Utilizzo improprio dei farmaci: nel 30% dei casi gli antibiotici sono impiegati non correttamente

Questione di estrema rilevanza risulta essere quella riguardante l'impiego improprio dei farmaci, anche in ambito odontoiatrico, particolarmente diffuso nel nostro Paese, il quale vede gli antibiotici superare il 30% di utilizzo non corretto considerando tutte le condizioni cliniche. Tale fenomeno allarmante e non trascurabile oltre ad esporre i pazienti a inutili rischi derivanti dagli effetti collaterali degli antibiotici - assunti quando non è necessario -, determina serie ripercussioni sulla salute pubblica a causa dello sviluppo di forme di resistenza agli stessi, le quali stanno aumentando in misura massiccia negli ultimi tempi.

L'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) informa

In occasione della Giornata Europea degli Antibiotici che da alcuni anni ricorre il 18 novembre su impulso del Centro Europeo per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (ECDC), l’AIFA ha rilanciato la campagna di comunicazione sul corretto uso di questa importante classe di farmaci. Senza regole gli Antibiotici non funzionano, questo il titolo dell’iniziativa che mira a sensibilizzare cittadini e operatori sanitari ad un ricorso prudente e razionale agli antibiotici e a diffondere maggiore consapevolezza sul crescente fenomeno dell’antibiotico-resistenza. E’ sufficiente seguire poche ma fondamentali regole per far sì che gli antibiotici costituiscano davvero una difesa di salute pubblica efficace e soprattutto perché continuino ad esserlo anche in un prossimo futuro. Prendere gli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione del proprio medico; non assumerli per curare infezioni virali, influenza e raffreddori; seguire sempre scrupolosamente dosi e tempi della terapia per non inficiarne gli effetti. Semplici indicazioni che possono fare la differenza. Un utilizzo improprio, infatti, può favorire lo sviluppo di batteri resistenti alle cure e mettere a rischio la salute della collettività.

L’Italia è il quinto Paese al mondo per consumo di antibiotici, secondo le stime riferite al 2013 dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD) e anche i dati OsMed del 2014 confermano un uso inappropriato, in particolare nella cura delle infezioni delle vie respiratorie e dell’influenza. Sono le regioni del Sud a far registrare consumi e spesa maggiori e in generale le donne assumono più antibiotici degli uomini, con un picco nella fascia 66-75 anni. Tuttavia negli ultimi anni i consumi e la spesa hanno subito una leggera flessione e questo induce a ritenere che la modifica di comportamenti non corretti possa passare anche attraverso iniziative di comunicazione come quelle che l’AIFA ormai realizza a livello nazionale da qualche anno.