Cambio nella conduzione della rubrica “A proposito di legge”.
Dopo oltre quarant’anni di professione, in gran parte dedicata ai temi della medicina legale odontoiatrica, e dopo quasi vent’anni di conduzione della rubrica “A proposito di legge”, in accordo con l’editore si è ritenuto opportuno di dare spazio ad un valente odontologo forense, Roberto Cristofanini, con il quale ho già avuto modo di collaborare in questi ultimi anni, e che senz’altro gestirà al meglio la rubrica.
Voglio doverosamente, ma con grande piacere, ringraziare per la fiducia accordatami il direttore di Doctor OS Sergio Porro, anche per la reciproca e significativa amicizia personale, nonché totale fiducia sul piano professionale.
Ringrazio, naturalmente, i lettori di Doctor OS che in più di un’occasione hanno manifestato un significativo interesse alla rubrica da me condotta.
Lascio in dote un ultimo articolo, che qui segue, e rimango a disposizione di tutti i colleghi per qualsivoglia necessità di approfondimento.

Una pubblicazione recentissima dei primi di gennaio 2023 verifica e propone un aggiornamento della vita media della popolazione, precisando che l’Italia è, al momento, quinta al mondo, con una aspettativa di vita pari a circa 84 anni, frutto di una media tra l’attesa di vita negli uomini (circa 82 anni), e nelle donne (circa 86 anni). L’Italia, come detto, è quinta nel mondo, e quindi si colloca nell’ambito del Mercato Comune Europeo al primo posto tra i Paesi ad esso appartenenti.

Va da sé, quindi, che qualsivoglia valutazione dei rinnovi dei trattamenti odontoiatrici, basata anche sulla speranza di vita media, deve essere aggiornata; se guardiamo infatti alle pubblicazioni di volta in volta prodotte, alle quali lo scrivente ha partecipato in modo attivo, rileviamo che sino ad oggi il criterio di valutazione dei rinnovi nei trattamenti odontoiatrici, oltre ad una specifica valutazione di durata delle varie prestazioni – come argomentato nel prosieguo -, ha utilizzato come riscontro una speranza di vita media valutata in 75 anni, pur precisando che: 

D’altra parte, già ci occupavamo di questo tema in precedenza, e classificavamo quindi una speranza di vita media pari a 75 anni e una durata media delle sostituzioni protesiche (protesi fissa) o delle sostituzioni conservative (otturazioni/ricostruzioni), in rispettivamente dodici e sette anni; tale modalità di tabellazione è reperibile nel testo:

Il tema fu richiamato e confermato da: 

“A. Fantoni, G. Ferrieri, M. Scarpelli. Frequenza delle ripetizioni dei restauri conservativi e protesici (Proposta di una tabella comparativa di riferimento in odontoiatria legale), Il Dentista Moderno nr. 8, 1999”.

e ancora, fu ripreso dall’articolo: 

“Calcolo della frequenza delle ripetizioni dei restauri, C. Radice, M. Scarpelli, Dental Cadmos gennaio 2005”, 

ove si confermava l’età limite di 75 anni, ma si escludeva, a differenza delle tabelle precedenti, la valutazione di un rinnovo degli impianti in corso di vita, considerando la chirurgia implantare all’epoca non ripetibile.

Si giunge infine alla tabella prodotta dal Gruppo di Firenze, e riportata nel testo 

“Guida alla valutazione del danno odontostomatologico”, Piccin Editore 2005, 

in cui si confermano le valutazioni di rinnovi conservativi a sette anni e di rinnovi protesici a dodici anni, mentre si valuta la chirurgia implantare per un rinnovo “se la prima applicazione ha avuto luogo entro i quaranta anni”; viene inoltre valutata la rinnovabilità delle protesi “rimovibili” ogni otto anni.

Sempre il Gruppo di Firenze, con la pubblicazione nel 2016 delle “Tabelle di valutazione del danno odontostomatologico” già citate, riportava una nuova schematizzazione, ovvero per la conservativa frequenza dei rifacimenti ogni sei/sette anni, per la protesi fissa su denti naturali o su impianti ogni dieci/dodici anni, per gli impianti rinnovabilità futura per due volte nel corso della vita se il primo intervento avviene entro i trent’anni, una volta nel corso della vita se il primo intervento avviene entro i cinquanta anni. Infine, per protesi rimovibili e/o protesi stabilizzate e/o avvitate, con elementi protesici in acrilico, rinnovabilità ogni sette/otto anni.

È da ritenersi plausibile una rivalutazione di detti parametri, alla luce non solo di una modifica dei criteri di stima della “speranza di vita media” che, rispetto al vecchio criterio, si allunga di nove anni, ma anche per la semplice osservazione che, se si utilizza un criterio di valutazione di “dentatura integra”, senza entrare nel merito scientifico ma ad una semplice, seppur generica osservazione, appare evidente che oggi il soggetto adulto abbia una percentuale di conservazione della dentizione, integra o con restauri basici, molto più significativa rispetto al momento in cui furono proposte le prime tabelle. Pertanto, e in conclusione, appare giustificata una rivalutazione delle tabelle, alla luce dei vari parametri di riferimento, con approfondimento tecnico/scientifico dei medesimi; per quanto attiene alla speranza di vita media, la medesima è già codificata per un valore oggi, rispetto a quello sino ad ora utilizzato, pari a 75 anni, corrispondente per l’Italia a 84 anni. Di seguito, a tal proposito, una sintetica valutazione del criterio, alla luce dei criteri precedenti, a cura della dottoressa Giulia Vitale, odontologo forense in Salerno.

Valutazione del criterio
(a cura di Giulia Vitale, odontologo forense in Salerno)

Alla luce dei dati del rapporto Benessere Equo e Sostenibile (BES), redatto dall’ISTAT, riguardo alle aspettative di vita nello scorso decennio, si può valutare come il trend di crescita della vita media sia in costante aumento (fig. 1). Considerando l’aumento della vita media di circa 10 anni è possibile valutare un aumento del numero dei rinnovi nella quasi totalità dei trattamenti odontoiatrici. Facendo riferimento alle Tabelle di valutazione del danno del 2016 che prevedono rinnovi ogni 6/7 anni per i restauri in conservativa, 7/8 anni per le protesi rimovibili e 10/12 per la protesi fissa si può valutare almeno un rinnovo in più per ciascun trattamento (fig. 2). Conservativa: durata restauri  6-7 anni. Per ricostruzioni a forte rischio di distacco o di deterioramento del risultato estetico nel tempo possono ammettersi rinnovi anche ogni 5 anni. Quindi, in caso di valenza estetica si possono considerare anche due rinnovi in più (fig. 3).
FIG. 1 Trend di crescita della vita media in Italia.
FIG. 2A-2D Esempi di valutazione a partire da 18 anni.
FIG. 3 Esempio di rinnovo ogni 5 anni.