Wisil Latoor, 60 anni di arte e tecnica

Roberta Miccichè Tonesi ripercorre i sessant’anni di storia dell’azienda, ricordando la figura del marito Fulvio Tonesi, scomparso lo scorso anno

Wisil Latoor opera dal 1955: come è cambiata l’attività odontotecnica in questi 60 anni?

L’odontotecnica non è un’arte teorica, ma un’arte meccanica e vive di riflesso le scoperte scientifiche in ambito odontoiatrico, pertanto l’evoluzione nel nostro settore è strettamente legata alle progresso dell’odontoiatria, di cui l’odontotecnica è da sempre “servitrice”. Per fare qualche esempio pratico di evoluzione, oggi non utilizziamo più sistemi di fusione ad arco voltaico per i metalli, ma le fonditrici sottovuoto elettroniche, così come le saldatrici laser hanno sostituito il cannello ossiacetilenico. Una grande innovazione per noi è stata l’introduzione della metodica CAD/CAM, che abbiamo abbracciato sin dal 2003: attualmente impieghiamo diversi scanner e cinque fresatrici a cinque assi. Tutto ciò è frutto di investimenti economici e anche di un potenziamento delle risorse umane.

In effetti, la struttura di Wisil Latoor è senz’altro imponente, soprattutto rispetto alle dimensioni medie di un laboratorio, contando sei reparti specializzati in cui lavorano una novantina di persone: come siete arrivati a questo risultato?

Come è immaginabile, ci siamo arrivati per gradi. Lo sviluppo di Wisil Latoor si rispecchia negli spazi occupati dall’azienda: a strati. Infatti, dall’iniziale appartamento al piano terra di viale Abruzzi 34 a Milano, ci siamo sviluppati in lunghezza e in altezza, andando a occupare altri locali contigui. Mio marito, Fulvio Tonesi, odontotecnico protesista scheletratista, ha iniziato nel 1955 con il reparto di protesi scheletrata, al quale, in seguito, è stato aggiunto il reparto di protesi mobile e poi quello di fissa e ceramica. Alla fine degli anni ’60, è stato aperto il reparto di ortodonzia, che all’epoca era una vera novità: istintivamente Fulvio Tonesi ha compreso le potenzialità di questa disciplina, tanto da essere uno dei soci fondatori di Ortec Club, l’Associazione dei Tecnici Ortodonzisti. In seguito, negli anni ’80, con il socio precedente, ha aperto un percorso per certi aspetti avventuroso, ma sicuramente gratificante, con il reparto dei posizionatori ortodontici prodotti su licenza dell’americana Professional Positioners. Senza conoscere l’inglese, sono stati un mese negli Stati Uniti per imparare a realizzare queste apparecchiature, che allora erano in caucciù e oggi sono prodotte in materiale vinilico.

Quali sono stati i momenti più importanti di questo percorso?

Mio marito raccontava spesso di quando, nel 1971, ottenne la convenzione con l’INAM, l’ente pubblico che ha preceduto il SSN, per la fornitura dei manufatti odontotecnici nel nostro territorio. Un risultato importantissimo, che ha richiesto contestualmente l’assunzione di 30 persone in azienda e quindi l’acquisizione di ulteriori locali in cui lavorare.
Nel 2007 abbiamo ricevuto il premio Milano Produttiva, conferito ogni anno alle aziende che si distinguono per etica del lavoro e durata della loro presenza sul mercato. Fu una sorpresa per mio marito, organizzata per lui da me e una stretta collaboratrice di Wisil, per la quale abbiamo fatto un grande lavoro di recupero delle visure camerali a partire dal 1955.
Infine, sono molto orgogliosa delle certificazioni ISO 9001 e 13485, quest’ultima dedicata ai dispositivi medicali, ma anche per la SA8000, che è una certificazione sicuramente meno comune e piuttosto rigida e scrupolosa, finalizzata all’etica del lavoro e alla tutela del personale dipendente.

Qual è il punto di forza di Wisil Latoor?

Sicuramente la qualità. Molti ci definiscono un laboratorio industriale, con un’accezione svilente del termine, ma in realtà, come in ogni laboratorio odontotecnico, anche in Wisil Latoor ciascun manufatto prodotto è realizzato, dall’inizio alla fine, da un odontotecnico, utilizzando materiali di qualità. Desidero sottolineare che Wisil Latoor resta un’azienda a conduzione familiare. Mio marito, Fulvio Tonesi, che è mancato l’anno scorso, è stato uno dei soci fondatori e oggi collaborano con me in azienda nostro figlio Leonardo, come responsabile del reparto di ortodonzia digitale, e mia nipote in segreteria. Inoltre, anche i rapporti tra i soci (io e tre tecnici) sono molto stretti, non solo operativamente, ma anche dal punto di vista umano. Quest’ultimo aspetto è molto importante per noi in Wisil Latoor, il nostro è un ambiente vivo, simpatico e anche molto giovane, perché con noi lavorano ragazzi giovanissimi, nati negli anni 90: penso che puntare sui giovani sia una delle nostre carte vincenti.
Un’altra caratteristica è la nostra serietà sia verso i clienti, ai quali non svendiamo il nostro lavoro, sia verso dipendenti e fornitori.

Quali sono i vostri servizi?

Il nostro servizio principale, oltre ovviamente a quello di produrre tutte le apparecchiature del settore odontotecnico, sono la consegna e il ritiro dei manufatti in tempi molto brevi. Inoltre, i nostri capireparto sono sempre presenti in azienda per relazionarsi con il dentista e risolvere i tanti problemi che possono presentarsi con manufatti eseguiti su misura.

Quali sono i programmi futuri?

La mia mission, come imprenditrice, ma anche a titolo personale, è portare avanti l’azienda, conservandone le dimensioni attuali e mantenendola sempre all’avanguardia nelle metodiche di lavorazione, seguendo l’innovazione e senza mai venir meno agli standard di qualità che da sempre ci contraddistinguono.