Guida operativa alla Dichiarazione dei redditi 2016: ecco che cosa si può “scaricare”

guida alla dichiarazione dei redditi


Con l’avvicinarsi dell’estate, immancabilmente arriva anche il momento di “fare i conti” col Fisco: nei prossimi mesi di giugno e luglio scadono infatti i termini per il pagamento delle imposte relative all’anno 2015 e dei primi acconti per l’anno 2016. Quest’anno, a differenza rispetto al passato, non dovrebbe esserci la consueta proroga dei pagamenti al mese di agosto perché l’Agenzia delle Entrate è riuscita a mettere a disposizione entro termini ragionevoli i modelli e i software di calcolo.
Come per gli anni passati, anche il 2015 ha visto numerose novità in ambito fiscale: queste però non hanno avuto rilevanti effetti sulla dichiarazione dei redditi, che rimane pertanto abbastanza simile a quella presentato lo scorso giugno. I bonus fiscali di maggior interesse (si pensi ad esempio a quelli relativi agli immobili) sono stati confermati così come i principali limiti alle deduzioni e detrazioni. Lo sforzo del Governo è stato infatti concentrato soprattutto su presunte semplificazioni operative, come ad esempio il sistema Tessera Sanitaria, che spesso hanno creato parecchi grattacapi al mondo delle imprese e dei professionisti.
Nonostante ormai l’odontoiatria italiana abbia dato segnali di risveglio e, in alcuni casi, stia ritornando sui livelli di redditività degli anni precedenti (soprattutto nei grandi centri urbani), il problema di reperire la liquidità necessaria per far fronte alle imposte in alcuni casi permane. Sono pertanto da leggersi con favore non solo la riduzione dei tassi di interesse nelle rateizzazioni col Fisco ma anche la diminuzione delle sanzioni in caso di regolarizzazione di pagamenti effettuati oltre scadenza (il c.d. ravvedimento operoso). Sicuramente però, per non andare in crisi di liquidità, gioca un ruolo fondamentale la pianificazione fiscale da fare con il proprio commercialista: se si è svolta una buona programmazione, soprattutto nei mesi finali del 2015, non dovrebbero esserci delle sorprese negative.
Accanto alla pianificazione fiscale però, è opportuno comprendere il meccanismo di determinazione del reddito imponibile per capire appieno da cosa deriva il quantum delle tasse da pagare. Per fare ciò, è quindi necessario conoscere quali sono gli oneri deducibili e detraibili (ossia, le spese “scaricabili” dalle imposte), anche se non collegati con l’attività odontoiatrica.
L’obiettivo di questo articolo non è però trasmettere informazioni troppo tecniche in ambito tributario quanto piuttosto cercare di fornire una formazione di base su temi di elevato impatto sulle finanze degli odontoiatri, sebbene spesso molto complicati. Cercheremo quindi di fare chiarezza in un periodo così “caldo” dell’anno fiscale su come si determinino le imposte da pagare e su quali siano le spese o gli oneri che legittimamente possono ridurre il proprio reddito fiscale.

Come si calcolano le imposte?

Prima di entrare nel cuore del tema in oggetto, è necessario un breve riassunto della modalità di conteggio delle imposte. La comprensione di questa procedura, per quanto tecnica, è fondamentale per poter capire appieno quanto possano incidere determinati oneri in termini di risparmio d’imposta. In sintesi, tralasciando volutamente particolari regimi contabili agevolati, il processo è il seguente:

 

Reddito fondiario
(immobili e terreni) +
Reddito da lavoro dipendente +
Reddito da lavoro autonomo (attività professionale) +
Redditi da capitale
(investimenti) +
Redditi diversi =
Reddito complessivo
Reddito complessivo –
Oneri Deducibili =
Reddito imponibile

Reddito imponibile x
aliquote % d’imposta =
Imposta lorda

Imposta lorda –
Oneri detraibili al 19%,
Oneri detraibili al 50%,
Oneri detraibili al 65% =
Imposta netta

Imposta netta –
Ritenute d’acconto subite –
Acconti (giugno/luglio/agosto 2015 + novembre 2015) =
Imposta da pagare (per il 2015 a giugno/luglio 2016)

Definiamo ora alcuni concetti tecnici necessari quali: reddito complessivo, oneri deducibili, oneri detraibili, aliquota % d’imposta.

Il reddito complessivo

Il reddito complessivo è dato dalla somma di tutti i redditi percepiti nel corso dell’anno dall’odontoiatra. I vari redditi sono suddivisi in “categorie” e le principali d’interesse per il mondo odontoiatrico sono:

  • il reddito fondiario: in questa categoria rientrano, ad esempio, i redditi generati da terreni o immobili affittati (concessi in locazione). Forma reddito il canone di locazione ridotto in misura forfettaria, salvo che il contribuente non abbia optato per il regime della “cedolare secca”, modalità di tassazione con percentuali fisse particolarmente conveniente per chi possiede redditi elevati;
  • il reddito da lavoro dipendente: spesso gli odontoiatri, oltre alla professione esercitata autonomamente, svolgono anche attività all’interno di strutture pubbliche o private in cui vengono assunti come lavoratori dipendenti o assimilati. Il reddito generato da queste attività, pur se già parzialmente tassato nelle buste paga con il meccanismo delle le “trattenute”, dovrà comunque essere dichiarato al Fisco e verrà sommato agli altri redditi percepiti;
  • il reddito da lavoro autonomo: questa è la categoria più importante per gli odontoiatri. Indipendentemente dal fatto che l’attività professionale sia svolta individualmente o con uno studio associato, il reddito da lavoro autonomo è formato dalla differenza tra gli incassi o compensi percepiti per lo svolgimento della propria attività e le spese a quest’ultima inerenti pagate nell’anno;
  • i redditi da capitale e i redditi diversi (categoria residuale): queste due tipologie, per la maggior parte degli odontoiatri, sono da considerarsi residuali. I redditi da capitale sono generalmente gli utili derivanti dagli investimenti in società di capitali (Srl, SpA eccetera) come, ad esempio, i dividendi. Nei redditi diversi invece rientrano, ad esempio, i diritti d’autore, derivanti dall’utilizzazione economica delle opere d’ingegno (come, ad esempio, le pubblicazioni), i redditi per attività svolte occasionalmente e le plusvalenze derivanti dalla vendita di immobili (non adibiti ad abitazione principale) acquistati da meno di cinque anni.

Gli oneri deducibili

Analizziamo ora uno dei due punti salienti di questo articolo: gli oneri deducibili. Queste spese diminuiscono direttamente il reddito complessivo (somma delle varie categorie di reddito) ma non sono relative all’attività odontoiatrica: sono infatti collegati alla singola persona ed eventualmente alla sua famiglia. I principali sono:

  • i contributi versati durante l’anno all’Enpam (o ad altra cassa di previdenza obbligatoria);
  • i contributi versati durante l’anno a forme pensionistiche complementari ed individuali come, ad esempio, il fondo pensione integrativo, entro il limite di euro 5.164,57;
  • i contributi previdenziali ed assistenziali a carico del datore di lavoro pagati a colf, baby sitter, assistenti delle persone anziane eccetera, nel limite di euro 1.549,37;
  • le deduzioni per i familiari a carico e per la prima casa;
  • gli assegni periodici corrisposti all’ex coniuge (non sono incluse le somme destinate al mantenimento dei figli) in conseguenza di separazione legale ed effettiva, di scioglimento,
  • annullamento o cessazione degli effetti civili del matrimonio per effetto di un decreto del giudice;
  • le erogazioni liberali a Onlus, enti universitari di ricerca, istituzioni religiose eccetera.

Le aliquote % d’imposta

Sottratti gli oneri deducibili dal reddito complessivo (formato dalla somma delle varie categorie di reddito) si ottiene il reddito netto. Questo sarà tassato ai fini IRPeF (acronimo di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) con le seguenti aliquote % d’imposta:

  • per la quota di reddito non superiore a 15.000€euro = 23%;
  • per la quota di reddito compresa tra 15.000 euro e 28.000 euro = 27%;
  • per la quota di reddito compresa tra 28.000 euro e 55.000 euro = 38%;
  • per la quota di reddito compresa tra 55.000 euro e 75.000 euro = 41%;
  • per la quota di reddito eccedente 75.000 euro = 43%.

Gli oneri detraibili

Queste spese invece vengono direttamente sottratte (detratte) dall’imposta lorda, che si ottiene applicando le aliquote di imposta appena viste al reddito netto (vedasi il processo di cui al paragrafo precedente). I principali oneri sono suddivisi in tre grandi “categorie”:

  • gli oneri detraibili al 19%: in questa categoria vi rientrano:
    • le spese sanitarie per prestazioni specialistiche, per prestazioni chirurgiche, per analisi, per l’acquisto di medicinali, etc., anche sostenute per familiari “a carico”, al netto di una franchigia di 129,11 euro;
    • i premi pagati per le assicurazioni sulla vita, contro gli infortuni, per il rischio morte ed l’invalidità permanente, nel limite di euro 530;
    • gli interessi passivi derivanti da mutui contratti per l’acquisizione dell’abitazione principale (dimora abituale) nel limite di euro 4.000,00;
    • le spese di intermediazione immobiliare finalizzate all’acquisto dell’abitazione principale nel limite di 1.000 euro;
    • le spese per gli asili nido (pubblici o privati) nel limite di euro 632,00 per ogni figlio iscritto;
    • le spese per frequenza scolastica (sia in scuole pubbliche che private) nel limite di euro 400 per ogni figlio; in questa categoria rientrano sia le scuole per l’infanzia (i c.d. “asili”), sia le scuole primarie (le c.d. “scuole elementari”), sia le scuole secondarie di primo grado (le c.d. “scuole medie”) e di secondo grado (le c.d. “scuole superiori”);
    • le spese di istruzione universitaria presso università o istituti italiani o stranieri, anche se relative a familiari a carico;
    • le spese per l’attività sportiva praticata dai ragazzi di età compresa tra i 5 e i 18 anni nel limite di 210 euro per ogni soggetto;
    • le spese veterinarie nel limite di euro 387,34 sulla parte eccedente la franchigia di 129,11 euro;
    • le spese funebri sostenute per alcune tipologie di familiari nel limite di euro 1.550,00;
  • gli oneri detraibili al 50%: in questa tipologia rientrano tutte quelle spese di manutenzione straordinaria delle singole unità abitative e le spese di manutenzione ordinaria o straordinaria per le parti comuni degli edifici residenziali. Il tutto, però, a condizione che venga seguita una particolare procedura: è quindi opportuno confrontarsi con il proprio commercialista. Il limite di spesa è di euro 96.000 per ogni singola unità abitativa. Rientrano inoltre in tale tipologia le spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici (con determinate caratteristiche) finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione (c.d. “bonus arredamento”). La detrazione, pari al 50% delle spese sostenute, presenta un limite massimo di 10.000 euro di spesa agevolabile. Anche in questo caso è necessario seguire un’apposita procedura burocratica per fruire dell’agevolazione;
  • gli oneri detraibili al 65%: in questa categoria rientrano invece (pur con alcune limitazioni) le spese sostenute per interventi finalizzati alla riqualificazione energetica degli edifici esistenti, per gli interventi sull’involucro degli edifici, per l’installazione di pannelli solari e la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale. I limiti quantitativi della detrazione variano a seconda dell’intervento, ed è necessario, anche in questo caso, seguire un’apposita procedura burocratica (sulla quale è nuovamente opportuno confrontarsi con il proprio commercialista).

 

Reddito da fabbricati:€ 0
di cui da “prima casa” € 0
Reddito da lavoro dipendente e assimilati:
derivante da collaborazione con Azienda ospedaliera
€ 21.000
Reddito da lavoro autonomo:
derivante dal proprio Studio professionale
€ 70.000
Reddito complessivo€ 91.000
MENOMENO
Oneri deducibili:€ 12.000
di cui familiari a carico€ 1.300
di cui contributi previdenziali Enpam€ 5.700
di cui contributi previdenziali Fondo pensione integrativo€ 5.000
Reddito imponibile€ 79.000
Conteggio Irpef
mediante applicazione delle aliquote d’imposta
ai vari scaglioni di reddito
Conteggio Irpef mediante applicazione delle aliquote d’imposta
ai vari scaglioni di reddito
Imposta lorda€ 27.140
MENOMENO
Oneri detraibili dall’imposta lorda€ 4.140
di cui spese sanitarie€ 2.040
i cui spese per istruzione dei figli a carico€ 1.200
di cui spese per assicurazioni vita€ 530
di cui spese veterinarie€ 370
Imposta netta€ 23.000
MENOMENO
Ritenute d’acconto subite€ 5.000
Acconti versati€ 11.000
Imposta da versare (saldo)€ 7.000
Esempio pratico (tab. 1)

Vista la complessità del tema, riportiamo ora un esempio numerico ipotizzato sulla posizione di un odontoiatra con:

  • prima casa di proprietà;
  • figli a carico;
  • reddito derivante da attività ospedaliera;
  • reddito derivante da attività professionale;
  • pagamento nell’anno di contributi previdenziali all’Enpam ed ad un fondo pensione integrativo;
  • pagamento nell’anno di spese sanitarie;
  • pagamento nell’anno di spese per l’istruzione dei figli a carico;
  • pagamento nell’anno di premi per assicurazioni vita;
  • pagamento nell’anno di spese veterinarie.

 

Conclusioni

Come abbiamo avuto modo di valutare, la modalità di calcolo delle imposte sono sicuramente un processo complesso e articolato per i “non addetti ai lavori” ma, purtroppo, con effetti spesso pesanti sulle “tasche” del professionista.
Nel presente articolo si è pertanto voluto sottolineare quali siano le spese che permettono di ottenere notevoli e legittimi risparmi d’imposta, nel pieno rispetto delle norme tributarie. La conoscenza, quindi, di quali siano gli oneri deducibili e detraibili con i loro limiti fiscali e dei meccanismi di deduzione e detrazione, assume grande rilevanza per cercare di diminuire il più possibile gli esborsi per le imposte.
Diventa pertanto fondamentale per l’odontoiatra instaurare una stretta collaborazione con il proprio commercialista, sia per avere chiarimenti ulteriori su cosa si possa dedurre o detrarre (abbiamo infatti per dovere di sintesi trattato le principali deduzioni e detrazioni), sia per avere un pre-conteggio o una simulazione delle imposte da corrispondere al Fisco. Questo processo, poi, risulta ancora più utile per l’odontoiatra qualora, nei mesi autunnali precedenti alla chiusura dell’anno fiscale, venga svolto il monitoraggio e la pianificazione sulla base delle situazioni economico-fiscali infrannuali. ●

Umberto Terzuolo
Alessandro Terzuolo

A cura di: Studio Terzuolo-Brunero e Associati