Doctor Os ha intervistato Pablo Echarri Lobiondo, ortodontista di fama internazionale e relatore all’ultimo Congresso SIDO, a proposito delle più innovative soluzioni di ortodonzia invisibile.
Past president SIAOL (Sociedad Iberoamericana de Ortodoncia Lingual) e ESLO (European Society of Lingual Orthodontics), membro del board ESLO (European Society of Lingual Orthodontics) Pablo Echarri Lobiondo è autore di numerose pubblicazioni scientifiche e di diversi volumi dedicati alla pratica ortodontica

Dottor Echarri, la pratica ortodontica sta cambiando radicalmente in termini di approccio. Quali scenari si aspetta per il futuro?

Ritengo si debba andare incontro alle esigenze dei nostri pazienti, i quali si aspettano trattamenti ortodontici con maggiore resa estetica, più confortevoli e dalla durata ridotta. Dal mio punto di vista credo che si sia fornita una buona risposta per quanto riguarda l’estetica e il comfort degli apparecchi, se si considerano i brackets linguali, piccoli e comodi da indossare, e le mascherine, quasi invisibili, di semplice utilizzo e molto meno invasive rispetto ai tradizionali apparecchi ortodontici. Negli ultimi anni abbiamo reso il trattamento più rapido, e a proposito di ridurre tempi della terapia ortodontica e frequenza degli appuntamenti di controllo si continua a lavorare. Credo davvero che questa sia la nostra sfida per il futuro.

Ortodonzia invisibile: vantaggi per l’operatore e per il paziente.

Per i pazienti, l’impiego delle mascherine è pienamente compatibile con la vita sociale e professionale perché, oltre ad essere minimamente invasive, possono essere rimosse per circa 7 ore al giorno e quindi è possibile mangiare e lavarsi i denti senza alcuna difficoltà. Nonostante le mascherine non siano completamente invisibili, la resa estetica è molto alta poiché risultano praticamente impercettibili e di norma nessun paziente si è lamentato per l’estetica. Eccezionalmente, poi, i pazienti manifestano problemi a parlare, in quanto nella maggior parte dei casi le mascherine non influenzano affatto la pronuncia. Per gli specialisti, i vantaggi sono legati al fatto che non c’è bisogno di investire in strumentazioni e apparecchiature speciali e che il tempo di permanenza alla poltrona del paziente è ridotto. Inoltre bisogna sottolineare che imparare la tecnica per l’inserimento degli allineatori non è per nulla complesso, per cui la curva di apprendimento è molto veloce. Normalmente i pazienti che mi richiedono tale soluzione terapeutica sono i parenti dei miei pazienti con apparecchi fissi, i quali mi dicono: “Mi piacerebbe avere un bel sorriso ma non voglio indossare brackets”. Da qui prende avvio il trattamento con CA Clear Aligner. Quindi, il vantaggio ulteriore per lo specialista è che può trattare quei pazienti che in realtà non accetterebbero apparecchi fissi. Il trattamento, poi, non è invasivo e questo fa sì che i pazienti si rechino in studio senza alcuna tensione o preoccupazione.

A proposito di limiti e rischi potenziali di questa soluzione terapeutica cosa possiamo dire?

Un limite potrebbe essere la collaborazione del paziente, infatti solo con un impiego di almeno 17 ore al giorno gli allineatori consentono di trattare condizioni di disallineamento in un periodo che va dai 4 agli 8 mesi, normalmente accettato dalla maggior parte dei pazienti. Se la malocclusione è più grave, il tempo di trattamento richiede più tempo e potrebbe essere necessario utilizzare ritenzioni aggiuntive, viti applicate alle mascherine, elastici, e tutto questo necessita, ovviamente, di un livello elevato di collaborazione da parte del paziente. Con un paziente collaborante siamo in grado di trattare quasi ogni tipo di malocclusione. Potremmo dire che non ci sono rischi con questa soluzione terapeutica, perché si tratta di applicazioni rimovibili, quindi i pazienti possono continuare ad usare spazzolino e filo interdentale. A tal proposito va detto che se confrontiamo in termini di indici di placca dentale le mascherine con gli apparecchi fissi, quello delle mascherine è notevolmente inferiore. Di conseguenza il rischio insorgenza di carie e gengiviti risulta essere molto più basso. Inoltre per il fatto che le forze utilizzate in questa terapia sono molto più leggere e intermittenti, il rischio di affezioni pulpari, riassorbimento radicolare e gengivale, perdita di massa ossea è davvero ridotto. In base alla mia esperienza professionale posso dire, altresì, che è particolarmente contenuto il rischio di danni ai tessuti molli a causa della pressione esercitata dalle mascherine. Lo specialista ha la possibilità di controllare con molta facilità se le mascherine stanno provocando danni a tali tessuti ed eventualmente intervenire per impedirlo riducendo la lunghezza delle stesse.

Per quali casi specifici non è raccomandabile ricorrere all’ortodonzia invisibile?

Tale soluzione terapeutica non è indicata nei pazienti poco collaboranti, e in coloro i quali presentano cattive abitudini quali: onicofagia, mordersi compulsivamente le labbra, bruxismo, eccetera.

Lei ha tenuto un’interessante ed apprezzata relazione all’ultimo Congresso SIDO di Firenze lo scorso ottobre. Vuole parlarcene?

Il tema del mio intervento è stato “Dove sono i limiti della terapia con CA Clear Aligners”. Ho illustrato alla platea le possibilità terapeutiche dell’innovativa tecnica analizzando 200 casi di pazienti trattati nella mia clinica, dai più semplici ai più complessi. Come accennato poc’anzi, per allineare gli incisivi e i canini è possibile pianificare una trattamento di breve durata con uso esclusivo di allineatori. Per trattare casi più complessi occorre invece allungare la durata del trattamento, essere molto ligi nel portare l’allineatore nelle ore indicate ed è necessario avvalersi di elementi ausiliari come gli elastici intermascellari, un’ulteriore contenzione dentale (CA POWER GRIP forms), miniviti, microimpianti, o altri ausili. Le conclusioni sono state che il limite reale è la collaborazione concreta dei pazienti. ●