Non tutti i riuniti sono per tutti i dentisti

riunito

A proposito della situazione economica negli studi odontoiatrici, c’è chi lavora bene e chi invece fatica a vedere la ripresa. Inutile chiedersi quale sia l’immagine corretta perché, come al solito, in medio stat virtus.

Ebbene, chi ha investito in formazione, risorse umane, investimenti tecnologici e non, sente meno il peso della recessione, mentre non si possono per contro negare le difficoltà di chi ha subito perdite di pazienti e di fatturato.

Tutti indistintamente, però e da anni, si “spaccano letteralmente la schiena” sul vituperato riunito che viene spesso trattato dagli odontoiatri come se fosse una commodity, tutti tesi alla rincorsa dell’hi tech.

E qui, su commodity, ci facciamo aiutare da Wikipedia:

“Commodity è un termine inglese che identifica un bene per cui c’è una domanda, ma che è offerto senza differenze qualitative sul mercato ed è fungibile, cioè il prodotto è lo stesso indipendentemente da chi lo produce, come per esempio il petrolio o i metalli”

Ergonomia a parte, e tutti ce ne siamo fatti grandi scorpacciate sui sacri testi, sembra quasi che oggi le richieste degli odontoiatri alla ricerca di un nuovo riunito siano indifferenziate, ma quel che è peggio è che anche i venditori sembra quasi che si siano adagiati per comodità su tale richiesta, allineandosi tutti sul fattore prezzo, o meglio ancora sullo street price degli entry level.

Se una tal richiesta mi venisse fatta da un ufficio acquisti di una clinica, la cosa non mi meraviglierebbe affatto, infatti, non sarà poi questo richiedente a “lavorarci sopra”, ma mi perplime il fatto che questa richiesta venga oggi fatta da professionisti che da qualche decennio “si spaccano letteralmente la schiena sul riunito” e che continueranno a farlo ancora per qualche lustro.

Sembra quasi che oggi tutti i riuniti offerti in Italia siano indifferenziati e vadano indistintamente bene per tutti i dentisti, ma non è così, altrimenti il riunito sarebbe veramente una commodity.

Intanto, chiediamoci: La domanda di riuniti, in Italia, esiste?
Sì. La domanda in Italia esiste ed è vivace tanto che nel 2016, grazie anche al superammortamento del 140% che ha un po’ drogato il mercato, si sono venduti 3.200 riuniti; performance che dovrebbe comunque ripetersi anche nel 2017, visto il perdurare del citato superammortamento sino al 31 Dicembre 2017.

E poi, visto che la domanda esiste, questo benedetto riunito cosa dev’essere? Sembrerebbe che debba essere semplicemente una poltrona, comunque essa sia; con una bacinella, qualunque essa sia, con una lampada che faccia luce a sufficienza e con una tavoletta a tre strumenti (siringa, turbina e micromotore) o al massimo quattro (con l’aggiunta dell’ablatore).

Detta così, sembra allora che il riunito, così come sopra descritto ed in presenza di una richiesta, sia una vera e propria commodity.

Se adesso però penso che sarò io ad utilizzare questo riunito/ferro da stiro nel mio studio e visto che mi ci dovrei anche “spaccare la schiena sopra” per almeno otto ore al giorno per quattro o cinque giorni alla settimana, forse capirei che non tutti i riuniti sono per tutti i dentisti.

È certo che sono la mia testa e le mie mani a far la differenza, e che non importa il riunito sul quale opero, ma se riuscissi a lavorare meglio, con maggiore comfort, senza guasti ed imprevisti, in posizione ergonomicamente corretta ed arrivassi a sera meno stanco, qualche piccola differenza la farebbe anche la mia qualità di vita.

Se fossi convinto di questo, ecco che forse guarderei con attenzione alle mille differenze che esistono tra marche e modelli, addirittura scendendo nel dettaglio, all’interno della stessa marca, tra i diversi modelli.

Peculiarità fondamentali

Testiera, schienale poltrona, gruppo idrico, lampada e faretra devono (e questo è un vero must all’inglese) essere il mio focus, ovviamente sempre compatibilmente con il fatidico rapporto qualità prezzo.

Di sicuro vorrei una testiera che servisse per tenere posizionato il capo del paziente in modo corretto e che per far ciò, ben considerasse l’anatomia del paziente con il suo bell’epistrofeo, che fa da perno all’atlante nei movimenti di rotazione del capo del paziente.
Esattamente come, di sicuro, vorrei uno schienale della poltrona che rastremi verso le spalle del paziente e che non sia ingombrante, giusto per evitare che mi venisse la famosa “gobba del dentista” da postura scorretta. E qui, se anche il fondale della poltrona fosse “slim” e scendesse quasi sino a terra, gliene sarei grato.

Altrettanto sicuramente vorrei per me, oltre che per i miei pazienti ed il mio personale ausiliario, che il riunito avesse l’acqua che mi serve, senza possibilità alcuna di retrocontaminazioni, grazie anche ai vari sistemi di disinfezione. E questo indipendentemente dall’ASL e dalle sue richieste, perché io, i miei pazienti ed il mio personale ausiliario veniamo sicuramente prima dell’ASL.

E dalla lampada ergoramica cosa vorrei? Intanto vorrei che facesse una luce giusta così come recita la bibbia, poi la vorrei a led, con luce fredda di suo, senza quel ronzio della ventola di raffreddamento delle alogene, che mi infastidisce tutto il giorno.

Alla povera tavoletta, indipendentemente dal tipo di sistema di operatività e dal dimensionamento degli strumenti, chiederei che nulla della carrozzeria sia lasciato esposto agli agenti esterni e valuterei bene la differenza tra un’elettronica analogica (più semplice e più intuitiva) ed un’elettronica digitale (spesso touch con possibilità di implementare tutte o quasi le funzioni) oltre a quali sono le parti del riunito asportabili e disinfettabili, quali invece quelle termoclavabili e quali infine autoclavabili, soprattutto per gli strumenti rotanti.

A questo punto, sempre che il mio interlocutore sia stato esaustivo su tutti i punti, mi renderei conto della marca e del modello del mio riunito, che mai sarà una commodity proprio perché l’ho scelto e proprio perché non tutti i riuniti sono per tutti i dentisti. ●