Il mercato odontoiatrico in Europa visto dall’ADDE

mercato odontoiatrico in Europa
Illustrazione: TUBS - commons.wikimedia.org

Efficienza e qualità hanno mantenuto positivo l’andamento del mercato odontoiatrico ed odontotecnico in Europa nel 2017, rispetto all’anno precedente.
Il primo dato sul quale meditare è il numero di dentisti iscritti ai vari albi nazionali, la cui tendenza rimane positiva in quasi tutti i paesi, ma si conferma la riduzione avuta l’anno precedente sia in Belgio che in Olanda, e soprattutto sgomenta il drammatico calo avvenuto in Inghilterra che attesta la presenza di 34.120 dentisti nel 2017 contro i quasi 40.000 del 2016. E questo non è che l’effetto del pensionamento della “baby boomer generation” che non tarderà ad arrivare anche in Italia.

Se scendiamo più nel dettaglio, vediamo che l’Italia rimane saldamente il secondo mercato in Europa, anche se, bisogna sottolinearlo, il fatturato ottenuto con le attrezzature ha risentito dei benefici fiscali sia del superammortamento che dell’iperammortamento. Questo bonus continuerà a drogare le vendite anche nel 2018 con le regole già esplicitate, ma qui finisce la spinta, visto che il contratto di questo nuovo governo non offre chances di sorta sul fatto che questo beneficio si possa estendere anche al 2019.

Anche questo passaggio merita di essere sottolineato per quei dentisti e per quegli odontotecnici interessati ad investire con ciò che resta del superammortamento (130%) e con l’iperammortamento (250%), affinché sappiano approfittarsene per tempo nel 2018, prima che finisca “il giro di giostra”.

Un dato assolutamente strabiliante è quello sui servizi di assistenza tecnica post vendita e sulla vendita dei pezzi di ricambio per cui, rispetto ai 212 milioni di euro della Germania, l’Italia arriva addirittura dopo la Francia, si affianca all’Olanda (che, per dimensione, vale solo la nostra Lombardia) e rimane di poco davanti ai paesi dell’est europeo.

Questo dato, ahimè, è il segno del malvezzo tutto italiano di continuare a fruire di questi servizi senza fattura e senza curarsi se chi effettua il servizio tecnico sia abilitato o meno ad effettuare quell’intervento su quella marca e su quel tipo di macchina, ma qui mi auguro che la nuova norma sui medical device, che ha annullato e sostituito la 93/42 e che è già in vigore pur producendo tutti i suoi effetti dal maggio 2020, ci aiuti.

Serve infatti che tutti comprendano che ogni prodotto nuovo marchiato come medical device mantiene la certificazione per i primi dodici mesi, ma che deve essere successivamente manutenuto periodicamente come da indicazioni del produttore per continuare a mantenere la certificazione, senza esporre il titolare dello studio a rischi assurdi.

Se lasciamo l’attrezzatura specifica vediamo che l’Italia, con meno di mille pazienti teorici per odontoiatra, rimane il paese con il più basso rapporto tra il numero di dentisti rispetto al numero degli abitanti, pur conservando la seconda piazza per il valore degli impianti endossei, dove superiamo sia Francia che Spagna di poco più di una lunghezza.

Questa situazione, invece, si disaggrega sui denti venduti ai laboratori: la Germania, nonostante il numero dei chairside venduti, rimane saldamente al primo posto con i suoi 60 milioni di euro, seguita dalla Francia a 30 milioni di euro e dall’Italia a 18,5 (che non deve consolarsi guardando il dato della Spagna…).

L’analisi alla quale ci riferiamo, che è scaricabile a pagamento sul sito dell’ADDE (www.adde.info/en), è quantitativa e diversamente non potrebbe essere.