Vai oltre le parole e agisci!

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La saggezza popolare, inclemente nella sua semplice sincerità, recita che: “Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare”.

A prima vista, questa massima potrebbe giusto star bene in bocca a qualche persona anziana, utile a strappare un sorriso tirato al giovane che la ascolta, supponente.
Eppure, dopo quasi trent’anni di vita da odontoiatra e da imprenditore, mi sono accorto che in questo concetto è ricompreso l’intero processo che porta al successo (o all’insuccesso) delle nostre esistenze, non solo professionali, ma anche personali.

“Penso che il requisito principale per avere successo a qualunque livello sia il desiderio costante e l’apertura mentale di migliorare e di evolversi in ogni aspetto”, ha detto di recente il tennista Roger Federer, perché “stagnazione è regressione”.
La vita è azione.
Punto.

J.P. Morgan, banchiere e filantropo, racconta che un giorno gli fu mostrata una busta che riportava la dicitura “Formula garantita per il successo”.
Concordò che se gli fosse piaciuto il consiglio scritto all’interno avrebbe pagato 25.000 dollari.

Morgan aprì la busta, diede un’occhiata, annuì e pagò senza fiatare i 25.000 dollari sotto gli occhi stupiti dei presenti che lo conoscevano bene per il suo carattere taccagno.
Cosa c’era scritto nella famosa lettera?

Solo due righe:
Ogni mattina compila una lista delle cose che vanno fatte quel giorno.
Falle!

Se io avessi ricevuto 50 centesimi di euro per ogni persona che, a parole, sapeva trovare una soluzione teorica ad una mia richiesta concreta o a un problema che trovavo difficile da risolvere, ora sarei milionario. Purtroppo, quando si portano avanti degli obiettivi (studiare per un esame, organizzare un viaggio, fondare un’azienda) le chiacchere contano meno di zero. Le parole, infatti, servono solo a schermarci dall’unica vera azione che conta: prendere delle decisioni, e mantenerle.

Diceva Charles De Gaulle, generale e presidente della Repubblica francese:
“Io prendo sempre delle decisioni. Forse non sono perfette, ma è meglio prendere decisioni imperfette che essere alla continua ricerca di decisioni perfette che non si troveranno mai”.

L’abilità oratoria, ovvero il trasformare un pensiero in concetti da esprimere a voce, che è forse il più grande vanto della nostra evoluzione, può diventare un limite quando ne abusiamo.

I ragionamenti logici (o quelli spacciati per “sano buonsenso”) senza essere portati all’azione, risultano essere come un bel vestito tutto infiocchettato che nasconde un corpo informe.
Senza la concretezza sono quello che sono in realtà: scuse per non agire.

L’abilità oratoria, ovvero il trasformare un pensiero in concetti da esprimere a voce, che è forse il più grande vanto della nostra evoluzione, può diventare un limite quando ne abusiamo.

Negli Stati Uniti, che del pragmatismo hanno fatto una sorta di religione, si dice: “Talk is cheap”, traducibile con “Parlare costa poco”.
Io correggerei con “Parlare non costa nulla”.

Quello che dico sempre al mio team, o alle persone che hanno collaborato con me in questi anni in mille e un progetto, oltre a quanto ho insegnato ai miei figli, è di non parlare mai limitandosi alle sole parole, ma agire sempre sino a creare fatti concreti.
Con risultati reali conseguenti.

  • Vuoi comunicarmi che sei bravo a studiare? Finisci il libro di crescita personale che ti ho prestato questa settimana.
  • Vuoi farmi vedere che sei organizzato? Finisci i compiti assegnati con un giorno di anticipo.
  • Vuoi segnalarmi che sei pronto per una promozione? Fammi conoscere le criticità del tuo reparto che hai risolto senza chiedermi niente.
  • Vuoi dimostrare che sei indipendente? Dimostrami come te la sei cavata a gestire un problema in autonomia, senza richiedere il mio diretto supporto.

Bene, visto così, a prima vista potrebbe sembrare tutto semplice. Eppure, sono tante le persone che non lo fanno, e si limitano a mettere in moto il cervello solo per trovare giustificazioni alla propria mancata azione. Invece che usare le energie per creare, costruire, fare, le usano per creare ragionamenti autoassolventi volendo dimostrare di conoscere il problema come pochi, ma essere impossibilitati a risolverlo con le ragioni più inattaccabili.

Esempi ne potrei portare a iosa, dal più banale “Non sono portato per queste cose”, o al “Mi spiace ma io sono fatto così”, al più elaborato “Ho chiesto a tutti ma mi hanno sempre detto no”.
Le sfumature di scuse sono infinite quanto la creatività umana.
Questo per un banale motivo.
Prendere decisioni ci porta a rischiare, ad assumerci responsabilità.
Chi lo fa si mette in discomfort, camminando in una “terra di nessuno” in cui ci sono cecchini, filo spinato e buche che ti spaventano tanto da farti credere che possono farti fallire, sino ad annientarti. Meglio starsene al proprio posto, al sicuro dentro una trincea fatta di ragionamenti e parole che donano scappatoie logiche e rassicuranti.

Il problema è che chi rimane al suo interno non potrà mai vedere cosa c’è al di là.
Solo chi ha il coraggio di mettere il naso fuori e sfidare l’ignoto – anche con il rischio di cadere di tanto in tanto – potrà crescere ed evolvere non solo come professionista, ma anche come uomo.

Solo chi agisce costruirà quel qualcosa di speciale che non solo darà un senso alla sua esistenza, ma lo renderà unico, come persona e come professionista, nell’ambito della sua attività.

Solo chi ha il coraggio di mettere il naso fuori e sfidare l’ignoto – anche con il rischio di cadere di tanto in tanto – potrà crescere ed evolvere non solo come professionista, ma anche come uomo.