Simposio Nazionale Osteology: un successo oltre le aspettative

Evento di eccellenza dell’odontoiatria rigenerativa, anche quest’anno il Simposio nazionale patrocinato dalla Osteology Foundation ha ampiamente superato le aspettative degli oltre 1.200 partecipanti. Il programma scientifico, il coinvolgimento interattivo della platea, i relatori di rilievo internazionale, il concorso per i migliori poster e la presenza di numerosissimi sponsor sono stati gli elementi chiave della riuscita di Osteology Firenze 2015.
Tenutosi dall’1 al 3 ottobre scorso, il Simposio ha cercato di dare risposta ai più grandi dubbi clinici della moderna odontoiatria rigenerativa, evidenziando come sia sempre più indispensabile fare chiarezza sui dati dell’evidenza scientifica e sulle conoscenze attuali per una corretta applicazione delle terapie nella pratica quotidiana.
La giornata di giovedì 1 ottobre si è aperta con il contributo di grande valore di Cristiano Tomasi e Maurizio Tonetti, che si sono avvicendati in un intenso confronto sul trattamento del paziente ammalato di parodontite: al centro dell’attenzione è stata l’anamnesi e la comunicazione con il paziente per la comprensione del significato della corretta igiene orale e dei controlli periodici.

osteology3

Nel pomeriggio si è svolto un evento di grande interesse che ha visto l’affluenza di quasi un migliaio di partecipanti: l’Expert Forum sulla Diagnosi e trattamento delle perimplantiti. L’esperta coordinazione di Mario Roccuzzo ha permesso l’avvicendarsi equilibrato e puntuale dei sette relatori che hanno esaminato e presentato i vari aspetti dello stato dell’arte sulla malattia perimplantare (Marco Aglietta, Tord Berghlund, Denis Cecchinato, Emilio Maschera, Mauro Merli, Stefan Renvert, Tiziano Testori). Tra le principali conclusioni del forum è emersa la conferma dagli esperti della possibilità di trattamento della perimplantite - seppur con alcuni limiti quali il malposizionamento implantare, la presenza di tessuto cheratinizzato minimo e le adeguate condizioni parodontali. Ciononostante manca ancora un protocollo comunemente validato e accettato.
Grande affluenza hanno avuto anche i workshop teorico-pratici della Osteology Foundation che si sono occupati di gestione dei tessuti molli e del successo estetico nei siti post-estrattivi (Daniele Cardaropoli, Paolo Casentini) e di gestione dei tessuti molli parodontali e perimplantari (Raffaele Cavalcanti, Roberto Rotundo). Anche i workshop delle aziende sponsor con Anton Sculean e Filippo Fontana hanno registrato un tutto esaurito. osteology2
Dopo il messaggio inaugurale dei Chairmen scientifici Pierpaolo Cortellini, Myron Nevins e Massimo Simion, il venerdì ha visto protagonisti in ogni sessione due relatori di grande esperienza clinica a confronto. Giovanni Zucchelli e Francesco Cairo hanno presentato evidenze e risultati sulla tecnica del lembo avanzato coronalmente, associato o meno all’innesto di tessuto connettivo, nel trattamento di recessioni singole e multiple. L’utilizzo dell’innesto è risultato vantaggioso ma non sempre indispensabile, suggerendo l’esigenza di analizzare le singole situazioni anatomiche - gengiva, papilla, corona, mandibola/mascella, entità del difetto - nella scelta della terapia più corretta.
Giulio Rasperini e Anton Sculean hanno dibattuto le opzioni di trattamento per la rigenerazione parodontale, durante la quale la chiusura del lembo per prima intenzione e la selezione della giusta combinazione di biomateriali in base alla gravità del difetto sono risultati fattori essenziali.
Il ruolo della superficie implantare sull’insorgenza della perimplantite è stato oggetto di discussione per Tord Berghlund e Giovanni Polizzi. Sono apparsi evidenti pregi e difetti sia delle superfici lisce che di quelle ruvide, inoltre sono necessari risultati a lungo termine sulla correlazione tra insorgenza della malattia perimplantare e tipologia di superficie.
Mauro Merli e Carlo Tinti sono stati i protagonisti delle relazioni sulla scelta delle membrane in GBR. Nonostante le membrane rinforzate rappresentino da almeno due decenni una soluzione terapeutica comune per gli aumenti ossei estesi, dall’altra le membrane riassorbibili possono offrire un’alternativa di successo meno invasiva purché si utilizzi un supporto stabile che crei spazio e stabilizzi innesto e coagulo, condizioni necessarie per un’efficace rigenerazione ossea.
Nella mattina di sabato, aperta dalla Keynote lecture di Myron Nevins, è stato affrontato il tema delle grandi ricostruzioni ossee. Il confronto delle situazioni migliori in cui utilizzare innesti a blocco o la GBR con biomateriali è stato condotto dagli ottimi interventi di Matteo Chiapasco e Istvan Urban. Nelle gravi atrofie l’osso autologo in blocco rimane il gold standard, ma esistono anche diverse situazioni cliniche per le quali il corretto uso di miscele di osso autologo e biomateriali, associati a membrane riassorbibili, permettono di ottenere un risultato adeguato e stabile. La “sausage technique” di Urban è un esempio di come usare le membrane in collagene fissate con pin per eseguire un aumento orizzontale, la cui stabilità volumetrica è garantita dalla presenza dei biomateriali a lento riassorbimento.
Infine, i moderatori delle varie sessioni si sono occupati di riportare i “Take home messages” emersi dalle relazioni e di invitare i partecipanti a votare nuovamente le opzioni di trattamento di un caso esemplificativo che era già stato proposto durante lo svolgimento del Simposio.
Di non meno importanza è stato anche il Lunch for Learning dedicato agli under 35 che ha registrato il “sold out” settimane prima dell’inizio del simposio: i gruppi di giovani si sono impegnati con entusiasmo nella diagnosi e nella formulazione di piani terapeutici sotto la guida di tutor esperti.
Anche l’appuntamento con la Medicina legale in Odontoiatria insieme a Stefano Fio-rentino ha avuto grandissimo seguito: è stata l’occasione per fare chiarezza sulle normative che regolano l’utilizzo dei dispositivi medici, dell’osso di banca, degli emoderivati e le possibilità di esecuzione degli interventi di medicina estetica.
Il concorso per i migliori poster delle categorie Ricerca di base, Ricerca clinica e Case report ha premiato rispettivamente Giulia Ghiacci (Università di Parma), David Palombo (Università di Milano) e Nicola Alberto Valente (University of Buffalo, NY) .
Tre giornate intense, ciascuna in grado di offrire ai partecipanti consigli clinici da applicare immediatamente nella pratica, con l’obiettivo di ottimizzare sempre più la fase diagnostica e l’approccio corretto per il singolo paziente: dall’analisi del difetto alla scelta della tecnica, dalla valutazione della tipologia implantare a quella del biomateriale, dalla preferenza per la mini invasività alla corretta informazione, nell’unico interesse del benessere del paziente. ●

www.osteology-firenze.org