunghe e per il minimo dolore o fastidio.

Pur nel sacrosanto rispetto delle esigenze cliniche, perché non assecondare, ad esempio, un desiderio di riduzione del dolore del paziente?

Ispirazione o plagio?
Uno dei modi più semplici e più usati per indovinare le tendenze del futuro è sicuramente prendere spunto dagli altri Paesi. In un mondo sempre più globalizzato viaggiare e documentarsi sulla realtà estera, professionale e non, è ormai quasi un dovere.

Pur senza dimenticarsi della necessità di adattare alla cultura e alle abitudini locali l’esperienza estera, importare delle buone pratiche sviluppate fuori dall’Italia è sicuramente un motivo di distinzione e di evoluzione del proprio studio. Ma sapere cosa succedde all’estero può essere anche un indispensabile confronto per valutare le conseguenze di possibili evoluzioni a noi più vicine (vedasi l’esempio della Germania e delle convenzioni odontoiatriche, o della Spagna e delle catene low-cost).

Peraltro, se non si vuole rischiare di essere accusati di esterofilia, numerosi sono gli esempi in patria di strutture od odontoiatri leader che possono sempre darci qualche spunto innovativo o “illuminato”. Vi sono poi ambienti che dovrebbero rappresentare il luogo di elezione del confronto e dei ragionamenti sul futuro della professione come le associazioni, le università, i congressi ed i corsi di formazione; frequentarli rappresenta il modo più semplice per essere in prima linea rispetto alle ipotesi di cambiamento.

Multidisciplinarietà e confronto
Paradosso di un mondo economico in cui la specializzazione continua ad acuirsi e dove le competenze diventano sempre più complesse e articolate è la necessità di trovare una sintesi complessiva, o meglio, di curare il paziente nel suo insieme, come una persona e non come un singolo problema. Sempre più frequenti sono gli odontoiatri che coinvolgono pediatri, posturologi, omeopati, agopuntori, dietologi o che si occupano, ad esempio, di apnee notturne. Spesso la frequentazione professionale di altri esperti in ambito medico consente di recepire future innovazioni o cure all’avanguardia, facilitando il processo di previsione delle evoluzioni nel settore della medicina.

Essere in grado di individuare le connessioni della salute orale con quella fisica e mentale del paziente presuppone la propensione a lavorare in team o almeno a creare legami solidi con altri professionisti del settore medico. Non bisogna mai dimenticare che tutto questo non potrà che giovare al paziente.

L’innovazione tecnologica e non
Forse la più facile delle vie per cavalcare il futuro in mondo attivo è abbracciare l’innovazione tecnologica e clinica. Adottare in studio tecnologie innovative e all’avanguardia permetterà di acquisire pazienti e di fidelizzare i propri, garantendo spesso maggiore qualità e velocità nella cura del paziente. Certo gli investimenti tecnologici hanno un costo ed innovare non significa certo sprecare risorse preziose. È opportuno quindi decidere per tre o cinque anni la percentuale del proprio fatturato che si vuole destinare agli investimenti tecnologici ed utilizzare quindi tali risorse al meglio. Ma innovare può voler dire anche frequentare corsi di formazione o approfondimento su temi magari di nicchia e non convenzionali. Insomma, l’importante è cercare sempre un modo nuovo e migliore di svolgere la propria attività, senza mai dimenticare che l’innovazione non è una questione di età, ma una forma mentale!

Una garanzia di successo:
la differenziazione, ossia come distinguersi e farsi scegliere
Un altro trend ben riscontrabile nel mondo dentale, e più in generale in tanti diversi settori economici, è il successo della differenziazione di prodotto/servizio. Ci si deve sforzare di rendere il proprio studio unico e diverso dagli altri. Possedere caratteristiche, sotto i più svariati aspetti, che non possono essere facilmente trovate in colleghi concorrenti è la miglior garanzia per avere nuovi pazienti e far sì che i propri non scelgano l’odontoiatra solo in base al prezzo. Si può essere “diversi” sotto tantissimi punti di vista: si possono avere competenze o tecnologie particolari, si possono eseguire cure difficilmente reperibili altrove, o si possono offrire comodità nel servizio (orario, location, trasporto, informativa eccetera) del tutto particolari. L’importante è distinguersi dalla massa dei propri colleghi, altrimenti perché il paziente si dovrà ricordare proprio di noi?

Certamente la distinzione e la creazione della propria specifica identità dovranno poi essere adeguatamente comunicate al paziente attuale e potenziale, ma sarà sicuramente più facile attirare l’attenzione con qualcosa di nuovo e particolare che non con un “già visto, odontoiatra come tanti altri”.

Conclusioni
Per concludere, secondo il nostro parere, l’odontoiatra del futuro dovrà tenere ben in considerazione due fattori:
l’importanza dello sviluppare le proprie competenze in ambito clinico, attraverso formazione continua, innovazione tecnologica, network e associazionismo;
l’importanza delle competenze extracliniche, quali il controllo di gestione, la pianificazione economico-finanziaria, l’informatica, la comunicazione ed il marketing.

Non per forza, ma è difficile generalizzare, il dentista dovrà specializzarsi e formarsi necessariamente in entrambi gli ambiti (cosa forse migliore per una piena indipendenza e autonomia). Vi sono, infatti, tanti casi di professionisti di successo che si occupano solo di odontoiatria e si specializzano fortemente, sviluppando un alto livello di competenze cliniche, delegando ad altri la gestione delle attività extracliniche o lavorando presso strutture di dimensioni maggiori. Parimenti vi sono altri che gestiscono strutture complesse e di grandi dimensioni i quali possiedono diverse competenze extracliniche quali quelle economico-gestionali, di gestione e motivazione del personale e di marketing e comunicazione esterna. Necessariamente saranno meno focalizzati sulla parte clinica che potrà in alcuni casi essere anche delegata a specialisti del settore.

In definitiva, nessuno di noi ha la certezza di saper prevedere come sarà il mondo dentale fra cinque anni, ma studiare il passato aiuta a immaginare il futuro. Il consiglio migliore che si può dare è quello di ritagliarsi del tempo per immaginare il proprio futuro professionale e rappresentarsi l’odontoiatria che sarà. Senza immaginazione non c’è programmazione e senza programmazione non si può pensare di gestire. Perché quindi autocondannarsi a essere trascinati dagli eventi? Consentiteci una citazione finale con un po’ di ironia:

“Fra le pene umane la più dolorosa è quella di prevedere molte cose e di non poterci fare nulla”.
Erodoto●

Alessandro Terzuolo
Umberto Terzuolo